Pensiamo alla rivista cartacea. La prendi, le sfogli, trovi tre o quattro cose. Fine. E un mucchio di riviste su rete sono la stessa cosa. Riviste cartacee che trovi su rete anziché all'edicola. Le scarichi, le stampi ed è tutto lì. Invece, leggendo Delos, sono progressivamente entrato nella filosofia del webzine. Avere sott'occhio l'informazione nuda, e poter aprire in cascata gli ampliamenti: note, illustrazioni, schemi, riferimenti, rimandi. Sotto questo aspetto, Delos è la più aggiornata che conosco, anche se mi pare di vedervi una certa diffidenza per gli esperimenti.Naturalmente, oggi come oggi, la cascata di finestre a un certo punto si ferma o riporta all'inizio, ma l'idea di base è quella, e andrebbe tenuta in mente da chi fa una rivista web.La raccolta di Delos, con la sua evoluzione nel tempo, è anche una sorta di manuale di grafica web. Sappiamo tutti che occorre anche dare un certo taglio agli articoli e montarli a strati anziché in linea, e tutti siamo abituati a scrivere per il cartaceo, ma è una trasformazione che sta già avvenendo.Se notate, anche nel campo cartaceo i romanzi e le traduzioni hanno oggi uno stile diverso, da qualche anno in qua.Resta un dubbio: gli articoli più ponderosi, i veri e propri saggetti di tipo storico o critico, possono essere scritti "per la rete"? o si perde una parte della loro "scientificità"?Potrebbe essere interessante provare… Salvatore! (nel senso di Proietti)Non usare le risorse della rete è come se il cinema si fosse fermato alla cinecamera fissa e con fuoco fisso… viva lo zoom e la carrellata!the end - Riccardo Valla 

Sono diversi i motivi che mi fanno sembrare importante Delos.

Iniziando a collaborarvi parecchi anni fa, ho gradualmente imparato a capire sul serio cosa significhi Internet e quali prospettive offra. Ero fresco reduce dalle BBS, le ormai mitiche arché della telematica in Italia, e approdare a Delos è stato un po’ come passare dal natio borgo selvaggio alla metropoli. Wow!

Poi, avere carta bianca per scrivere i miei ricordi, poter ricostruire a spezzoni più o meno casuali quasi l’intero arco della mia vita di professionista e di fan, è stato un grande piacere, nonché un onore concesso a pochi. E mi è servito da base essenziale per La mia love story con la fantascienza, l’autobiografia contenuta nella mia antologia Retrofuturo.

Al di là di queste ragioni personali, credo sia evidente a tutti quale fervida fucina, quale crogiolo d’idee e di talenti sia stata e sia Delos. Negli anni in cui le riviste italiane di fantascienza si sono quasi azzerate, ha saputo riunire attorno a sé buona parte dei nomi più significativi del campo, proporre una marea di racconti, articoli, rubriche, inchieste impaginate con impeccabile senso estetico. E serietà professionale.

Infine, Delos è stata il punto di partenza per una nuova casa editrice dalle attività multiformi, tra le quali, guarda caso, rientra anche la rinascita della rivista Robot. Si potrebbe chiedere di più?

Cento di questi cento numeri, Delos! - Vittorio Curtoni