In inglese

Sally Forth
Sally Forth
Non si è ancora parlato della produzione inglese e americana.

Nel Regno Unito, nel 1969 Jo Adams realizzò, per le matite di un abile Luis Roca, la popolare Scarth. A lei tocca il titolo per il primo nudo integrale del fumetto britannico, sulle pagine del Sun che ne ospitava le avventure. L'anno è il 2170, e Scarth è il nome di una donna investita da un'auto e riportata in vita con un trapianto di cervello. Per la bella ragazza di cui non si conosce il passato, comincia una carriera di modella tra le galassie e viaggi nel tempo. La sua pubblicazione si interruppe nel 1971, ma non per scarso successo. Gli autori, a giudizio degli editori, si erano presi troppe libertà. In Italia fu pubblicata dall'editoriale Corno.

E l'America? La patria dei comics? Eroine sexy ce ne sono in quantità, ma raramente si sposano alla dimensione fantascientifica. Si tratta spesso di signorine svampite, che si cacciano candidamente in situazioni imbarazzanti. Un perfetto ibrido di questa formula lo creò Wallace Wood con Sally Forth. La ragazza doveva intrattenere le truppe Usa all'estero (la rivista era Overseas Weekly), e lo faceva esibendo volentieri le sue forme, ma senza mai perdere in candore e purezza. Compagni d'avventura: un bambino e un marziano di nome Snorky, la cui integrazione nelle storie resta un po' misteriosa.

Il mercato statunitense, d'altra parte, fu ridisegnato dall'avvento dei super-eroi Marvel. Tra le tante creature inventate da Stan Lee e dai suoi disegnatori di punta (Jack Kirby, John Romita e tanti altri) c'erano e ci sono un sacco di ragazze carine e sapientemente esibite, ma nessuna che meriti lo scettro di "reginetta del sesso". E' degna d'essere raccontata, in questo contesto, la vicenda di She Hulk, versione al femminile del bestione verde. Con lui c'è una parentela, perché l'avvocato Jennifer Walters si trasforma nella muscolosa eroina alla clorofilla dopo una trasfusione di sangue del cugino Bruce Banner (alias Hulk). Ma al personaggio non si sapeva bene che ruolo dare, e per anni ha fatto da comprimaria su albi altrui. Le ha dato nuova vita l'autore John Byrne, facendole fare una veloce carriera tra i Fantastici Quattro, I Vendicatori, per approdare a una testata autonoma.

In una storia, gli autori incontrano She Hulk per discutere il futuro delle sue avventure. Si tratta di un pezzo da collezione (in Italia sul numero 133 dei Fantastici quattro, 1995) in cui sceneggiatori e disegnatori fanno i conti con le loro fissazioni aristiche ed erotiche (magistrale l'esempio di Frank Miller), e mostrano alla muscolosa eroina una serie di tavole che la ritraggono. Il risultato finale è l'ira di She Hulk, che butta dalla finestra proprio Byrne.