- E non hai nemmeno la decenza di nasconderlo? - esclamò l'eroe, protendendo la marmorea mascella in un gesto d'epica incredulità.

- O frutto dei miei lombi, perché ti scaldi in questo modo? - intervenne il saggio Thornéode. - La tua sposa non ha fatto altro che seguire il tradizionale costume delle nostre genti.

- Che Kronos stai dicendo, padre?

- Solo la verità, o stirpe della mia stirpe: è uso dell'Ellade che i guerrieri partano per gloriose imprese, guerre dinastiche o intrepide odissee, che gli aedi ne cantino le gesta al suono della cetra, e che le mogli rimaste a casa ne approfittino per darsi a mitiche trombate. Ciò è noto a tutti, anche se non è epicamente corretto parlarne.

- Non ti credo, padre!

- Ma sì che mi credi. Pensa a quella maialona di Penelope e ai suoi amichetti proci.

- Il laerzìade Ulisse dal multiforme ingegno li uccise tutti e vendicò il suo onore! - esclamò furente Ridgemante, sguainando la spada.

- Macché: quel finale è stato aggiunto dall'editore per politica di marketing. In realtà fondò la cooperativa "Proci con le ali s.r.l.", chiese un prestito in banca, aprì un fast food chiamato "Al cornutone" dove si mangiava la migliore Feta e si beveva il migliore Retsina di Itaca, fece i miliardi e morì a novantatré anni per eccesso di colesterolo.

Il possente Ridgemante assunse un'espressione pensosa.

- Insomma, io che dovrei fare, adesso?

- Semplice: fare come Polifemo.

- Cioè?

- Chiudere un occhio.

- Ma il mio onore di guerriero? La mia rispettabilità d'eroe epico e invitto?

- Resterà senza macchia. L'importante è che dal Ponto Eusino alle Colonne d'Ercole nessuno mai venga a sapere che...

Si voltarono tutti verso il canneto.

- Diòcle! - commentarono in coro.

Questa volta Ificle fu sicuro che parlavano di lui.

* * *

L'alba vestiva di una luce di perla la pianura dell'Attica, come se duemilacinquecento anni fossero passati in un solo attimo di fulgore accecante.

Il giovane in jeans e giacca a vento tecnica si gingillò davanti alla telecamera, poi fece finta di inerpicarsi su un'erta sassosa, facendo in realtà solo pochi passi.

- Se avete la pazienza di seguirmi... - recitò in onore del microfono. - Vi mostrerò qualcosa di nuovo sugli Acghei.

- Gli Achei, Alberto! - sussurrò in tono esasperato una voce fuori campo.

- Gli Acghei, dicevo - proseguì il giovane - vestivano di pelli d'orso, portavano berretti di volpe e vivevano lungo le rive del più grande fiume d'Europa, che essi chiamavano Istro.

- Ha bevuto di nuovo, quel deficiente? - protestò la voce di prima. - Come vorrei cacciarlo a calci in culo! Se solo non fosse il figlio di...

- Se avete la pazienza di seguirmi, v'illustrerò l'ultima scoperta archeologica della campagna di scavi condotta dal professor Monfredi... - il giovane discese una scaletta a pioli, ritrovandosi in una fossa colma di cocci d'anfore, tripodi e lebéti di bronzo.

- Queste dovevano essere le cantine del palazzo reale - sussurrò. - Il ritrovamento rappresenta una novità assoluta rispetto a quanto si sapeva degli Acghei. Per la prima volta si è scoperto che quest'antico popolo utilizzava capitelli di colonna anche come pietre tombali. La salma del guerriero portata alla luce dagli archeologi era completamente incastonata nel marmo. Sembrava quasi che avessero voluto nasconderlo... Un po' come le vittime della "lupara bianca", i cadaveri fatti sparire nelle colate di cemento nei cantieri delle nostre regioni meridionali, non per niente antiche colonie greche. L'accostamento è stato suggerito dagli stessi archeologi, che lo definiscono un ulteriore esempio del retaggio storico della Magna Grecia... Come dice il professor Monfredi: "La memoria è la parte più nobile dell'essere umano. Senza la memoria non c'è identità e non c'è nemmeno alcuna coscienza di esistere..."

- "Ma anche il conto in banca, devo dire, non è che sia da buttar via" - concluse la citazione la voce fuori campo.

Tutti furono d'accordo.

FINE