Shiro Lahdatt entra a far parte del “Royal Space Force”, e probabilmente è il candidato prescelto ad essere il primo uomo nello spazio,ma il suo entusiasmo presto si scontrerà con l’apatia e lo scetticismo imperante nel mondo in cui vive
Il film Le Ali di Honneamise (Royal Space Force, Studio Gainax, 1987) di Hiroyuki Yamaga, impeccabile dal punto di vista tecnico, presenta soluzioni evolutive anche per un immaginario collettivo diverso dal nostro.
Sono verosimili le forme delle eliche degli aerei non dritte ma a sciabola (non molto usata neanche nel "mondo reale" ma si afferma in alcuni modelli), così come il design dei più comuni oggetti (balza all'occhio, un avveniristico eppure verosimile cucchiaio "triangolare"). È evidente la ricerca di elementi diversi e innovativi, facenti parte di una realtà completamente estranea ma in grado di risultare totalmente familiari e credibili allo spettatore . Anche l'ambientazione è verosimile, incentrata com'è nella corsa allo spazio che si staglia in un mondo diviso in due blocchi, due superpotenze contrapposte.
Non mancano però le distanze dal nostro mondo, una su tutte il peso della religione. Si potrebbe dire che a Honneamise la fede è completamente assente, cosi come la speranza di vita ultraterrena, il senso del peccato e del pentimento, e soprattutto la tensione verso l'elevazione spirituale, estranea a quest’universo. Dunque se ciò che generalmente spinge l'uomo a elevarsi sempre più in alto è la ricerca dell'assoluto, nel film diviene naturale non avere nessun entusiasmo per le innovazioni spaziali: quello che dovrebbe essere salutato come un passo in avanti senza precedenti, è considerato un atto perfettamente inutile.
Alle spalle della realizzazione (che costò circa 5 milioni di dollari) si nasconde una bella storia.
Nel 1982, quattro amanti dell’animazione presentarono un cortometraggio chiamato Daicon 3 alla convenction Daicon di Osaka (che si effettua ogni due anni, ed era giunta, per l'appunto, alla terza edizione). La Bandai rimase impressionata dalla tecnica e dalle nuove soluzioni grafiche del cortometraggio, pur amatoriale. Offrì la possibilità di realizzare il cortometraggio d'apertura per l'edizione successiva. I ragazzi si misero subito all’opera e con l’ausilio delle scuole di disegno locali aggiunsero dei nuovi elementi al gruppo. Daicon 4 fu un successo. Il nuovo cortometraggio durava quasi cinque volte il primo e impressionò pubblico e addetti ai lavori. Il presidente della Bandai finanziò al team un nuovo progetto a loro scelta, e diede loro un anno di tempo per presentarlo. Cosi nacque Honneamise, primo lavoro dello studio Gainax che avrebbe sfornato poi capolavori del calibro di Neon Genesis Evangelion e Nadja (in Italia Il mistero della pietra azzurra). Non fu il Giappone però a tenere a battesimo la prima proiezione del film, bensì gli Stati Uniti. Nel 1987 Honneamise venne proiettato in inglese al Chinese Theatre di Los Angeles; non raccolse subito lo sperato successo.
Il pubblico esaltò tecnicamente il lavoro, ma non colse la profondità e lo spessore dell’opera che solo col tempo sarebbe stata rivalutata. Più veloce è stata la consacrazione dello studio Gainax, ma questa è un’altra storia.
Last but not least la colonna sonora: come ci si può dimenticarla se a comporla è uno dei più grandi artisti di questo tempo, Ryuichi Sakamoto Oscar (tra gli oscar) per la musica nel pluripremiato Ultimo Imperatore di Bertolucci, Sakamoto compose le suggestive musiche che accompagnano le sequenze senza sbagliare mai atmosfera.
