Anche se il film in Italia esce il 22 maggio, gli addetti ai lavori in America (i gestori della distribuzione nelle sale cinematografiche) hanno potuto vedere un assaggio esteso del nuovo film di George Miller Furiosa: A Mad Max Saga, durante il CinemaCon della Warner Bros, tenutosi ai primi di aprile. Fatti salvi gli scontati toni entusiastici della stampa specializzata (a cui ci siamo ampiamente abituati), sembra che anche stavolta Miller abbia qualcosa di buono da raccontarci. Furiosa: A Mad Max Saga racconta la storia delle origini del personaggio della regina guerriera interpretato da Charlize Theron in Mad Max: Fury Road del 2015. Il filmato di Miller ha mostrato una storia in quattro brevi capitoli: il rapimento di Furiosa da bambina e la promessa di tornare a casa; la sua ribellione contro il suo rapitore; la sua formazione da mercenaria; e, in modo emozionante, il percorso assoluto di distruzione che lascia dietro di sé.

Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth sono i protagonisti e con loro ci sono anche Alyla Browne e Tim Burke. Miller ha scritto la sceneggiatura insieme al co-sceneggiatore di Mad Max: Fury Road Nico Lathouris.

Mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

“Per raccontare la storia di Mad Max Fury Road, avevamo deciso di costruire un background accurato che comprendesse ogni veicolo, ogni personaggio, ogni oggetto di scena. Siamo partiti da quel materiale per raccontare la storia di Furiosa” ha detto Miller. “Quando abbiamo avuto il via dalla produzione ho iniziato a pensare: Oh, forse potremmo ringiovanire Charlize. Allora ho deciso di vedere come si sono comportati alcuni registi che ritengo dei maestri come Ang Lee e Martin Scorsese, rispettivamente in Gemini Man e The Irishman, e mi sono reso conto che tutto quello che ti interessa è capire quanto funzioni la tecnologia, e per me non sarebbe stato convincente. Quindi ho iniziato a cercare una Furiosa più giovane e l’ho trovata in Anya Taylor-Joy, che ho apprezzato nel film di Edgar White Last Night in Soho Edgar Wright. Anya è una persona risoluta, determinata e rigorosa. Ha un fascino misterioso. E ha studiato da giovane come ballerina. Esattamente come Charlize e questo ha giocato a favore di una somiglianza fisica e caratteriale. Ovviamente la lavorazione non è stata semplicissima, come sempre quando giro questi film, abbiamo toccato l’apice con una sequenza di 15 minuti che ci ha richiesto 78 giorni per girarla e avevamo circa 200 stuntman al lavoro quotidianamente. Anya ha sapputo adattarsi benissimo a tal punto che se ci fosse una catastrofe nucleare, sono convinto che sopravviverebbe”.

Taylor-Joy ha detto a sua volta: “Il mondo di Mad Max, lo sappiamo, è un mondo selvaggio e violento, la madre di Furiosa viene crocifissa, e davanti a lei avviene il giuramento che spinge il mio personaggio sulla strada della vendetta. Questa è la storia dell'impegno incessante di una donna che oscilla tra il desiderio quasi nichilistico della vendetta e quello della speranza in un posto che la accolga come casa, che le ricordi quello che le hanno tolto. Non è solo un vengeance movie, è un film di George Miller, di quelli che lui visualizza con gli storyboard che dipinge e sui quali poi si discute in lunghe riunioni collegiali”.

Chris Hemsworth, che interpreta il personaggio di Dementus, conferma i lunghi colloqui con il regista per trovare la chiave dell’interpretazione del suo personaggio: “Dementus è pazzo e carismatico, è un individuo contorto, una specie di imbonitore di una tribù nomade, forse un mezzo profeta. Per un australiano come me lavorare con Miller è un sogno, ho visto tutti i film della saga, al cinema, insieme a mio padre, e, ovviamente, mi sono divertito enormemente a interpretare un cattivo, è una cosa che ho sempre saputo, i cattivi sono più stimolanti”.

Durante il CinemaCon di Las Vegas, Miller ha ricevuto il premio internazionale alla carriera nel cinema, e, in un dialogo con Andrew Cripps, presidente della distribuzione della Warner Bors, ha avuto modo di raccontare un po’ della sua vita e della saga di Mad Max. Tra le altre cose ha detto di essere stato “sempre interessato al cinema”, originariamente aveva studiato come medico, professione che ha esercitato fino al secondo episodio della saga “perché, anche se ha avuto successo, non pensavo di avere la stoffa per diventare un regista”.

L'idea per l'originale Mad Max è nata quando, da giovane medico ha incontrato un poliziotto che aveva assistito all'incidente mortale di suo figlio. “Mi ha davvero colpito e una cosa tira l'altra e alla fine abbiamo scritto un film”. L’idea era quella di realizzare un film “che si basasse interamente sul linguaggio visivo”. Originariamente il film non era stato concepito come ambientato in un mondo apocalittico. Ma quando Miller scoprì che era “quasi impossibile realizzare sequenze d’azione nelle strade di Melbourne nei giorni nostri e decidemmo di ambientarlo in un futuro distopico semplicemente perché potevamo girare in strade vuote, e quello era davvero un una fortuna perché una volta finito il film si è rivelato più allegorico di quanto avessimo pensato e questo è ciò che ha portato alla saga di Mad Max ed è anche la ragione per cui li faccio ancora, perché creano molta dipendenza. Tutti gli esseri umani, in ogni epoca, sono strettamente legati alle storie che vengono narrate, abbiamo bisogno di queste storie perché ci aiutano a vivere e decifrare la vita che viviamo. In Australia l’esempio più grande – ha continuato il regista – è quello dei nativi che sono riusciti a sopravvivere nonostante tutto quello che è stato fatto loro proprio grazie alle storie. Un narratore, di qualsiasi epoca, anche un regista è il tramite della Zeitgest che lo utilizza per narrare storie che sotto la loro superficie nascondono stimoli più profondi. La saga di Mad Max ha influenzato altri film, videogiochi, fumetti, perfino video musicali e pubblicitari, e quando un regista vede succedere questo grazie alla storia che ha raccontato non può che esserne lusingato perché sa di aver toccato qualcosa di profondo. E, nel mio piccolo, non posso che esserne lusingato”.