Il tuo primo romanzo, Goliath, è da poco uscito in versione ebook. Mi sembra un segnale
positivo, no? Gli ebook rappresentano il futuro dell’editoria.

Te lo saprò dire tra qualche anno. Certo è che l’impegno per una pubblicazione in ebook è minimo e gli editori, ovviamente, tentano. Peccato che tutto questo fervore per la pubblicazione cartacea non esista.

Mi sembrava strano ti andasse bene…

Sono un disilluso per natura. Sarà che è sconfortante vedere che le possibilità si materializzano sempre quando non costano, non perché quel che hai scritto merita. Un po’ l’ego ne soffre, anche se capisco.

Già, ne sappiamo qualcosa. Cambiamo registro, altrimenti ci deprimiamo. Lazarus: il romanzo è un’evoluzione del racconto Mishima Boulevard del 1999. Non ti bastava?

Se è per questo aveva dato anche troppo. Ancora oggi quando salta fuori il mio nome viene subito associato a quel racconto. Che ti devo dire, sarà piaciuto. Curtoni me lo chiese per la nuova Robot, Forte per Selezione dal Reader’s Digest, Evangelisti lo segnalò per Lunatique…Sta di fatto che la sua vita letteraria è stata soddisfacente. Però come a volte capita un racconto non si esaurisce lì. E nello specifico, vista anche l’origine dello stesso, la dimensione breve mi/gli andava stretta. C’era altro da dire.

La trama del romanzo?

E poi chi lo compra?

Un accenno…

Yukio Mishima viene rigenerato da una multinazionale vicina al partito nazionalista giapponese. Il ruolo di simulacro gli va stretto perché non è mai stato uno che si è fatto dire le cose. Lo insegue parecchia gente ma soprattutto Gabriel, un transfuga dalla setta dei Mistici. Di mezzo si mettono malavita e Polizia del Pensiero anche se è davvero difficile distinguerle. Tutti scopriranno a proprie spese che le ceneri del passato a volte non sono mai del tutto spente.

Il protagonista è Yukio Mishima. Una fissazione per te.

Bah, una passione, più che altro. Molto di quel che ha fatto o detto non mi trova d’accordo, ma come non si può non ammirare un uomo che prende su di sé la responsabilità delle proprie azioni? Fosse stato italiano avrebbe fondato un partito, e invece ha preferito sguainare la spada. Magari l’immortalità si conquista anche così. E di falsa immortalità racconta Lazarus.

Ancora una volta l’Oriente come in molte altre nostre storie.

Mie.

Non fare l’idiota... Anche questa è una fissazione?

No, semplicemente certe ambientazioni mi piacciono e mi riesce di scriverne (a quanto mi dicono). In generale vario molto perché amo portare il lettore in più posti, mischiare le carte. Guarda Ultima pelle per esempio. Italia, Cina, Perù, Sahara… Mi diverto anch’io, lo confesso.

A proposito di mischiare le carte: in Goliath c’era un elemento fantastico, Lazarus più o meno, “Ultima pelle” definirlo contaminato è dir poco. Non temi che qualche purista possa storcere il naso?

Ogni cosa soffre di contaminazioni. Dal mio punto di vista ne guadagna invece. Non facciamo come i rinchiusi in un villaggio che si accoppiano sempre fra loro condannandosi all’estinzione. Un po’ di sangue nuovo, che diamine.