Nel decennio scorso, la novità più importante nel mondo della fantascienza è stata la creazione delle prime riviste elettroniche. Oggi ce ne sono parecchie, ma solo Delos, a mio giudizio, può ambire al titolo di rivista vera e propria: con un'ottima impaginazione, una grafica interessante e testi/immagini di buonissima qualità. Cento numeri, e se non sbaglio tutti o quasi tutti accessibili dall'archivio: il che vuol dire, per il lettore di sf, avere un'enciclopedia in fieri del suo amato genere con interviste, saggi, monografie, recensioni, schede, approfondimenti, narrativa. Inoltre, tutte le novità dell'editoria, del cinema e della TV a portata di clic. Solo nel 1990 sarebbe sembrato un sogno...

Le pubblicazioni online sono le uniche indispensabili in questi anni di ri-alfabetizzazione del mondo attraverso l'informatica: non per sminuire quelle cartacee, che hanno tutta l'autorevolezza della stampa, ma perché un testo che appaia su Internet appartiene al mondo e costituisce un contributo suscettibile di perenne miglioramento.

Da questo punto di vista, credo che Delos abbia realizzato l'utopia di quel vecchio racconto, Un logico di nome Joe, in cui Murray Leinster prevedeva con una cinquantina d'anni d'anticipo la creazione della rete. (Ma neanche Leinster ha osato anticipare i benefici che ne sarebbero venuti al mondo della sf!) È uno strumento di consultazione indispensabile, e, come si diceva un tempo per Locus, non voglio correre il rischio di restar senza per tutto il resto della mia vita! - Giuseppe Lippi

Perché amo Delos? È presto detto: se non ci fosse Delos, e tutta la famiglia che gli fa capo, a chi in Italia ama la fantascienza resterebbe poco (a parte Urania, che però è anzitutto una collezione di romanzi, e le riviste di Malaguti, un po’ difficili da reperire). Delos è l’equivalente italiano di Locus, con molto in più. Non solo notizie aggiornate, interviste e articoli, ma una centrale di continue iniziative, fondate su una piena comprensione delle potenzialità della rete. Il minimo che si possa chiedere a un cultore di sf è l’intuizione delle risorse offerte dal Web. Un unico appunto: reclamo, nei prossimi 100 numeri, il ritorno di Roberto Quaglia e delle sue “Cronache stocastiche”. Le ho lette tutte, sono diventato, per colpa di Delos, un quagliadipendente. Ora sono in grave crisi di astinenza. - Valerio Evangelisti

Arrivata al numero cento la rivista telematica Delos. Grazie Delos, grazie alle centinaia di collaboratori che hanno permesso di arrivare a questo traguardo. E grazie a Silvio Sosio che instancabilmente ha costruito numero dopo numero. Una volta c'era il Cosmo Informatore che teneva le fila dei lettori di fantascienza, Delos ha saputo continuarlo e rinnovarlo. E devo dire che lo ha fatto molto meglio di quanto riuscissi a farlo io e l'Editrice Nord. - Gianfranco Viviani

Ammetto la mia colpa.

Le prime volte che aprivo Delos, la mia prima impressione – virtuosamente – era: "C'è troppa roba, ci si perde". La vecchia virtù del risparmiare spazio. E in realtà non riesco mai a seguire fino in fondo la parte di Delos dedicata al cinema e alla TV. Mi limito a cercare di volta in volta gli argomenti che mi interessano.

Però, col passare del tempo, ho cominciato a chiedermi se la mia reazione non era dovuta all'abitudine alle riviste cartacee. Insomma, un vizio e non una virtù, al contrario di una famosa pubblicità. Anzi, forse bisognerebbe cominciare a pensare al contrario del solito. In genere si dice che il libro richiede una lettura attiva, mentre cinema e TV li guardi in modo passivo. E siccome il computer ha lo schermo e ci guardi – volendo – i filmati, finisce che lo consideri una piccola TV.

Dimenticando il suo aspetto interattivo.