Tutto è iniziato, o per meglio dire, è ricominciato nel 2011 con L’Alba del Pianeta delle Scimmie, diretto da Rupert Wyatt, per poi proseguire nel 2014 con Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie, con Matt Reeves dietro la macchina da presa, per finire nel 2017 con The War – Il pianeta delle scimmie, sempre per la regia di Reeves. La trilogia che ha di fatto rilanciato l’iconica saga ha raccontato dal punto di vista di Cesare, una scimmia intelligente, diventata tale grazie a un farmaco sperimentale, la fine della specie umana e l’ascesa delle scimmie.

A sette anni dall’ultimo film, la 20th Century Studios ci riprova con Il Regno del Pianeta delle Scimmie, diretto da Wes Ball e interpretato da Owen Teague, Freya Allan, Kevin Durand, Peter Macon e William H. Macy. La pellicola è ambientata diverse generazioni dopo il regno di Cesare, in cui le scimmie sono la specie dominante che vive in armonia e gli umani sono costretti a vivere nell'ombra. Mentre un nuovo tirannico leader delle scimmie costruisce il suo impero, una giovane scimmia intraprende uno straziante viaggio che la porterà a mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato e a fare scelte che definiranno un futuro sia per le scimmie che per gli umani.

Immagine da <i>Il regno del pianeta delle scimmie </i>(2024)
Immagine da Il regno del pianeta delle scimmie (2024)

Il regista Ball è noto per la trilogia distopica Maze Runner – Il labirinto (2014), Maze Runner – La fuga (2015) e Maze Runner – La rivelazione (2018), che ha incassato quasi 1 miliardo di dollari al botteghino. Un successo di pubblico che lo ha portato dritto dritto nel regno delle scimmie. Una saga a cui il regista è molto legato fin da bambino, quando ricevette una videocassetta de Il Pianeta delle Scimmie del 1968, con Charlton Heston, che continuò a visionare moltissime volte per diversi anni. “Sembrava un’epopea storica”, ha affermato Ball. “Questo astronauta viaggiava nel tempo e si ritrovava in un mondo che sembrava quasi medievale, popolato da queste scimmie: fu il primo film di fantascienza che vidi. La rivelazione alla fine del film era un’idea sconvolgente, che diede inizio alla mia fascinazione per la fine del mondo”.

Così il destino ha voluto che nel 2019 ricevesse la proposta di ravvivare l’iconico franchise, ma inizialmente non era interessato. “La verità è che la mia prima risposta è stata ‘assolutamente no’”, ha ammesso Ball. “Come avrei potuto proseguire la storia degli ultimi tre film? Non ero interessato a raccontare le avventure del figlio di Cesare, anche se sarebbe sicuramente una storia grandiosa. Allo stesso tempo, non volevo abbandonare ciò che Rupert Wyatt e Matt Reeves avevano creato con la trilogia di Cesare. Avevano diretto dei film fenomenali”.

Tuttavia, una settimana dopo, un’idea ha iniziato a prendere forma nella mente di Ball. Era un’idea che lo ha immediatamente stimolato: una storia ambientata centinaia di anni dopo la morte di Cesare, avvenuta in The War – Il pianeta delle scimmie, e con un tono diverso… più avventuroso. “Era la storia di una giovane scimmia ingenua che non sa nulla del mondo esterno, un mondo in cui Cesare è divenuto una leggenda”, ha spiegato Ball. “Se negli ultimi tre film le scimmie erano nell’età della pietra, ora stanno entrando nell’età del bronzo. Iniziamo a vedere diverse culture che si sviluppano all’interno di ciascun clan. Vediamo ciò che è accaduto al mondo che è stato abbandonato, ciò che si eroso con l’assenza dell’umanità”.

Il film introduce nuovi personaggi e nuove storie, ma per i fan del franchise ci sono alcuni riferimenti a Cesare, che Ball ha definito: “uno dei grandi protagonisti della storia del cinema”. “Spiritualmente, Cesare è presente in tutti gli elementi di questo nuovo film. Le sue idee sulla moralità e la correttezza, il suo rapporto con gli umani: tutto ciò viene esplorato da un punto di vista quasi mitologico e credo che questo sia davvero entusiasmante”.

Particolare del poster de <i>Il regno del pianeta delle scimmie</i>
Particolare del poster de Il regno del pianeta delle scimmie

Mentre la storia di The War – Il pianeta delle scimmie era simile a quella di Mosè con Cesare, un leader con il peso del mondo sulle spalle, che soffriva per il suo popolo e lo conduceva alla terra promessa, questo film parla del processo di scoperta. È un racconto di formazione e un’avventura ambientata in un universo evoluto, dove possiamo vedere il decadimento del mondo umano e il modo in cui la natura ha reclamato la Terra. “Ho pensato che sarebbe stato davvero divertente mostrare un mondo in cui essenzialmente gli umani non ci sono più”, ha spiegato Ball, “e l’ambientazione è rappresentata dalle rovine del nostro mondo. Mi piaceva l’idea che gli edifici, e ciò che ne rimaneva, si stessero sgretolando. Il vetro non esiste più, perché è stato distrutto dall’erosione e dal tempo. Adoravo l’idea di mostrare il mondo che si trasforma in un panorama naturale, in cui i palazzi sono ricoperti dagli alberi”.

