Non da meno è la produzione di racconti proto fantascientifici, apparsi su riviste come Per Terra e per Mare, Viaggi e Avventure di Terra e di Mare, Il Giornale dei Viaggi, La Domenica del Corriere, Il Romanzo Mensile e altre. Gianfranco de Turris (con la collaborazione di Claudio Gallo) ha raccolto

 alcune delle storie più squisitamente fantascientifiche nell’antologia Le aeronavi dei Savoia. Protofantascienza italiana 1891-1952 (Editrice Nord, 2001), a cui rimandiamo per ulteriori approfondimenti.I pochi titoli citati e gli studi su questo periodo della nostra letteratura nazionale, che ormai non mancano, dimostrano senza di dubbio che anche l’Italia – al pari di altri paesi europei e degli Stati Uniti d’America – è stato terreno fertile per una letteratura dal sapore fantascientifico, oltre che fantastico. E gli autori pubblicati lo facevano quasi sempre con i loro veri nomi e non con pseudonimi stranieri, particolare che in seguito sarà invece seguito da molte pubblicazioni. Un percorso del tutto simile a quello che si è verificato in America, prima che l’immigrato lussemburghese Hugo Gernsback fondasse nell’aprile del 1926 la rivista Amazing Stories e coniasse il termine science fiction, dando anche qui una data precisa, seppur convenzionale, dell’inizio della storia del genere.

Ritornando al fatidico 1952, come abbiamo già detto, Giorgio Monicelli varò per Mondadori due pubblicazioni: Urania – uscita nel mese di novembre, che si presentava nella forma della rivista, con racconti, rubriche e romanzi a puntate – e I romanzi di Urania – il cui primo numero è datato ottobre e presentava il romanzo Le sabbie di Marte di Arthur C. Clarke.

Monicelli, dunque, tenta per quello che già allora era il più importante editore italiano – e quindi con una elevata penetrazione nel mercato rispetto alle concorrenti di allora, a cominciare dalle case editrici di Scienza Fantastica e Nuovi Mondi – la strada sia della rivista, molto in voga in America grazie ai pulps magazine, sia del romanzo. Come è noto, Urania Rivista chiuse i battenti dopo 14 numeri, abituando di fatto il lettore al formato romanzo, se si pensa che anche la rivista Scienza fantastica durò solo 7 numeri (dall’aprile 1952 al marzo 1953) e Mondi nuovi rimase in vita solo per 6 numeri, fino all’ottobre del 1953. A Monicelli si deve anche il termine fantascienza che da allora prese il sopravvento sul termine scienza fantastica, coniato da Torossi.

Altri editori, piccoli e più grandi, cominciano a credere nel genere fantascienza e a proporre loro pubblicazioni. Escono così Galassia (Edizioni Landini di Milano, tra gennaio e giugno del 1953, solo 3 numeri, Galassia (Edizioni Galassia di Udine, rivista diretta da L. R. Johannis, alias di Luigi Rapuzzi, ma ideata anche con la collaborazione di Giorgio Monicelli, 5 numeri da gennaio ad aprile del 1957). Gli stessi animatori della rivista Mondi Nuovi diede vita, per G. Goggi Editore, a Mondi Astrali, che uscì per 4 numeri, dal gennaio all'aprile 1955.

Il 1957 è un anno che segna un boom delle pubblicazioni di science fiction, ma quest’anno è importante anche perché cominciano ad essere pubblicati stabilmente anche gli autori di casa nostra, anche se con modalità come vedremo abbastanza contrapposte.