E' uscita in febbraio, nei canali underground dei centri sociali. Sembra un Urania ma non lo è, l'autore indicato è Philip K. Dick, ma non lo è. La prefazione porta come autore Sergio Cofferati, ma non è vero neppure questo.
Scorrete lacrime, disse lo sceriffo, pubblicata dal laboratorio Crash! di Bologna, è un'antologia di apocrifi dickiani, ma centrati sulla realtà urbana italiana, con particolare riferimento a Bologna. E' proprio Cofferati, sindaco di Bologna e appassionato di Dick - sono diverse le introduzioni scritte per le edizioni di Fanucci - lo "sceriffo" a cui si fa riferimento nel titolo.
Tra gli autori che si celano sotto le mentite dickiane spoglie ci sono lo stesso curatore Valerio Evangelisti, Luca Masali, Daniele Barbieri, Giovanni De Matteo, Emanuele Manco e altri.
Questa la presentazione del libro: "E' nel solco aperto da tali storie e personaggi che il Laboratorio Sociale Crash e lo scrittore Valerio Evangelisti, affiancato da un team di esperti traduttori, hanno deciso di pubblicare in anteprima europea gli scritti inediti del grande romanziere di fantascienza nella raccolta Scorrete lacrime disse lo Sceriffo. Storie e racconti per troppo tempo rimasti nel buio di un cassetto chiuso, per troppo tempo private del privilegio di essere sfogliate da mano umana. Storie che narrano, come nel più fortunato La Città Sostituita, della lotta tra potenze sovrumane e malefiche per il controllo della città, delle parole e della memoria. Storie che vedono protagonisti personaggi e politici impazziti manipolare la realtà e la memoria collettiva in accordo con le proprie paranoie, fino al punto in cui diventa arduo riconoscere per il lettore ciò che è reale e ciò che, invece, è semplice costruzione immaginaria di una mente perversa. Malefici golem, creati da perfidi burocrati stregoni, verranno aizzati contro la povera gente, contro i cittadini di fantomatiche città o semplicemente contro chiunque non concordi con i capricci e le fantasie del Necromante politico di turno."
Poco incline a prenderla con umorismo è invece Sergio Fanucci, titolare dell'esclusività della pubblicazione di Philip K. Dick in Italia, che ha inviato un comunicato stampa protestando per l'accaduto e per la posizione in cui è stato messo.
"Ora, il titolo del vero romanzo dickiano, da me ripubblicato a febbraio 2007 e tuttora in commercio, è leggermente diverso: Scorrete lacrime, disse il poliziotto. Dunque risulta immediatamente chiaro come l'edizione di Crash sia ingannevole e rappresenti un vero e proprio falso, essa lede tutti i diritti d'autore in barba alle leggi che lo tutelano, offende il mio lavoro e quello di tutti i miei collaboratori che partecipano ogni giorno per promuovere e sostenere Philip K. Dick. Inoltre, mi mette nella posizione scomoda e tipicamente italiana di essere costretto a difendermi da un sopruso, rischiando comunque un giudizio negativo, della serie 'come fai, sbagli'.
Mi spiego meglio: se ora rispondo con un avvocato come è giusto che sia (e non è detto che non lo faccia) per difendere un mio diritto sancito dalle nostre leggi (ossia che nessuno può fare come gli pare...) rischio la matematica etichetta di destrorso, quello che va contro i centri sociali, contro una parte di espressione della nostra società e bla bla bla. Se invece rimango zitto, giustifico con il mio silenzio la diffusa pratica "italiana" di fregarsene delle leggi, del rispetto degli altri, del valore del lavoro, di chi ci crede veramente e di chi le leggi le rispetta."
Lasciamo spazio libero ai lettori commentare l'accaduto ed esprimere le loro opinioni.
68 commenti
Aggiungi un commentoIl nemico del mio nemico è mio amico? Permettetemi di dubitare.
Non lo so. Invero De Turris ne approfitta per levarsi qualche
sassolino dalla scarpa. Implicitamente da del coglione a Fanucci,
perchè invece lui guardando già la copertina capisce la natura
dell'operazione, mentre Fanucci no. Quindi ne approfitta per dare per
l'ennesima volta del ladro a Fanucci, per la faccenda del
Necronomicon, ormai passata in giudicato. Sostanzialmente lo accusa di
avere due pesi e due misure. Ecco io non vorrei sentirmi colui che
ruba a casa del ladro. La nostra operazione non dovrebbe trovare
legittimità nel solo fatto che Fanucci sia stato riconosciuto
colpevole di altre nefandezze, la cosa è irrilevante. Anche perchè a
tutto pensavamo fuor che a colpire Fanucci con l'antologia.
La rottura avvenne con Fanucci padre, non con Fanucci figlio.
Di Fanucci padre ho un ottimo ricordo.
Sergio, anche quando mi riconosce ed è cordiale con me, mi mette a disagio.
Il motivo della rottura è stato essenzialmente tecnico, diciamo così.
L'editore, sottoposto a qualche pressione (minacce di vario tipo, tipiche dell'epoca) per un po' resistette, ma poi pregò la coppia di ridurre al minimo l'apparato saggistico o di limitare quella che riteneva una eccessiva ideologizzazione nei loro scritti.
De Turris se ne andò. Fusco un po' meno; iniziò un lungo sodalizio con Pilo presso la Fanucci.
Dopo la rottura con Pilo ci furono contatti fra Sergio Fanucci e de Turris.
Ma il figlio non era il padre, nonostante all'epoca le idee dei due fossero abbastanza in sintonia.
Successivamente corse voce che la questione fosse politica.
Ma Fanucci padre nonostante si dichiarasse antifascita, sapeva benissimo chi fossero de Turris e Fusco.
Da tre o quattro anni gdt e sf hanno ripreso i contatti.
Fusco era praticamente irraggiungibile. L'ho rivisto, a Fiuggi, con estremo piacere, lo scorso anno.
Appunto. E' quanto meno singolare che mentre il buon Sceriffo persevera a ignorare la cosa, sia Fanucci a sbottare. Questo mi lascia pensare (sicuramente male) che qualcuno sia disposto a cavalcare una certa onda, anche a costo di alimentare da solo lo "scandalo".
Philip X. Dick
no, non direi.
Sinceramente, io tutta questa faccenda la vedo da un punto di vista puramente teorico.
Dal punto di vista pratico è ovvio che non si regge in piedi, che è una cosa sulla quale c'era solo da farsi una risata.
Che abbia ragioni legali o meno, è indiscutibile che Fanucci avrebbe avuto tutta la convenienza, sia dal punto di vista dei rapporti personali, sia dal punto di vista dell'immagine pubblica, a prenderla sul ridere e magari farci su una battuta. Che poi probabilmente è la stessa reazione pubblica che avrebbe avuto Cofferati, se avesse voluto commentare la cosa.
S*
suvvia.....
Fanucci sta soltanto mettendo in pratica qualche tattica di guerrilla marketing,
minaccia a destra e a manca, ma con il dichiarato intento della pubblicita' su i suoi prodotti. Inoltre il fatto che la cosa sia uscita sul "riformista" ( quotidiano della fazione cofferatiana) induce a pensare che ci si sia voluti premunire da imbarazzi provenienti da quelle sponde.
Non dimentichiamo che la firma di Evangelisti e di molti altri importnati e seguiti autori è, giustamente, segno di qualita' narrativa.
Eviterei di dare cosi importanza alle frasi di fanucci, quindi, che sono piu di circostanza che di sostanza. Non eviterei invece di fare pubblicita' al libro del Crash che merita rispetto, a questo punto, anche per come e' lanciato.
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