- Ti stanno già trasmettendo lo status con tutti i parametri completi. Riassumendo, la situazione è questa: è cominciata stamattina, quando abbiamo tracciato una serie significativa di sforamenti su praticamente tutti gli indicatori. Ozono, azoto, PTS, idrocarburi, piombo, non se ne è salvato uno. Verso le dieci abbiamo superato la soglia di attenzione, alle undici quella di allarme e da allora è un continuo rimescolamento. - La voce di Lagomarsino penetra passivamente nelle tempie di Greco, in preda al leggero stordimento causato dalla calibrazione dei sensori retinici. Piccoli aghi luminosi che turbano l'oscurità, figure si sovrappongono e collimano in un valzer di note digitali che corrono lungo tutto lo spettro.

- Connessioni con il raduno? - chiede mentre un chimico stacca delicatamente gli spinotti inseriti nei bulbi oculari.

Lagomarsino si stringe nelle spalle. - Lo pensiamo tutti, ma i modelli non trovano nessuna correlazione. I Fabulatori sono arrivati tutti a piedi da questa notte, rispettando l'ordinanza dei Tutori. Nei database non c'è nulla, e anche le personalità artificiali della rete che abbiamo interrogato sono perplesse. L'unica cosa certa è che le concentrazioni maggiori si sono misurate dove siamo ora.

Greco sbuffa, le forme prendono consistenza e colore, onde si solidificano nel corpo di Lagomarsino. - Inversione termica? - domanda mentre risistema la visiera e si allaccia il gruppo sensori sull'avambraccio sinistro.

- Abbiamo pensato anche a questo. In effetti, una personalità artificiale di Lisbona, un tipo zeppo di dati, ha fatto una proposta interessante. - Lagomarsino continua a parlare mentre segue Greco sull'ingresso del tendone militare installato a tempo di record. - Ha ipotizzato che un improvviso aumento della velocità dei venti, insieme alla loro disposizione anomala e all'aumento di temperatura, possa aver trasportato i diversi inquinanti da fonti differenti, concentrandoli tutti in questa zona. Però non ci sono dati precisi, e le serie storiche non ci danno nessuna indicazione.

- Va bene, non ha importanza. - Greco controlla al volo la tuta zeppa di sensori e microsonde nascoste. Tira su col naso. - Sono tre anni che non uso questa roba. Spero di ricordarmi tutto.

- Te ne ricorderai. La maggior parte dei cittadini è già al sicuro, gli automatismi almeno funzionano. - Lagomarsino si stringe nelle spalle. - Non pensare al passato.

* * *

Il corteo si snoda lento e pacato, senza fretta di arrivare in nessun posto. Greco lo sfiora sentendosi addosso sguardi di curiosità che invece non ci sono. I Fabulatori sono intenti a recitare la nenia scandita dai maestri, i lobi allungati da crocifissi intarsiati di plastiche azzurre. Hanno invaso anche la zona portuale per il raduno nazionale, pronti a dimostrare la loro potenza anche di fronte all'allarme ambientale.

I sensori della tuta di Greco annusano le linee invisibili dell'aria, in attesa di scovare le loro prede aeriformi. Nuvole scure, ma niente pioggia. Greco se le ritrova sopra gli occhi, cariche di energia negativa, mentre muove mentalmente un interruttore e passa alla visione fotomoltiplicata. In un istante le grandi strutture perdono consistenza, rivelando la loro finta realtà di scheletri lineari. L'asfalto è un manto fluido, il cielo rappresenta i pensieri di una mente deforme, priva di spirito. Nelle orecchie e nella mente i feedback del centro mobile. Poi, di colpo è dentro.