C'era una volta Goldrake
Nel nuovo libro di Massimo Nicora, "la vera storia del robot giapponese che ha rivoluzionato la tv italiana".
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61 commenti
Aggiungi un commentociaoo amore mio ti amo
:
ma tutti qui gli squilibrati?!?
Strano che lui non le risponda...
Ha scritto perfettamente perché oggi non amo dragon ball. Ai tempi di junior tv l'adoravo, perché oltre che originale era un'anime di nicchia, sconosciuto ai più. Dopo che mediaset l'ha rovinato ha avuto successo, vero, ma è anche triste ascoltare gente che urla "onda energetica" o che si inventa saiyan su saiyan, perdendo di vista qual'è il VERO dragon ball, ossia il bambino superpotente che stupisce tutti e che ti fa schiantare dalle risate.
Insomma, alla fine me l'hanno fatto odiare e sinceramente avrei preferito quei 50 episodi doppiati fedelmente senza saperne il continuo, che averlo saputo in questo modo.
Ma dai, mi sono visto il film!
Per qualche motivo non mi sento di stroncare questo film che è assolutamente indifendibile, va detto. Critica e pubblico ci sono andati giù pesanti, ma io devo dire che ho trovato quello che sapevo di trovare. Come noto, Dragonball è un manga, un fumetto giapponese, poi portato su cartone animato, e ora anche su film con attori. In realtà questo film si discosta parecchio dalle storie classiche.
Come previsto, il risultato fa hahare.
Filmetto di serie B, di discreta fattura, pieno di teen agers, con una sceneggiatura a prova di cretino, tanto è lineare e banale, ricco di concetti primitivi e già visti miliardi di volte. Abbiamo l’eroe che viene forgiato dal nonno, eroe che però non deve farsi figo a scuola con gli insegnamenti ricevuti; il maestro, che a sua volta fu allievo di un altro maestro; la ricerca; i cattivi che vogliono il potere in quanto tale; il viaggio formativo; il gruppo di amici che nasce durante il viaggio, etc…etc….
Poi per carità, volendo, anche un capolavoro si nutre di cose elementari, a volte, ma qua alla faccia del capolavoro. Eppure, non mi aspettavo altro, a essere onesti. Un’oretta e mezza di cazzate, effetti speciali, combattimenti, gag elementari, qualche fighetta tettona (molto bella la Emmy Rossum, con quella pettinatura che si usava una volta), c’è pure Chow Yun Fat.
Siamo sul 4, chiaro, perché non è che si sia rincoglioniti da dare di più, ma tanto mi aspettavo. Chi sperava di più, è un illuso. I fan, poi, si saranno incazzati di brutto.
Il budget non era molto alto e comunque in giro per il mondo i produttori si sono rifatti delle spese (ma niente più).
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