I maestri dell'eros: Crepax e Manara

Valentina
Valentina
Se si pensa alla produzione di fumetto erotico italiana i primi nomi che vengono in mente sono Guido Crepax e Milo Manara. Assai lontani come stile e personalità.

Crepax creò Valentina in seno a un fumetto di fantascienza, il cui protagonista è Neutron, dotato di super-poteri. Nella vita di tutti i giorni si fa conoscere come Philip Rembrandt, un critico d'arte, e solamente alla terza puntata (pubblicate da Linus nel 1965), incontra Valentina Rosselli. Tra i due sboccia l'amore, ma, fumettisticamente parlando, per il critico è l'inizio della fine. La Rosselli gli rubò la scena e dopo tre anni sarebbe calata l'insegna Neutron per apparire quella Valentina (La Milano Libri sugellò il cambio della guardia con un volume intitolato, appunto, Valentina, nel 1968). L'elemento fantascientifico, pure non marginale nelle prime storie, si è un po' stemperato con il tempo, anche se è sopravvissuta l'anarchia onirica e visionaria che da subito ha caratterizzato le storie della bella fotografa milanese. Crepax è sempre stato francamente severo coi colleghi a cui veniva paragonato, e spesso a ragion veduta. Oggi il pubblico fa fatica a riconoscergli le qualità di innovazione della scansione narrativa, e l'originalità dell'inchiostratura che lo hanno segnalato ai suoi primi lettori. Attualmente nessuna testata pubblica le sue storie (esistono testate adatte?), ma in libreria sono puntualmente riproposte le sue cose migliori. Valentina resta il personaggio femminile più adulto e consapevole del panorama fumettistico.

Molte altre eroine hanno riempito la carriera del disegnatore veneto, da Bianca alle versioni a fumetti di Histoire d'O, alla recente interpretazione, per la rivista Corto Maltese, di Dracula.

Milo Manara, invece, gode dello status di star presso un pubblico più vasto. Si è fatto le osse con il fumetto pornografico, mostrando da subito qualità grafiche superiori alla media. Sappiamo che ha molti sostenitori, ma di queste qualità Manara non ha pensato di farsene poi molto. Ha insistito con il genere erotico, senza inventare nulla, e il suo disegno è calligrafico, pulito, ma non originalissimo (chiari, e mai negati, i riferimenti a Hugo Pratt e a Moebius). Per quanto riguarda le storie, una discreta inventiva si trova nel Profumo dell'invisibile, pubblicata nel 1986 dalla rivista Totem, in cui Miele (futura protagonista di tante piccanti avventure) è coinvolta in situazioni paradossalmente erotiche da un professore di fisica che si rende invisibile cospargendosi con una pozione al caramello. L'Espresso pubblicò la storia a puntate nella stagione estiva, dando qualche colpo di forbice alle tavole.

Altrove i pretesti per esibire copule e culi (disegnati alla perfezione, va detto) sono fin troppo meccanici, come nel caso di Il gioco. Una donna è schiava di un congegno che ne libera la libido in qualunque situazione e con chiunque. Il colpo di scena finale è che il congegno è finto. Una spruzzatina freudiana che salva la prima puntata, ma non le successive due. I francesi ne hanno tratto un film.

Manara, infatti, è uno dei più accreditati disegnatori e illustratori italiani e ha recentemente affrontato l'abbinamento eros-fantascienza con il volume, attualmente nelle librerie, Fuga da Piranesi (Mondadori).