Tornando a Dragon Ball e al periodo in cui veniva trasmessa su Junior Tv (fine anni Ottanta/inizio anni Novanta), va detto che, nonostante i buoni elementi sopra citati di quella

prima edizione italiana, l’anime non ottiene quel successo di massa che lo contraddistinguerà a partire dalla messa in onda su Italia 1 nel 1998. Come già detto, inoltre, quella prima edizione si interrompe dopo una cinquantina di episodi, nel bel mezzo dello scontro tra Goku e il generale Blu del Red Ribbon (“esercito del fiocco rosso”). Per sapere come proseguono le vicende di Dragon Ball, i fan italiani devono prima attendere l’arrivo in Italia del manga (avvenuto nel 1995 ad opera della Star Comics) e poi la messa in onda, nella primavera del 1996, dell’anime su alcune rete locali che trasmettono uno spazio dedicato alla tv dei ragazzi chiamato Jtv. Nonostante l’assonanza con la precedente Junior Tv, questo nuovo spazio dal nome “Jtv” ha poco o niente da spartire col suo predecessore, sia per l’esigua quantità di anime trasmessi, sia, soprattutto, perché i cartoni non sono più integrali! Dragon Ball riappare infatti ridoppiato (stavolta Goku ha la voce di Patrizia Scianca) e censurato, con dialoghi stravolti che fanno scomparire completamente l’umorismo malizioso che contraddistingueva l’anime, rendendone sgradevole e a tratti insopportabile la visione per chi ne conosceva la prima edizione italiana (vedasi, in proposito, le lettere di protesta dei fan pubblicate sulle pagine della posta della prima edizione del manga di Dragon Ball, in particolare dal n. 30 in poi). Nonostante le pecche, questa seconda edizione italiana (divisa inizialmente in due blocchi di episodi, il cui primo gruppo terminava lasciando in sospeso lo scontro tra Goku e Tenshinhan, “Tensing”, nella finale del secondo torneo Tenkaichi) ottiene un forte successo e viene poi trasmessa dal 1998 su Italia 1 (per l’occasione viene realizzata anche una sigla italiana cantata da Giorgio Vanni), facendo ottenere all’anime la sua consacrazione nel nostro paese, ma scatenando anche polemiche di ogni genere sui suoi contenuti e sul suo manga. A Dragon Ball seguono a ruota e sempre su Italia 1, anche Dragon Ball Z (ribattezzata “What’s my destiny Dragon Ball” da Mediaset) e Dragon Ball GT, completando così la saga animata delle avventure di Goku e dei suoi amici, tuttora replicate sui nostri schermi. Oltre al nostro paese, Dragon Ball ottiene un vasto successo anche a livello internazionale, persino negli USA, spingendo la major hollywoodiana Fox ad acquisirne i diritti per realizzarne, nel 2009, un film con attori, chiamato Dragon Ball Evolution. Diretto da James Wong (regista di diversi episodi di X-Files e dei film Final Destination e The One), Dragon Ball Evolution concentra la propria attenzione sullo scontro tra Goku e il Grande Mago Piccolo, finendo però con lo snaturare personaggi e trama della serie. Goku appare qui come un adolescente “sfigato” (e senza coda!) preso continuamente in giro dai suoi coetanei e con un debole per una delle ragazze più belle del suo istituto, l’attraente Chichi (e pensare che, originalmente, Dragon Ball presenta un Goku bambino che neanche conosce la differenza tra maschio e femmina!).

Insomma questo “Goku” ha le idee ben chiare sulle ragazze e su cosa fare con esse, al punto che riesce ben presto a catturare l’interesse di Chichi, liberandosi, grazie alle arti marziali insegnategli dal nonno (qui vivo e vegeto, ma dotato di pessimi gusti culinari), dei bulletti che lo perseguitano (più che Dragon Ball, qui Wong sembra rifarsi a Karate Kid…). Nel delirante proseguo delle vicende, entra in scena il Mago Piccolo (nonostante un buon trucco del viso, il personaggio appare però privo di mordente e originalità, venendo caratterizzato in modo banale, come uno dei tanti villain presenti in film e telefilm avventurosi per adolescenti) che uccide il nonno di Goku. Il ragazzo, sconvolto, fa la conoscenza di Bulma (qui resa fin troppo “seria” e combattiva, privandola di quella malizia e dell’ingenuo interesse per i bei ragazzi che la caratterizzano all’inizio dell’anime) con la quale parte alla ricerca delle sfere del Drago. A loro si unisce successivamente il maestro Muten, qui interpretato da Chow Yun Fat, attore cinese un tempo noto per i ruoli drammatici e tragici interpretati in film “made in Hong Kong” come A Better Tomorrow e The Killer di John Woo, ma che ormai da tempo e salvo rare eccezioni, viene prevalentemente coinvolto in film americani di scarsa qualità. Inutile dire che il suo Muten (a parte un paio di brevi momenti in cui viene suggerito il maniacale interesse del personaggio per le belle donne) ha ben poco a che vedere col ben più divertente, malizioso e memorabile personaggio della storia originale.