La ricerca degli attori più adatti a dare vita alle scimmie è stato un processo complesso per il regista, che per fortuna si è rivelato particolarmente fruttuoso e soddisfacente. “Per qualche ragione, – ha affermato Ball – ho avuto la grandissima fortuna di trovare dei giovani attori che funzionavano benissimo insieme, creando un’alchimia immediatamente visibile sullo schermo. Oltre a rendere il lavoro più semplice, perché tutti si trovavano bene l’uno con l’altro, è stata anche un’esperienza molto divertente. Si prendono cura l’uno dell’altro, si sostengono a vicenda e tirano fuori il meglio l’uno dall’altro”.

La parte più cruciale del processo è stata il casting di Noa, il giovane scimpanzé che fatica ad essere all’altezza delle aspettative di suo padre. Dato che gli è stato proibito di informarsi sul mondo al di fuori del suo villaggio, non sa nulla della storia della razza umana ed è ignaro del fatto che una volta erano la specie dominante. “Avevamo bisogno di una persona con uno spirito giovanile e una sorta di innocenza”, ha spiegato Ball. “In più, ci serviva un attore che si sentisse a suo agio a indossare un pigiama grigio e delle tute grigie attillate ricoperte di sensori, con una telecamera di fronte al volto, e ad andarsene in giro fingendo di essere una scimmia… non tutti sono in grado di riuscirci”.

Le riprese principali de Il Regno del Pianeta delle Scimmie hanno avuto luogo da novembre 2022 a giugno 2023 in diverse location del Nuovo Galles del Sud, in Australia. Per l’ambientazione del film, Ball aveva sempre immaginato un luogo non specifico, situato da qualche parte sulla costa occidentale degli Stati Uniti, e le sue immagini preparatorie raffiguravano un mondo bellissimo ma terrificante in cui la natura si era ripresa ciò che le apparteneva. I grattacieli sono consumati da rampicanti e le rovine delle città sono attraversate da fiumi impetuosi.

Quando si trattava di visualizzare il look del film, le dimensioni delle scenografie erano fondamentali per Ball e hanno richiesto la costruzione di enormi set. Il regista voleva che la maggior parte dell’azione si svolgesse all’interno di set reali, ma si rendeva conto che alcune scene avrebbero richiesto dei fondali creati in digitale. “In questo film, conduciamo le persone in un mondo che non esiste”, ha spiegato il regista. “Ovviamente ci sono molti effetti visivi ed estensioni digitali, ma tutto ha inizio dall’esperienza di trovarsi in un luogo reale, così da dare agli attori qualcosa a cui reagire”.

Nella storia, le varie civiltà e tribù delle scimmie si sono evolute in modi diversi e ora vivono in armonia con la terra e la fauna selvatica. “Il nido dell’aquila è il luogo in cui incontriamo per la prima volta i nostri protagonisti principali, i quali stanno affrontando una missione particolare che per loro rappresenta sostanzialmente un rito di passaggio”, ha continuato Ball. “Le aquile sono una parte molto importante della loro cultura e le scimmie di questo clan hanno questo rituale in cui si avventurano all’esterno e rubano delle uova d’aquila: quando l’uovo si schiude, ogni scimmia alleva fin dalla nascita la sua aquila, che diventa una sorta di compagno di vita per lei. E così, come parte del loro viaggio verso l’età adulta, i nostri personaggi devono fare questa scalata”.

Quando i membri del cast si sono presentati all’allenamento, il primo compito di Gauthier era quello di renderli estremamente consci del loro corpo. Ha pianificato una serie di esercizi per aumentare e sviluppare nuovi percorsi neurali così da fornire loro degli strumenti per muoversi come delle scimmie. Gauthier ha iniziato a lavorare con i membri del cast molto lentamente, sfidandoli a recitare non in modo psicologico ma in modo fisico. Andy Serkis, che aveva creato il cruciale personaggio di Cesare nei tre film precedenti, è stato ingaggiato come consulente speciale per arricchire il lavoro di Gauthier, aiutando il cast a perfezionare le voci e le caratterizzazioni dei personaggi. L’attore, acclamatissimo per il suo lavoro con la motion capture, comprende la psicologia che guida le scimmie meglio di chiunque altro.

Wes Ball ha affrontato Il Regno del Pianeta delle Scimmie come un film che onora la precedente trilogia de Il Pianeta delle Scimmie, ma non si tratta di un sequel diretto… infatti, apre un percorso tutto suo. “Siamo nello stesso universo, ma si tratta di una storia sulla rinascita e di un nuovo inizio, un nuovo capitolo in questa longeva eredità cinematografica”, ha affermato il regista. “Ho avuto un’idea molto semplice: il viaggio di formazione di una giovane scimmia e questi eventi straordinari che lo costringono ad avventurarsi in un mondo di cui non sa nulla. E scopriremo cos’è successo dopo la morte di Cesare, che in questo film è avvenuta diverse centinaia di anni fa. Il film parla dell’educazione e della presa di coscienza di Noa, che scopre un mondo più grande e delle idee più grandi”. “È un mondo romantico, non un mondo apocalittico distrutto”, aggiunge Ball. “Noa incontra due idee contrastanti su chi fosse realmente Cesare. Proximus Cesare ha assunto il ruolo di Cesare e lo ha rivendicato come proprio. Raka ha un’idea molto diversa. Quindi, ci sono interessanti parallelismi con le nostre storie mitiche e religiose. In un certo senso, il testimone di Cesare viene raccolto da Noa alla fine del film, e Noa diventa il portatore della vera essenza di Cesare”.

Come per tutti i film, alla fine solo il pubblico ci dirà se Il Regno del Pianeta delle Scimmie sarà riuscito nell’impresa di rilanciare il famoso franchise, ridando vita a una nuova storia che si svilupperà in una nuova trilogia.