Andiamo al passo successivo? Proviamo a considerare il caso di un non vedente afflitto anche da sordità. Inserito un chip nel cranio, ci sarebbero difficoltà ad inserirne un altro in grado di interpretare i segnali sonori? Immagino proprio di no, anche perché lo stesso discorso fatto per l’occhio bionico potrebbe essere ricreato – opportunamente adattato – per un orecchio bionico. Attualmente, per l’occhio bionico il coordinamento delle informazioni avviene tramite un microcomputer esterno al corpo umano, ma credete che ci sarebbero grandi problemi a integrare l'elaboratore nell’organismo, da qui a venti anni per esempio? Io immagino di no. Impiantato il microcomputer avremmo la possibilità di far vivere una buona qualità di vita a molti umani che oggi non vedono e/o non sentono, oppure che non percepiscono odori e/o sapori. Avremmo nella testa, noi umani quasi postumani, una serie di sensori in grado di garantirci ciò che la natura o il destino ci ha tolto; provate, perciò, a immaginare la possibilità d’integrare all’occhio bionico l’eventualità di far udire suoni. Ma non solo. Fin qui ho soltanto fatto riferimento a coloro che hanno disturbi più o meno gravi dei principali sensi, ma ho omesso di dirvi l’estrapolazione più fantastica: se ho un chip sul bulbo oculare e sul nervo uditivo, e anche un microcomputer dentro che mi coordina i sensi amplificati – e sia, facciamolo anche dotato di una piccola memoria interna... - posso fissare nella memoria ausiliaria un fotogramma o un piccolo filmato – attenzione, sarebbe proprio ciò che ho visto!! -

Schema propedeutico all'occhio bionico
Schema propedeutico all'occhio bionico
magari associandoci anche il suono che in quel momento si stava propagando intorno a me. Pensate a una festa di compleanno: vedo la torta, sento gli applausi e le urla d’auguri, e fermo quell’istante nella memoria interna al microchip che ho in testa. Esattamente la stessa cosa che fate oggi con un telefonino di nemmeno ultima generazione. Vi dice nulla tutto ciò? Ho realizzato un filmatino multimediale, che posso spedire al mio telefonino per trasmettere, che so, un MMS dell’esperienza che ho realmente vissuto. A questo punto, è inutile dirvi che potrei colorare il tutto con le sfumature del mio stato d’animo, proprio quello che avevo nel momento in cui eseguivo la registrazione del clip, ma concordo con voi che ora è correre un po’ troppo, ed è bene che ciò e molto altro rimanga ancora nella sfera della fantascienza. Vi sentite di affermare ancora che ciò che ho appena detto possiede un’alta percentuale di fantasia oppure cominciate a capire le straordinarie potenzialità che si aprono all’umanità, così da sfociare nella postumanità? Mi sono tenuto basso, molto basso; ho semplicemente estrapolato da un paio di fatti veri intrinsecamente legati un possibile scenario avverabile da qui a pochi anni, forse davvero una ventina. Il cyberpunk è proprio morto.