6 commenti
Aggiungi un commentoUn film straordinario, fin troppo sottovalutato
Un film straordinario, fin troppo sottovalutato
Beh, io ho una 'storia' con questo film: semplicemente lo adoro. A parte che mette insieme un po' troppe cose che amo da sempre, tipo l'Ucronia, l'astronautica e l'aviazione militare in genere, è stupefacente come riesca a dare spessore e credibilità a questo Mondo Alternativo ricostruito fin nei più fini dettagli. Dettagli che non sono mai illogici, ma soltanto alternativi in modo plausibile. Ed ecco che ci ritroviamo in pratica nei tardi anni 50, in piena guerra fredda, e come ci siamo arrivati risulta evidente dalla fantasmagorica intro: siamo noi, sempre noi, però quella volta ha vinto quell'altro e non quello che conosci, e quell'altra volta il tal posto è stato colonizzato da qualcuno che non c'é nei ns libri di storia. Ma siamo noi, sempre noi. I disegni abbozzati sullo sfondo, mentre risuona un'ipnotica nenia di Sakamoto, rimandano in modo esplicito a famose foto ed illustrazioni del ns retroterra. C'é sempre una locomotiva volata giù dalla stazione, come fu a Parigi, ma è di un modello diverso, c'é la diva del cinema, ma è vestita come non dovrebbe, c'é il personaggio storico che… sembra lui, ma è qualcun altro... Le culture prendono le mille sfumature umane, non le tradiscono, semplicemente le rimescolano. Guardate quelle fantastiche città, assolutamente realistiche nella loro differenza ed espressamente, il film è anche un gran gioco di citazioni, ispirate all'architettura futurista. Qualche altra considerazione sparsa… non sto recensendo nulla, soltanto esponendo emozioni personali: in questo universo la tecnologia militare sembra leggermente arretrata, in una situazione simile a quella dell'immediato dopoguerra (la seconda, naturalmente). Il tech dei mezzi aerei è di una spaventosa goduria. L'Impero sembra essere un po' in ritardo, schierando i jet soltanto nella propria aviazione imbarcata (come in Giappone, un'Arma d'elite) ed avendo in prima linea aerei a pistoni. La Repubblica schiera già dei jet, evidentemente di prima generazione. Sono canard, è questo il termine, e gli aerei a pistoni, perlomeno i caccia che si vedono, hanno motore posteriore ed elica spingente. Il motore posteriore poteva benissimo diventare uno standard, e nei primi anni dell'aviazione lo fu, ma presenta delle criticità che negli anni 50 non valeva più la pena correggere. Sono aerei affascinanti, plausibili eppure diversi: sono quelli che nella realtà non hanno mai lasciato il progetto, o che hanno fallito. Incredibile la ricostruzione dell'avventura spaziale, con un razzo meravigliosamente 'parallelo' al classicissimo R7 sovietico… e con quei computer analogici belli anche a vedersi. Ringrazio l'autore dell'articolo di aver portato in primo piano un capolavoro misconosciuto, speriamo serva… se non sbaglio al momento non è disponibile una versione blu ray, al limite dvd, di questo film… esisteva soltanto il vhs. Da dire che il doppiaggio italiano è particolarmente ben fatto e varrebbe la pena recuperarlo. Io ho dovuto prendere il blu ray in inglese, ormai un bel po' di tempo fa. Altra cosa… secondo me non è che nel mondo di Honneamise si sia persa la fede… la fede c'é, ma è vissuta come viene vissuta nella maggioranza del Mondo occidentale: è secolarizzata. L'amica del protagonista è un personaggio estremo, come ne conosciamo tanti. Crede in quello che fa, ed è una pura, ed è particolarmente triste il fatto che, alla fin fine, la sua religione non dia molte speranze. Il percorso che fa Shiro è parallelo, ma lui vuole ancora rubare il Fuoco alle divinità: l'Uomo può fare solo quello.
Insomma… scusate se son stato sgangherato… è un gran film, che soddisfa i sensi e stimola il pensiero. ps: nota nerd. l'insuccesso del film impedì il merchandising e si trova ben poco, oggi come oggi, anche se voci dicono possano esserci sviluppi. Ucciderei per un modellino in 1:72 od 1:48 di quei caccia da costruire… e fa rabbia che abbiano una enorme produzione che copre tutto lo scibile storico/manga/anime etc etc etc… e non c'é nulla, a parte un paio di piccoli ed introvabili die cast di qualità discutibile. Voci di corridoio parlano di una resina in 1:72 in arrivo… il che vuol dire accendere un mutuo… ma, si sa, l'amore...
Bel film, di cui avevo la cassetta VHS, ovviamente oggi non piu' utilizzabile. Non l'ho piu' visto in vendita in DVD o blu-ray, peccato !
Dopo aver letto (in ritardo) il numero di Delos ho provato a cercarlo.
Niente, in digitale si trova solo l'originale sottotitolato in inglese (forse una versione francese, ma non parlo la lingua d'oltralpe).
Forse mi accontento, mi è sempre piaciuta la sonorità del giapponese, ma un po' mi spiace, me lo rende meno direttamente fruibile.
Date le recensioni, poi, ho una gran voglia di vederlo.
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