Il 1972 è un anno di svolta per l’animazione nipponica. In quell’anno appaiono diversi titoli che contribuiranno a cambiare diverse regole all’interno del mercato di produzione degli anime. Gō Nagai con Mazinga Z (Mazinger Z) e Devilman rivoluzionerà l’approccio sia produttivo che di fruizione del cartoon giapponese. Con questi due titoli si vira verso storie e spunti narrativi maggiormente maturi. Ma procediamo con ordine, partendo da Mazinga Z, di cui quest’anno ricorre il trentesimo anniversario dalla sua creazione. È il primo robot gigante con pilota a bordo della storia dell’animazione giapponese. Nagai chiarisce fin dalle prime battute del primo episodio della serie (che ne conterà ben 92 alla fine, diventando la più longeva del genere) che Mazinga Z è un’arma a tutti gli effetti e ha scopi difensivi di tipo bellico, essendo dotata di diversi tipi di armamenti. Si alza l’età del protagonista. Kōji (nell’edizione italiana verrà ribattezzato con il nome di Ryo), il pilota di Mazinga, ha infatti circa 16 anni, tre/quattro se non sei/otto in più dei protagonisti principali di serie precedenti come Tetsujin 28-gō e Tetsuwan Atom. In Kōji è possibile riscontrare, nel proseguire degli episodi, una chiara e netta evoluzione psicologica che lo porterà a relazionarsi agli eventi bellici in cui è coinvolto, con una prospettiva sempre più matura di eroe moderno, un tipo di combattente nuovo in cui esiste una parte oscura che non viene nascosta al lettore ma che per senso del dovere, disciplina in battaglia e obiettivo da raggiungere non verrà mai ad avere il sopravvento sulla parte positiva volta alla ricerca del bene.

Nagai introduce diverse novità con Mazinga, che diventeranno delle vere e proprie regole fisse del genere robotico/bellico e che contribuiranno a costituire la cosiddetta “scuola ortodossa” del genere. Innanzitutto il mezzo da combattimento viene dotato di una base logistica per il ricovero, il rifornimento ed eventuali riparazioni, da spettatori ci imbattiamo così nell’Istituto di Ricerca per l’Energia Fotoatomica, che avrà anche altre due valenze, rappresentando sia il centro sociale di sviluppo delle dinamiche interpersonali tra i personaggi coinvolti, sia il principale centro della intelighenzia scientifica giapponese. È possibile notare come nella denominazione data alla base ritorna anche l’accenno all’atomo, ma l’aggettivo fotoatomico fa comprendere come stavolta l’intento della tipologia della ricerca non abbia un obiettivo distruttivo ma di mera ricerca scientifica volta ad usi pratici. D’altro canto la lega Z, misteriosa lega metallica di cui è composto il robot Mazinga, come viene detto più volte nella serie, è indistruttibile anche all’energia atomica. La serie ha, poi, un antefatto di origine storica, singolare per il riallacciarsi anche a leggende mitologiche di origine classica, innovativo perché rielabora in modo molto originale alcuni elementi tipici della science fiction degli anni Trenta e Quaranta: tutti elementi questi che diventeranno uno dei cardini della scuola ortodossa.

Due importanti scienziati, il dottor Kabuto e il dottor Inferno (Doctor Hell), durante una spedizione archeologica presso l'isola di Rodi, ritrovano complessi e pericolosi manufatti meccanici appartenuti all'antica civiltà guerriera di Mikenes. Il dottor Inferno decide di sfruttare la scoperta per subdoli fini personali, tesi alla conquista del mondo. Il dottor Kabuto, compresa la malvagità del collega, prima riesce a sfuggirgli e poi costruisce un robot meccanico adatto ad affrontare gli automi dello scienziato criminale, utilizzando una lega di sua invenzione, il Japanium, con cui verrà creata la mirabolante lega Z, dotata di una resistenza incredibile e capace di potenziarsi se irradiata di energia fotoatomica. Inferno decide di eliminare l'unico ostacolo ai suoi piani di conquista e invia i suoi fedeli soldati, le Maschere di Ferro, ad assassinare Kabuto. Lo scienziato non riesce ad opporre resistenza ma, prima di morire, fa in tempo ad affidare al nipote Kōji, accorso troppo tardi in suo aiuto, il potente robot combattente Mazinga Z. Il giovane, entra a far parte del personale dell'Istituto per la Ricerca dell'Energia Fotoatomica, un laboratorio condotto dal professor Yumi, un collega ed allievo del nonno. Comincia così la lunga guerra fra le forze del bene e i terribili mostri meccanici inviati dal perfido scienziato. Kōji, aiutato dalla bella Sayaka, la figlia del professore del laboratorio, e dal buffo Boss, imparerà a pilotare il robot e a impiegarlo efficacemente per sconfiggere i nemici.