Ripley alla fine si libera della Regina ricorrendo al solito vecchio trucco dell'espulsione nello spazio. Pura finzione cinematografica: nella realtà la decompressione sarebbe istantanea e letale anche per lei.
Ripley alla fine si libera della Regina ricorrendo al solito vecchio trucco dell'espulsione nello spazio. Pura finzione cinematografica: nella realtà la decompressione sarebbe istantanea e letale anche per lei.
Dal punto di vista dei personaggi la pellicola mette in tavola (a disposizione degli aliens...) un gruppetto variegato di combattenti: Bill Paxton (Commando) è un soldato che nasconde le proprie insicurezze e paure dietro un'apparente spavalderia, Jenette Goldstein (Star Trek Generazioni) sfoggia i muscoli e deve dimostrare ai compagnucci maschietti di essere a loro pari, William Hope (xXx) veste i panni di un ufficiale che ha molto da imparare e Michael Biehn torna a ricoprire il ruolo del "buono" che JC già gli aveva affidato in Terminator. A Paul Reiser (Beverly hills cop II) andò invece la parte di Burke, il detestabile funzionario che lavora per la compagnia che vuole riportare sulla Terra gli alieni. Nonostante il polso duro del regista e l'intenso calendario di riprese il gruppo di giovani attori risultò con l'essere affiatato e in grado di dare il massimo per un film che richiedeva loro un grosso sforzo anche (e soprattutto) dal punto di vista prettamente fisico. Per quanto riguarda Sigourney Weaver JC ne sviluppò il personaggio rivelandoci che era una mamma e quindi preparando anche il terreno per il suo ruolo materno e protettivo nei confronti della piccola Newt (Carrie Henn), sopravvissuta miracolosamente nella colonia infestata dagli alieni. La Weaver apprezzò molto questo nuovo aspetto che le permetteva di essere una donna d'azione ma che ha a cuore non solo la sua sopravvivenza ma anche quella della bambina.

Per lo scontro finale tra Ripley e la Regina fu necessario un accurato storyboard disegnato che delineasse scene per scena quello che si doveva vedere sullo schermo. Il tutto fu realizzato alternando riprese di Ripley effettuate dal vero in studio con altre che utilizzavano modellini delle due combattenti filmate su un set in miniatura. Il montaggio dell'intera sequenza finita è da manuale e la lotta finale senza esclusione di colpi scorre sotto gli occhi dello spettatore senza apparente soluzione di continuità. Il montaggio di tutto il girato iniziò nel gennaio 1986, curato da un esperto nel settore come l'inglese Ray Lovejoy che già aveva curato per Kubrick il montaggio di film come 2001 odissea nello spazio e Shining. JC consegnò alla Fox un film che fu ritenuto troppo lungo, per cui gli furono chiesti altri tagli. Alla fine il montaggio che uscì nelle sale durava 137 minuti. Con grande disappunto di S. Weaver furono eliminate intere sequenze, tra cui alcune anche piuttosto articolate e importanti che la riguardavano, fortunatamente poi recuperate nella Special edition (che dura 154 minuti). Questa versione reinserisce anche la scena della scoperta della nave aliena da parte della famiglia di Newt: il padre e la madre escono in esplorazione e riportano al campo base un altro facehugger come quello dal quale iniziavano tutti i guai nel primo film, stavolta attaccatosi al volto del padre della bambina. In realtà anche il montaggio poi approvato di due ore e 17 minuti era ritenuto troppo lungo, ma Cameron a quel punto puntò i piedi e si rifiutò categoricamente di apportare altri tagli perché questo avrebbe compromesso in modo irreparabile la struttura del film. La Fox alla fine accettò tale lunghezza e ne approvò la distribuzione facendo però impegnare il regista a lavorare per loro per i prossimi due film (che sarebbero stati Abyss e True lies.)

Rispetto al primo film JC cerca di mantenere qualcuno degli aspetti di suspense che avevano contraddistinto l'Alien di Ridley Scott ma è evidente che è ben consapevole di non poter competere sullo stesso territorio.

Trasforma quindi la storia di horror gotico-spaziale dell'originale in un convulso film di orrore e di guerra, moltiplicando i mostri e travolgendo gli spettatori con un incessante e ritmatissimo gioco al massacro che non lascia quasi neanche il tempo di respirare.