L’Incanto del Lotto 49: Nelle spire del Trystero

Ancora movimenti oscuri e cospirazioni si scontrano ne L’Incanto del Lotto 49. Questo è il più breve dei romanzi di Pynchon, tanto da non essere considerato nemmeno tale dal suo stesso autore. Nell’entusiasta affinità di Pynchon con le dimensioni sproporzionate, anche per struttura quest’opera si avvicina di più alla forma del racconto. Incentrato sulle peripezie di un unico personaggio principale, la protagonista Mrs Oedipa Maas, giovane repubblicana inaspettatamente investita del ruolo di esecutrice testamentaria da un estinto miliardario californiano, L’Incanto del Lotto 49 trascina il lettore in un turbine di inganni personali, falsità storiche e complotti politici, in cui ben presto si finisce col perdere l’orientamento.Il Lotto 49 del titolo è una raccolta di francobolli molto particolari. Si tratta di falsi autentici, dal valore inestimabile, della collezione del defunto Pierce Inverarity. Francobolli a cui si accompagna un messaggio indecifrabile, che si associa a un servizio postale indipendente e clandestino: RIFIUTI. Scoprire cosa sia o significhi questo marchio sinistro, diventa la missione di Oedipa. Nel corso delle sue indagini private, la protagonista scopre così le trame di una cospirazione (o, meglio, la Cospirazione per antonomasia) che attraversa la storia dell’occidente dal Medioevo a oggi. A muovere le fila del complotto, più che una persona o un gruppo occulto, sembrerebbe essere piuttosto un’Entità, dagli attributi perfino sovrannaturali visto che nella sua contrapposizione all’Ordine secolare del Sacro Romano Impero assume la connotazione dell’Avversario, con chiara valenza biblica. Il suo nome è Trystero, la sua firma un corno da postiglione ammutolito da una sordina,
emblema di un mistero e di un conflitto sotterraneo. In questo parallelo, l’antico impero germanico finisce per diventare un prototipo dei nuovi Stati Uniti d’America.Come scoprirà Oedipa al termine di una perseverante ricerca della verità, il Trystero si richiama al nome del suo fondatore, un nobile diseredato spagnolo che organizzò sul finire del XVI secolo un sistema postale alternativo all’ordine costituito dei Thurn und Taxis, servizio ufficiale in Europa che affondava le sue radici nelle staffette organizzate nella regione bergamasca da Omedio Tassis, bandito da Milano nel 1290.Nella sua contrapposizione al potere del servizio legale, il Trystero aveva finito col confondere le carte più di una volta, abbracciando di volta in volta la causa controrivoluzionaria, quella anarchica o quella repressiva. In America, verso la metà del XIX secolo, s’era scontrato con il Pony Express e Wells Fargo servendosi di banditi vestiti in nero o mascherati da indiani. Tracce che sopravvivono ancora nel delirio farmacologico di un vecchio rinchiuso in ospizio, nella cui testa le immagini di Porky Pig alla TV hanno il potere di mischiarsi alla rimembranza dei resoconti dell’evento ascoltati dalla voce del nonno. Oppure nell’adattamento teatrale di un dramma della vendetta a firma del giacobita Richard Wharfinger, La Tragedia del Corriere.Inesorabilmente, Oedipa scivola in una spirale da incubo. Dapprima le nebbie che oscurano la vicenda e che nascondono molti altri segreti della recente storia americana, tra i quali una strage di soldati nella quale sembrerebbe esserci lo zampino del Governo e di Cosa Nostra. Poi il loro diradarsi, che sembra solo preludere a nuovi, più infausti misteri. Il suo ruolo di
esecutrice testamentaria potrebbe imporle una redistribuzione delle proprietà del vecchio miliardario defunto ai singoli membri del Trystero (centomila persone? un milione? svariate decine di milioni, più probabilmente). Oppure mettere a repentaglio la sua stessa vita, visto che chi ha preso le redini dell’organizzazione dopo la morte di Inverarity sembrerebbe intenzionato a conservare l’alone di segretezza che circonda da sempre le sue attività. È solo il preludio all’inevitabile, che si compie con la scoperta del significato della sigla RIFIUTI: Rinasce Invincibile Fermo Invitto Unito Trystero Immortale! Il Trystero potrebbe essere infiltrato ovunque: potrebbe avere ormai vinto la sua secolare battaglia…Semplici paranoie o paure fondate? Chi è dalla parte del giusto? Chi del torto? Giunti all’ultima parola, nemmeno Oedipa è ancora riuscita a capirlo, per quanto sia certa che il velo di Maya sulla sua realtà sia prossimo a svelare l’arcano.

 

V.: Il principio della femminilità e l’archetipo della decadenza

 

Prima dell’esoterico Lotto 49 e del poderoso Arcobaleno, Pynchon aveva però già avuto modo di confrontarsi con le sue tipiche ossessioni. V., suo romanzo d’esordio, racchiude tutti gli elementi che poi sarebbero stati approfonditi e sviscerati nelle opere successive. Il mistero, la paranoia, l’ironia, il senso della ricerca, l’indecifrabilità degli eventi, la schizofrenia della sorte.Chi o cosa è V.? Entità misteriosa a cui è stata indetta una caccia senza tregua e che tutti si affrettano a dimenticare dopo averla accidentalmente incrociata sul loro cammino, V. sembra incarnare il principio stesso della femminilità e assume di volta in volta sembianze mutevoli e identità di donne: la giovane e precoce Victoria, l’indecifrabile nobildonna Vera Meroving, un topo cattolico (avete letto bene!) di nome Veronica… Ma così come muta la sua identità cambiano anche i suoi atteggiamenti e non esiste sfumatura nello spettro emotivo che V. non abbia sperimentato nel suo percorso di maturazione. La sua capacità di immedesimazione, il suo trasformismo, le sue doti mimetiche non hanno eguali, tanto da raggiungere l’identificazione con la città della Valletta a Malta, fulcro geografico della vicenda, e addirittura con l’immaginaria terra di Vheissu, meta di fantasiose missioni esplorative.Con V. sono già evidenti tutti i caratteri che renderanno celebre il suo autore, diventandone un inconfondibile marchio di fabbrica: la trama come pretesto per presentarci una variegata casistica umana, inevitabile visto l’elevato tasso entropico delle vicende narrate e l’attitudine alle digressioni. Sono questi gli elementi che rendono sperimentale la scrittura di Pynchon e trasformano il romanzo in una mappa ipertestuale. La lettura diviene quindi un’esperienza multimediale interattiva: al lettore si chiede un coinvolgimento dinamico nella ricostruzione dei legami tra i personaggi, dei loro movimenti avanti e indietro nello spazio e nel tempo.Come per il successivo Arcobaleno della Gravità, senz’altro più compiuto e maturo, anche la trama di V. è irriducibile in poche righe, che risulterebbero comunque criptiche. Basti dire che nelle sue pagine i personaggi dipingono una pittoresca galleria umana muovendosi a scatti lungo una parabola temporale di quasi sessant’anni (dalla crisi di Fashoda del 1898, preludio alla Prima guerra mondiale, al 1956), avanti e indietro tra l’Africa (Egitto e Namibia), l’Europa (Parigi, Firenze e Malta) e l’America (la costa orientale, tra Long Island, Nueva York e Norfolk).Benny Profane è un italoamericano di padre siciliano e madre ebrea e si crede uno schlemihl, un oggetto non più animato in balia degli eventi (un preterito ante litteram, dunque).