L'Italcon, anche quest'anno era associata alla DeepCon, e in più era anche Eurocon. Da Giano bifronte a triangolo equilatero.

In ogni caso la convention non comincia mai con la cerimonia ufficiale, ma prima. Con la testa cominci ad aspettarla già alla fine dell'edizione precedente. È un sottile pensiero di sottofondo, ma c'è. Passano i mesi, le normali attività ti distolgono. Ma ogni tanto ci pensi... Poi confermi la prenotazione, effettui il bonifico del saldo, voti per il Premio Italia. Insomma cominci la tua marcia di avvicinamento. E finalmente il giorno arriva. La notte precedente dormi a malapena. Quando alle 6.45 arrivo sotto casa di Andrea Jarok mi sento già a Fiuggi. Il motore del furgoncino del Bazaar è ancora freddo, ma è come se il viaggio fosse già cominciato. Andrea e Marco stanno caricando i libri sul furgone, mezzo ufficiale del Bazaar del Fantastico. Ultimate le operazioni di carico il furgone, che nella nostra fantasia è più bello di un'astronave, parte alla volta del luogo d'incontro con il resto dell'equipaggio. Sotto casa di Francesco Lato raccogliamo anche Paolo Arosio e i Vanamonde, ossia Silvia Castoldi e Marco Passarello. A ranghi completi ci avviamo verso il basso Lazio.

Non siamo ancora arrivati allo svinvolo di Rogoredo (un paio di chilometri di strada) che i professionisti delle freddura si mettono all'opera. Sarà un lungo viaggio....

Ma ogni viaggio per quanto lungo, ha un arrivo, e riusciamo ad arrivare a Fiuggi giusto in tempo per l'inizio dei lavori.

Dopo la cerimonia di apertura della convention, la stanchezza mi impedisce di seguire come vorrei il primo intervento, che verte sulle conseguenze dell'ormai famigerato sciopero degli sceneggiatori, se ne doveva parlare l'anno scorso, poi la discussione andò a parare su altro... Per quanto ne sentiremo ancora parlare? Possibile che la colpa della malriuscita di molti serial si possa ricondurre ancora a questo? La discussione sarebbe lunga, e sono perplesso. Seguo anche, ma male il successivo The Legend of Varus: “Arminus (Hermann the German) meets Orlando furioso”, con lo scrittore tedesco Thomas Mielke.

Il richiamo di Morfeo non mi impedisce di seguire e apprezzare lo spassoso intervento di Ian Watson, Artificial Intelligence and Story Telling che tra serio e faceto e placidamente sorseggiando la sua birra, compie un interessante excursus tra le  diverse coniugazioni del tema dell'intelligenza artificiale. Dopo aver chiesto gentilmente agli astanti se volessero ascoltare la versione "breve" o quella "lunga" del suo intervento, si è comunque lanciato in una digressione che è culminata con una serie di domande, che hanno fornito altri spunti di discussione sul tema della vita extraterrestre. Scopro che l'autonomia di Watson durante l'intervento è di circa due birre all'ora. Come molti inglesi, e come molti fantascientifici, non disdegna le libagioni.

L'impressione di grande simpatia la confermerà il giorno dopo, quando lo vedrò letteralmente "zompare" addosso a Silvio Sosio, con un'affetto caciarone che da un figlio d'albione proprio non ti aspetti.

Dopodiché Andrea Salsi del  CICAP parla di UFO. È inutile ribadire che proprio come appassionati di fantascienza non siamo per niente disposti a credere agli UFO per partito preso. Anzi.