Tanto per non contravvenire alla saggezza dei padri (nemo propheta in patria), Vinge finisce per essere apprezzato per le sue capacità visionarie dalla comunità informatica internazionale e dai primi attivisti transumanisti, ancor prima che dai lettori e dagli appassionati di fantascienza, anche se negli anni a seguire le sue opere si imporranno come delle pietre miliari. È un veterano, che ha iniziato a scrivere ben prima dell’esplosione del cyberpunk ma che con le sue intuizioni è riuscito ad anticipare le sottoculture della Rete e i più radicali mutamenti socio-tecnologici degli anni successivi (si pensi alla novella Il vero nome , del 1981, in cui ci vengono presentate internet e le intelligenze artificiali negli stessi anni in cui William Gibson delineava il cyberspazio nei racconti dello Sprawl), esercitando una forte influenza su altri scrittori del periodo.Al 1986 risale I naufraghi del tempo (Marooned in Realtime, pubblicato da Urania nel 1988), in cui i meccanismi della detective story convivono con gli espedienti del viaggio nel tempo e con la quintessenza del cataclisma apocalittico, in un mondo sconvolto da un evento ancora per molti versi misterioso che potrebbe però essere una singolarità tecnologica, che ha segnato un brusco strappo nella storia scagliando i superstiti dell’umanità in un futuro remoto e incomprensibile. I sopravvissuti si ritroveranno esposti a una nuova minaccia e, questa volta, l’Estinzione potrebbe essere irreversibile.

 

Nel 1999 Vinge decide di tornare agli scenari di Universo incostante e ne appronta una sorta di prequel. Quando la luce tornerà (A Deepness in the Sky, premio Hugo 2000, tradotto in Italia nel 2002 dalla Nord) riporta in scena il mercante contrabbandiere Pham Nuwen e prospetta al lettore l’inquietante scenario di una civiltà aliena i cui stadi evolutivi seguono l’andamento ciclico dell’attività del suo sole (una stella intermittente, chiamata appunto OnOff), sul cui sfondo si combatte una feroce lotta commerciale tra due fazioni di discendenza terrestre risolute a trarre dal suo risveglio il massimo utile possibile.

 

Nel 2001 esce Tempi veloci a Fairmont High (Fast Times at Fairmont High, premio Hugo 2002 per il miglior romanzo breve ), in cui Vinge sposta il focus in tempi più vicini al nostro presente, immaginando una società spostata avanti nel tempo solo di qualche anno rispetto alla nostra ma in cui la diffusione delle reti wireless ha portato a un radicale mutamento nello stile di vita della popolazione. Siamo qui in uno scenario di augmented reality, di estensione dello spazio percettibile con cui gli individui (ovvero gli operatori di questa rete ubiqua ) possono interagire in ogni istante, attraverso opportune lenti e computer “tascabili”.

Lo stesso sfondo verrà ripreso da Vinge per Rainbows End, il suo ultimo romanzo, uscito nel 2006 e vincitore del premio Hugo 2007, singolarmente dedicato “agli strumenti cognitivi basati sulla Rete che stanno cambiando la nostra vita: Wikipedia, Google e gli altri della loro specie, adesso e in futuro”. Il libro rappresenta un importante tassello nella fantascienza del nuovo millennio e si incastra alla perfezione nelle ultime tendenze iperrealistiche e fortemente connotate dalla cultura informatica di questi anni. Come molte altre opere cruciali di questi anni, Rainbows End può essere scaricato gratuitamente dalla rete, all’indirizzo: http://vrinimi.org/rainbowsend.html.

Direttamente collegato alla tradizione singolaritarista scaturita in seno al transumanesimo internazionale sulla scia di Frank J. Tipler e della sua rilettura della Teoria del Punto Omega di Teilhard de Chardin si può considerare la trilogia di Confluence dell’inglese Paul J. McAuley. Pubblicati tra il 1997 e il 1999, Il ragazzo del fiume, Il mercenario di Confluence e Yama di Confluence costituiscono quella che a detta dello stesso autore è una storia da Fine dei Tempi, ambientata 5 milioni di anni nel futuro su un mondo artificiale costruito dai discendenti dell’umanità. Costoro, dopo avere compiuto la loro opera di ingegneria cosmica e avervi riunito migliaia di specie aliene, hanno abbandonato Confluence e si sono ritirati nella Grande Nube di Magellano, trasformandola in un buco nero supermassiccio e svanendo con essa dall’universo. Ma dietro di sé hanno lasciato strumenti di una tecnologia avanzatissima e un bambino, Yama, sulle cui spalle sembra ammassarsi il destino della stessa Confluence, minacciata dalle mire degli ultimi umani, l’Antica Progenie.