Scrivevano Fruttero & Lucentini nella presentazione del romanzo:

La storia della sua discesa fra gli uomini, del suo folgorante successo di businessman, e infine della sua "caduta", va vista anche come un crudele e poetico apologo, che ha una forza di suggestione assai rara, ci sia lecito dire, nella letteratura cosiddetta "seria".

Com'è facile intuire, è individuabile anche un'allegoria religiosa nella figura dell'extraterrestre sceso sulla Terra con poteri "superiori" e poi "crocifisso".

Concludo questa rassegna con un ulteriore alieno decisamente diverso, magistralmente immaginato da Fredric Brown nel racconto Un uomo esemplare (1959, su Le meraviglie del possibile; Man of Distinction, 1951).

Un paio di ET abitanti di Dar (un pianeta verde all'estremo limite della Galassia), giungono sulla Terra tramite un "cubo spaziotemporale". I dariani sono "vermiformi, lunghi circa cinque metri, e di un bel colore azzurrino, ma non hanno organi visibili per cui non si può sapere quale sia la testa e quale la coda". Il che in realtà ha scarsa importanza. I dariani sono giunti per rendersi conto se i terrestri sono idonei a qualcosa come i... lavori forzati a vita. Insomma su Dar hanno bisogno di "manodopera non qualificata... tre o quattro miliardi di individui andrebbero benissimo". Una volta assodato che il nostro pianeta non costituisce una minaccia per la loro avanzatissima tecnologia (e pare che proprio non lo sia), si tratta ora di prelevare un esemplare di terrestre, portarlo su Dar e studiarne con calma le reazioni, per poi decidere circa la conquista del nostro pianeta e il prelievo dei miliardi di terrestri.

La scelta cade su un individuo qualunque. Un anonimo individuo...

Si chiamava Hanley, Al Hanley, e a guardarlo non avreste scommesso sul suo avvenire. Quando il fatto si verificò, Hanley era sbronzo. Non che questa fosse per lui una condizione insolita; era sbronzo da tempo immemorabile e aspirava a restare così all'infinito. Ma aveva esaurito il denaro, e aveva esaurito gli amici cui chiederne in prestito. Gli restavano i conoscenti, ma anche qui era al fondo della lista. Ed era allo stadio in cui dodici ore senza bere gli procuravano le allucinazioni dei Supermostri, che stanno al delirium tremens come un ciclone sta a uno zefiro.

Gli ignari dariani puntano su Hanley, e lo affrontano "faccia a faccia" (si fa per dire).

- Salve, ragazzi! - disse Hanley. - Cavoli, ho già il delirium prima d'aver bevuto? Ecco, avete messo paura al mio amico ed è svenuto, così ora tocca a voi offrire.

- Reazione illogica - disse il primo dariano. Poi, all'uomo: - Avanti, sali.

Hanley indietreggiò: - Se avete intenzione di offrire da bere, ok. Altrimenti voglio sapere: dove andiamo?

- Dar.

- Va bene, purché offriate da bere... Ce n'è roba, lì dentro?

- Sì. Entra.