Non è un caso, dunque, che lo scrittore newyorchese scelse proprio la figura di Spock per scrivere uno degli episodi più belli di tutta la serie. L’ufficiale scientifico dell’Enterprise non solo è l’unico alieno a bordo di un’astronave piena di terrestri, ma si sente alieno anche fra i suoi simili, i vulcaniani, che hanno imparato a reprimere le proprie emozioni e a costruire la propria identità attraverso l'utilizzo della pura logica. Un vero problema per Spock, la cui madre è una terrestre. Di conseguenza è considerato da tutti un mezzosangue, ma il vulcaniano è in realtà alla ricerca della propria identità, del proprio posto nell’universo. Così come lo sono i protagonisti dei romanzi e racconti di Sturgeon: bambini e ragazzi perseguitati, destinati a grandi cose grazie ai poteri di cui spesso sono dotati, ma anche bersagli preferiti di una cinica e incomprensibile società. Uno scrittore “umanista”

La potenza della narrativa sturgeoniana si esalta proprio nella descrizione della psicologia dei personaggi, che procede per accumulazione di dettagli, di sensazioni, di stati d'animo: il tutto per tratteggiare l'anima inquieta e inquietante dei protagonisti delle sue storie. Una sensibilità che lo ha distinto dai tanti autori della cosiddetta Età dell’Oro della fantascienza, dove più che il lato psicologico dei personaggi, prevaleva la descrizione della pura avventura: eroi, armi di distruzione completa, implacabili nemici, principesse da salvare. Per lui, infatti, si è coniata anche la definizione di “fantascienza umanista”.Questa sua particolare dote, gli ha permesso di trattare anche temi scottanti, come la sessualità. Un mondo proprio perduto (The World Well Lost, 1953), ad esempio, è un racconto che narra le vicende di due alieni omosessuali, mentre l'amore verso creature non umane è il nucleo di in To Marry Medusa (1958). Ancora, in uno dei suoi romanzi più interessanti, Venere più X, Sturgeon introduce una strana razza d’individui bisessuati. Il protagonista del romanzo si chiama Charlie Johns e al suo risveglio da un sonno di cui ignora persino la causa, scopre incredulo di trovarsi in un mondo completamente alieno: è il mondo segreto dei Ledom. Charlie è stato portato fra loro per osservare, imparare e soprattutto criticare quella civiltà che a prima vista possiede i connotati dell’utopia. L’altro grande tema della narrativa sturgeoniana è l’amore, il cui mistero sembra sfuggire tanto ai personaggi delle storie, tanto al loro autore. Un esempio, in tal senso, è proprio Il duello, dove, con gran maestria e tatto, Sturgeon fece passare sotto il naso dei censori del canale televisivo NBC, l’idea di un uomo pieno di ardore sessuale, a caccia di una preda (femminile) e pronto a battersi fino alla morte. Non c’è dubbio, comunque, che quella storia fece diventare Spock, e il suo interprete Leonard Nimoy, un personaggio complesso e molto affascinante, soprattutto per il pubblico femminile.

La carriera televisiva di Sturgeon

La carriera letteraria dell’autore di Nascita del Superuomo, continua parallelamente a quella televisiva. Nel 1967, firma insieme a John W. Bloch la storia dell’episodio The Betrayed, della

serie televisiva The Invaders. Il plot del telefilm è incentrato sull’architetto David Vincent, unico testimone di un’invasione da parte di alieni provenienti da un pianeta morente. Assunte le sembianze umane, gli alieni tentano di conquistare la Terra attraverso l’inganno e David si vedrà costretto a convincere i suoi simili dell’incombente minaccia. Nell’episodio scritto da Sturgeon, la fidanzata di David è ricattata affinché sottragga il nastro di un computer che proverebbe l’esistenza degli alieni.Nel 1971, un suo racconto Slow Sculpture, vince, il premio Hugo, come miglior racconto. E forse è proprio il racconto, la dimensione ideale della narrativa sturgeoniana. Molto famose, anche in Italia, sono, infatti, le raccolte di racconti e romanzi brevi, quasi tutte pubblicate in Italia: Medusa e altri dei (Caviar, 1955), Profumo d’infinito (A Touch of Strange, 1958), La stirpe di Giapeto (Aliens 4, 1959), Orbite perdute (Sturgeon in Orbit, 1964), Il mondo di Theodore Sturgeon (Sturgeon is Alive and Well…, 1971) e la raccolta dei primissimi racconti, non di genere fantastico, Un dio in giardino (Egoist, 1999). Il meglio di questa produzione è uscita su storiche riviste come Astounding Science Fiction, Unknow e Galaxy.

Tre anni più tardi, Sturgeon adatta per la televisione un suo romanzo, Killdozer!, il cui protagonista è un caterpillar invasato.

Sempre nel 1974, lo scrittore americano scrive un episodio della seconda stagione di Land of the Lost, serie per bambini in cui un ranger e i suoi due figli sono catapultati in una Terra popolata da dinosauri, scimpanzè e uomini delle caverne e qui si ritrovano a dover sopravvivere quotidianamente. Il telefilm è stato uno dei più popolari degli anni Settanta ed è andato in onda sul network Nbc dal ‘74 al ’77, avvalendosi tra l’altro di molti scrittori di science fiction, come Ben Bova, Larry Niven, David Gerrold e Norman Spinrad.

Nel 1985 e nel 1986, due suoi racconti sono adattati per la riedizione della famosa serie televisiva Ai confini della realtà (The Twilight Zone). Si tratta degli episodi A Matter of Minutes, tratto dal racconto Yesterday was Monday, apparso su Unknown nel giugno 1941 e A Saucer of Loniless, basato su A Saucer of Loneliness, pubblicato sul numero di febbraio del 1953 di Galaxy.

Dopo la morte - avvenuta nel 1985 ad Eugene, nell'Oregon -, i suoi manoscritti sono stati depositati presso la University of Kansas, che ha istituito, nel 1987, il Theodore Sturgeon Memorial Award.

La famosa Legge di Sturgeon non si può certamente applicare alla sua narrativa: “Il 90% della fantascienza è spazzatura, perché il 90% di tutto è spazzatura. Ecco perché la gente è così eccitata quando trova quell'altro 10%”. Lo dimostrano le continue ristampe, in Italia e nel mondo - delle sue opere.