Il regista Chris Gorak, in una lunga intervista a Collider.com. ha svelato alcuni retroscena della pellicola e

su stesso, come ad esempio di amare i film di science fiction.“Sono un grande fan di film di fantascienza – ha dichiarato Gorak -. Ho sempre desiderato lavorare come regista in un film di fantascienza e in particolar modo in uno con a tema l'invasione aliena. E quando ho letto la sceneggiatura del film, è stato il concetto del nemico invisibile che mi ha affascinato. Ammiro molto registi del calibro di Steven Spielberg, Jim Cameron, ma ho apprezzato ancche film recenti come District 9. Al di là dei grandi film, trovo davvero molto stimolante qualsiasi idea nuova, venuta fuori da recenti produzioni di fantascienza. Il mio film ha sicuramente dei riferimenti alle pellicole di fantascienza, ma non in modo esplicito”.Per quanto riguarda l’ambientazione a Mosca, il regista ah ricordato che: “Credo che abbiamo cominciato a giare sulla Piazza Rossa. Siamo andati nel luogo più famoso della città e abbiamo pensto: "Che scena possiamo girare qui?" e poi abbiamo sfruttato le tante gemme architettoniche che Mosca ci offriva, cercando di miscelare storia e ambientazione in dosi uguali”. 

Il film si allinea alla recente moda di girare in 3D, ma il regista di L’Ora oscura i tiene a sottolineare che: “Quando abbiamo iniziato lo sviluppo di questo film più di un anno fa, avevamo tutti in mente un certo film in 2D, ma poi è arrivata l’ondata di pellicole girate in 3D e abbiamo iniziato a indagare la possibilità del 3D anche per L’Ora oscura ci siamo accorti che tanti elementi diversi del film potevano funzionare con il 3D. Come, per esempio, l’ambientazione a Mosca, che è inusuale per i film di fantascienza. Gli stessi alieni, i loro poteri, la forza distruttiva che esprimono si prestano alla narrazione in 3D”. 

L’altro punto di forza del film è rappresentato dagli alieni, dal fatto che sono invisibili – anche se gli effetti della loro presenza si fanno sentire – e che sono fatti di energia.

“Sono fatti di un’intensa energia che solo toccandoli – precisa il regista - si viene triturati, in pratica come se si finisse in un tritacarne. Istantaneamente i corpi degli umani vengono polverizzati”.

La sceneggiatura, per pellicole che non godono della forza di un budget considerevole e di un cast che quasi naturalmente fa affluire il pubblico nelle sale, è fondamentale e Gorak ha affermato che: “Ciò che mi ha attratto della sceneggiatura è che ha davvero un buon equilibrio di azione e suspense. Saltiamo velocemente dai primi momenti della storia in cui si capisce che è in corso un’invasione aliena – una scena che si presenta come una forte dose di azione e divertimento – a scene di pura suspense, per poi ritornare con scene d’azione”.

Forse – ma diciamo pure sicuramente - The Darkest Hour non sarà un capolavoro, tuttavia sembrano esserci le premesse per uscire dalla sala con la consapevolezza di aver passato un paio di ore divertenti. E non è poco, se si pensa che il 2012 sarà un anno ricco di sequel, prequel, remake e reboot, proprio nei generi del fantastico e della fantascienza.