Jones sorrise e mi prese la mano e poi le labbra e poi tutto il resto. Sopra di noi nubi volavano veloci come tanti pensieri allo sbando, e la Terra riposava dentro di noi come un Sogno di Niente… Di pioggia neanche a parlarne.

Ci fermammo su Magellano 7 per dieci giorni filati. Dieci giorni di quelli veri, voglio dire, con l’alba il tramonto e le lancette degli orologi e la TV che rimane accesa e i bei pranzetti. Furono dieci giorni come ne capitano pochi e fu bello abbastanza da metterci addosso una gran tristezza.

— Davvero bisogna partire? — Braddy aveva la voce morta e lo sguardo ancora di più. — Perché non restiamo ancora un po’?

Jones lo tirò per un braccio fingendo allegria. — Tra qualche anno ci torniamo — lo tranquillizzò, — e poi ci sono posti migliori. Diglielo tu, Spike.

Io annuii in silenzio.

Dopo Taylor ero quello che aveva viaggiato di più, o dormito di più, come preferite. Di mondi ne avevo visti tanti, mai però nessuno che mi avesse fatto sentire a casa mia come lo Spazio, e questo era da sempre il guaio della mia vita. Come una pianta senza radici, voglio dire.

— Andiamo, su. — Presi Braddy dall’altra parte e ci avviammo. Il ragazzo fissava per terra, ma non sembrava vedere dove metteva i piedi.

— È vero che quando noi partiremo e viaggeremo nello spaziotempo e nemmeno ci accorgeremo delle distanze di anni luce, questo posto invecchierà di mille anni e forse morirà? È vero… — Nella domanda di Braddy era racchiusa l’essenza della nostra vita, chiamiamola così, uno sbadiglio sull’eternità.

— Esatto — risposi, più per colpire me stesso che lui.

Braddy disse soltanto: — È terribile. Io… — Non riuscì ad aggiungere altro, o forse trovò il coraggio per interrompersi.

Anche a me Braddy piaceva, ma non ritenni opportuno farglielo sapere. Non credo che questo lo avrebbe aiutato a sentirsi meglio.

Salimmo sulla nave e partimmo. Fu come Braddy aveva detto. Ci fu un lampo, un tuono, e mille anni erano trascorsi e noi riprendevamo il viaggio e Magellano 7 chissà dove era finito.

Mangiammo in silenzio. Sapevamo che sarebbero trascorsi molti anni prima di una nuova rinascita eppure, come ogni volta, nessuno si lasciò andare. In verità, una volta addormentati, sarebbero trascorsi solo pochi attimi prima del risveglio. Come ho detto, il tempo non esiste per noi, ma è il sapere che mentre noi dormiamo la gente sulla Terra nasce e vive e muore che ci imbarazza. Come se noi vivessimo la nostra presunta immortalità soltanto grazie al sacrificio dell’umanità intera. Forse non sarà bello, ma è il nostro destino e non si può nemmeno dire che non proviamo a viverlo nel migliore dei modi. Rispettando la morte degli altri che è senza risveglio.

Dopo avere mangiato fumammo e ascoltammo un po’ di musica. E quando il disco s’interruppe e tornò il silenzio, ci guardammo in faccia un lungo momento prima di salutarci.

— Ciao, Taylor.

— Ciao, Braddy.

— Ciao, Jones.