No Delos? No Eliver! Ahi-ahi-ahi!Se non ci fosse stata Delos, non sarei qui. Anzi, forse non sarei nemmeno io: sarei un’altra persona.Probabilmente sarei una ricercatrice universitaria, con qualche racconto di fantascienza dimenticato nel cassetto e una fantasia uccisa dal grigiore della quotidianità accademica. Vivrei a Cagliari, sarei sicuramente una single incallita ma avrei un cane, un bassotto tedesco. Avrei anche un noioso sito web con un lungo e polveroso elenco di pubblicazioni ma non avrei mai tradotto un romanzo e quasi certamente non avrei mai sentito parlare di Fantaiku e di Podcasting. Quindi grazie Delos: mi preferisco come sono. - Elisabetta Vernier
Che impressione, Delos numero 100! Che cosa ha significato in questi anni, per me, il piccolo alieno verde? Mi vengono in mente tanti ricordi: l'incontro col duo Sosio-Pachì e gli altri della banda, l'invito a partecipare all'avventura, i primi numeri sul web ancora giovane e odoroso di futuro, e poi gli speciali, le interviste, i fumetti di Fantasia & Nuvole, le parodie di Sotto Spirito, quella scadenza mensile per gli articoli tanto ansiogena ma che - devo riconoscerlo - è un ottimo e forse unico antidoto alla mia orribile pigrizia. Ma più di questo, Delos per me ha significato e significa far parte di una squadra, confrontarsi e anche scontrarsi (perché un mondo dove tutti abbiano la stessa opinione sarebbe una noia mortale!) per migliorarsi e crescere. E ha significato tante opportunità, di far sentire la mia voce e la mia opinione su tanti argomenti, di entrare in contatto, attraverso i miei articoli, con VIP che consideravo irraggiungibili, di sentire che qualcosa di importante cresceva anche grazie al mio aiuto.Tra tutti questi ricordi, alla fine, è inevitabile cedere alla nostalgia e sospirare davanti a cento fantastiche candeline virtuali. Tanti auguri, "vecchietta"! - Francesco Grasso
Ho collaborato da Delos in forma continuativa dall'ottobre del 1999 al giugno 2004, anche se mi pare di essere intervenuto saltuariamente in altre occasioni.
Nel settembre 2002 ci fu una breve interruzione essenzialmente per divergenze "politiche" (politiche editoriali, ben inteso, a proposito del diritto di replica), ma mi è bastata una spiegazione superficiale, presa per buona, ed ho ripreso a collaborare.
D'altra parte, sono sempre stato libero di scrivere quel che ritenevo e solo una volta una mia notizia ha subito un intervento editoriale.
Purtroppo l'impostazione di Delos era decisamente spostata in una unica direzione e quindi, specie negli ultimi tempi mi sentivo a disagio, per cui ho deciso di lasciar perdere. Ci ho guadagnato in buonumore.
Delos rimane comunque una pietra miliare, anche se l'attuale impostazione non mi piace.
Una volta Delos poteva essere considerata una rivista vera e propria, che, volendo, poteva essere stampata. L'attuale impostazione ha fatto perdere individualità ad ogni numero (anche se un numero fisico esiste), ma le rubriche, vera anima di una rivista non ci sono più. Era più di un anno che non "sfogliavo" Delos (l'ho rifatto in questa occasione), ma l'impressione che qualcosa si sia perso nella trasformazione è rimasto. Peccato! - Ernesto Vegetti
Giunsi a Delos per caso o per destino. Di certo fu uno di quei destini inconsapevoli che partono solo con tanto entusiasmo, ma che alla lunga, scopri che ti hanno cambiato, se non la vita, per lo meno il modo di vedere certi aspetti di essa. Ma è naturale che te ne puoi rendere conto soltanto dopo, quando hai fatto un po' di strada e puoi guardarti indietro. E allora che cos'è che vedo io, adesso, se mi guardo indietro? Vedo molte Delos. Non solo una redazione virtuale, belle pagine che appaiono su un monitor, o un'esperienza che si chiude con l'invio del file di word con il nuovo pezzo. Partendo dalla sua originale incarnazione (o forse sarebbe meglio dire digitalizzazione) di fanzine, ovvero di qualcosa resa viva dalla pura e semplice passione, Delos riesce a essere di volta in volta uno stimolo e un confronto, una sfida e un'opportunità, un modo per mettersi in gioco e una lezione di professionalità, sempre e comunque una preziosa occasione di esperienza e di crescita personale, morale, intellettuale e culturale. E tutto questo senza venire mai ammainare la bandiera che solo le cose rese possibili dalla pura e semplice passione possono sventolare. La libertà.
100 di questi numeri, Delos. E grazie di tutto. - Alessandro Vietti
C'era una volta un tempo in cui gli appassionati di fantascienza si conoscevano di persona uno per uno. C'era una volta un tempo in cui chi scriveva un racconto o un saggio, che lo pubblicasse su una fanzine letta da duecento persone o, fortunato mortale, arrivasse a pubblicarlo su una rivista, non sapeva a chi sarebbe andato in mano. Tranne che per le reazioni degli appassionati-amici che conosceva di persona, buttarlo in mare in una bottiglia sarebbe stato lo stesso, il riscontro era nullo. Ci dicevamo che c'erano migliaia di lettori, ma riuscivamo a scoprire le reazioni di soltanto poche decine. Poi fu Delos, e la luce. All'improvviso il pubblico era lì, attento, esigente, tignoso, disposto a discutere su ogni virgola e su ogni punto e virgola, e niente fu più come prima. - Lanfranco Fabriani
Collaborare con Delos è stato per me motivo di orgoglio per via dell’ottima compagnia di collaboratori hanno dato il loro contributo. Basta dare un rapido sguardo a tutto ciò che Delos ha prodotto nei precedenti 99 numeri per rendersi conto dell’ampissimo ventaglio di approfondimenti che sono stati offerti ai lettori in tutti questi anni. Per quanto mi riguarda ho cercato di mettere nei miei contributi quello che sapevo e che so di passioni che risalgono agli anni della formazione. Di fantascienza è bello parlare e scrivere perché quando di qualità, sia in forma scritta che audiovisiva, ha la straordinaria capacità di coniugare la passione per la logica e l’analisi scientifica con il senso dell’avventura e della speculazione immaginaria che ci permettono divagazioni fantastiche, ma che spesso possono dire molto di noi, abitanti di questo sperduto pianetino su un ramo marginale della galassia. Auguri dunque a Delos, che è cambiato nel corso del tempo e che continua a evolversi e a cambiare, nella sua formula e nei suoi collaboratori, com’è giusto che sia. - Roberto Taddeucci
La mia pennellata di rito alla pietra miliare di Delos rappresenta la testimonianza di come la sua essenza 'meravigliosa' abbia fatto breccia nel mio cuore di artista fantastico. Mi riferisco alla copertina che raggiunge i vostri occhi ancor prima del discorso commemorativo del Direttore Responsabile! 10 anni e 100 numeri non sono né pochi, né tanti. Qualcosa mi dice vedremo passare ancora tanto 'sense of wonder' sotto i ponti... Maurizio Manzieri.
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