Delos 30: Il cuoco di Urania di Luigi Pachì

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il cuoco di urania:

massimo mongai

Quest'anno il Premio Urania parla di cucina: infatti il vincitore, in uscita proprio questo mese, è il romanzo Memorie di un cuoco d'astronave di un autore esordiente, Massimo Mongai. Siamo andati a scoprire chi è.

Delos: Che rapporto hai con la letteratura in genere e come ti sei avvicinato alla letteratura del fantastico?

Massimo Mongai: Con la letteratura in genere (intendendo quella mainstream) ho un rapporto complesso fatto di amore e pigrizia: amo leggere ma sono pigro e mi fa fatica cominciare, se comincio vado avanti fino al primo intoppo o segno di noia e allora mollo lì il libro come scottasse e non lo prendo più in mano; ciò nonostante ho una libreria di oltre 3000 libri, e se consideri che periodicamente ne vendo, ne butto, o ne regalo molti, avrai una idea di quanti ne ho letti, il che ti da una misura di quanto ami leggere: al punto di vincere la pigrizia. Analogo discorso con la Fantascienza, mentre amo di meno la Fantasy (se la intendiamo nei termini una volta più usati di Sword & Sorcery; in Inglese il termine Fantasy comprende Tolkien ma anche Peter Pan: il primo non mi ha entusiasmato, il secondo per me è un modello di vita e di comportamento).

Delos: Quali sono i tuoi autori preferiti? Qualche titolo?

Massimo Mongai: Philip Jose Farmer primo fra tutti, poi Asimov, Poul Anderson, Van Vogt, Beam Piper. Fra i titoli, rispettivamente, beh, il Ciclo del Fiume della Vita e quello dei Signori degli Universi; le storie del Tenente Dominic Flandry; la crociera dello Space Beagle e la serie dell'Impero dell'Atomo; i Vichinghi dello Spazio e Lord Kalvan di Altroquando.

Delos: Qual'è stata la molla principale che ti ha spinto a scrivere di fantascienza?

Massimo Mongai: Un sentimento misto di invidia ed indignazione, più il caso. Cinque anni fa, più o meno, ho incontrato un ex compagno di classe che non vedevo dalla maturità (cioè da 22 anni!). Chiacchierando del più e del meno mi ha detto che quindici anni prima, ai tempi dell'università, lui aveva partecipato a un premio letterario (non ricordo quale) [il premio Mary Shelley, organizzato dal Club Fantascienza Padova, ndr] per racconti brevi di Fantascienza ed aveva vinto il secondo posto. Per di più il primo lo aveva vinto un altro tizio che io del tutto per caso (dato che il mondo è piccolo) conoscevo da due anni e che faceva lo sceneggiatore (come me, allora, da un paio d'anni). Beh, il punto era che io non avevo mai pensato che questa persona (pur gradevole e simpatica) fosse un creativo, anzi: il creativo della classe ero io, non lui (non a caso poi io ho lavorato per 14 anni come copywriter e lui come insegnante); lui invece era (è tuttora) un bravo sceneggiatore ma pensavo (e penso) che fosse anche una persona chiusa, un po' arida ed acida. Insomma entrambi erano la negazione dello stereotipo del creativo nel quale io mi identificavo. Giuro che ho avuto una fitta di invidia mista ad indignazione! Caso ha voluto che il giorno stesso notassi una piccola manchette pubblicitaria su Wimbledon, grande rivista di letteratura ahimé, ormai defunta, in cui si pubblicizzava il Premio Courmayeur. In breve: ho scritto un racconto di una dozzina di cartelle e l'ho spedito. Sono finito sesto su quasi 200 quell'anno il che non è stato male per un principiante! Mi sono talmente entusiasmato che ho deciso di scrivere un romanzo per partecipare al Premio Urania. Ed eccoci qua.

Delos: Cosa rappresenta per te la fantascienza? Una letteratura di idee, pura evasione?

Massimo Mongai: Direi decisamente entrambe le cose, ma se una delle due cose deve prevalere, meglio la seconda. Anche perché dell'"evasione" in genere io penso che, se è da una prigione, vuol dire che è verso la libertà.

Delos: Quali sono secondo te i migliori modelli narrativi proposti in settanta anni di fantascienza?

Massimo Mongai: E perché solo 70? Tendenzialmente quelli degli autori che ho citato: diciamo space-opera, imperi galattici, viaggi nel tempo, mondi paralleli, sesso con gli alieni, disintegratori. Ma soprattutto, niente intellettualismi: congiuntivi corretti e poco di più.

Delos: Hai preso qualche spunto da questi modelli per il tuo romanzo?

Massimo Mongai: No, li ho proprio saccheggiati a man bassa direi, senza copiare, ma ispirandomi molto liberamente. Che ci sia o meno riuscito, poi è tutto da vedere, naturalmente. Giudicherà il pubblico.

Delos: Ci puoi anticipare brevemente il tuo libro che uscirà su Urania ad ottobre?

Massimo Mongai: Molto in breve è la storia di un cuoco, anzi di un capo-cuoco umano su una astronave da spaziofondo nel 25mo secolo dell'era volgare, raccontata in una decina di episodi. Ricette comprese, più un po' di sesso quà e là. Tutto è nato da una chiaccherata con mia moglie al ristorante, dopo che eravamo stati a ritirare la targa del Premio Courmayeur e da una domanda: come cavolo si fa a fare un sufflé di formaggio in assenza di gravità?

Delos: Quanto tempo hai impiegato per realizzare il tuo lavoro revisioni comprese?

Massimo Mongai: L'idea originale in due ore e due bottiglie di Novello chiaccherando con mia moglie: io pontificavo quasi ubriaco e lei mi sopportava ridendo, la stupida. Poi un paio d'anni per scrivere le prime 125 cartelle e infine un mese di lavoro a 5 ore al giorno per ultimare la prima stesura delle altre 125 cartelle e le revisioni, per riuscire a spedirlo in tempo, l'ultimissimo giorno!

Delos: Che significato ha avuto per te vincere il premio urania 1997?

Massimo Mongai: Come ho scritto nella mia piccola autobiografia sul volume in uscita, sono orgoglioso e soddisfatto di averlo vinto: me ne vanto proprio, nel senso che importuno la gente per dirglielo, tipo, indovina chi è il vincitore del Premio Urania di quest'anno? Non ci credevo, ci speravo ma non ci credevo. Adesso lo considero il punto di partenza di una nuova possibile carriera: il progetto è vedere se riesco a vivere scrivendo fantascienza.

Delos: Hai già in mente altre storie su questo genere o pensi di spostarti verso una fantascienza più tradizionale (senza cuochi per intenderci)?

Massimo Mongai: Sì ad entrambe le domande: ho già scritto una scaletta di una decina di cartelle per il seguito della storia di Rudy "Basilico" Turturro e penso proprio che lo scriverò entro l'anno prossimo; ma sto scrivendo anche altre due storie completamente diverse. Comunque guarda che la storia di Turturro è assolutamente "tradizionale" e in linea con la fantascienza di genere puro; non è colpa mia se nessuno ha mai scritto prima (mi pare...) qualcosa sulle cucine e sui cuochi di una astronave; quando ci saranno le astronavi intergalattiche ci saranno anche cuochi e cucine a bordo, ci puoi giurare. Anzi, un ricettario per astronauti ed una vera e propria "cuisine" spaziale esistono ormai da una trentina d'anni. Yuri Gagarin ha volato poche ore e forse è stato a digiuno, ma tutti quelli dopo di lui hanno mangiato anche a 450.000 chilometri dalla terra (sorvolando l'altro lato della Luna, nel 1969) e per diverse settimane. E sulla MIR "cucinano" da più di 10 anni. O no?

Delos: Pensi di scrivere qualcosa che non sia necessariamente SF o fantasy in futuro?

Massimo Mongai: Senza dubbio. Per altro, come ho già accennato, il mio lavoro principale per ora è quello di sceneggiatore. Amerei enormemente scrivere una sceneggiatura di un film di fantascienza. En passant Nirvana mi è piaciuto, non mi ha entusiasmato ma mi è piaciuto.

Delos: Che ruolo ha la televisione nella tua vita?

Massimo Mongai: Perverso. Posso benissimo farne a meno (nel senso che se ce l'ho in casa è solo perché mia moglie la vuole tenere), ma se la accendo ci resto davanti come un cretino per ore, facendo zapping fino all'una di notte. Diciamo che vedo volentieri i film, qualche trasmissione che mi piace (tipo Avanzi o Mai dire Gol) e che odio i varietà, le trasmissioni a giochi e la pubblicità.

Delos: Il tuo rapporto con la rete delle reti, internet?

Massimo Mongai: Complesso. Ho una E-mail presso una libreria romana, Bibli, e uso i loro server per fare web-surfing. Ritengo sia una delle migliori fonti di informazioni che esistano oggi, il luogo ideale della serendipità. Ma a casa ho deciso di non mettermela ancora, un po' perché non voglio cambiare computer (il mio Mac Powerbook 140 è vecchio ma va come un treno e io odio spendere soldi per le innovazioni tecnologiche che diventano obsolete tre mesi dopo l'acquisto) un po' perché non sono ancora riuscito a decifrare il meccanismo dei costi.

Delos: Secondo te dopo cyberpunk e post-cyberpunk cosa attende gli appassionati di Science Fiction nel nuovo millennio?

Massimo Mongai: Non ne ho la più pallida idea! Penso però questo: i due generi che hai citato in fondo sono (secondo me) dei manierismi, interessanti e piacevoli da leggere senza dubbio, ma manierismi. Niente di veramente nuovo dunque. Sostanzialmente la fantascienza (qualunque cosa sia) è nata con la rivoluzione industriale (e tecnologica) del 1700 e con essa va di pari passo. A mio parere da Verne a oggi, non è sostanzialmente cambiata: il "Nautilus" e l'"Enterprise" sono due facce della stessa medaglia; quindi, a occhio, o su questo pianeta cambiamo radicalmente il nostro modo di vivere inventandoci chissà cosa, o la fantascienza resterà uguale a se stessa, un pozzo senza fondo di idee, personaggi, storie ed avventure. Quali non se ne trovano nella letteratura maistream, così te l'ho proprio detta tutta...