Esiste poi un altro ramo di citazioni in cui Kolosimo si cimenta: quelle fantascientifiche. E' tipico dello scrittore, che è stato anche autore di diversi romanzi di SF, introdurre un argomento tramite un riassunto di un'opera di fantascienza, che costituisce un "uncino" molto accattivante, grazie anche alla "novelization" che ne fa PK.

Non è terrestre, ad esempio, si apre con il tema portante di Z come Zebra di Wilson Tucker, in cui si racconta del ritrovamento di un sito archeologico che contiene, oltre alle antiche spoglie di un pellerossa di 400 anni addietro, un vaso di coccio pieno di penny, che le indagini rivelano essere stati sepolti contemporaneamente all'indiano! E subito PK afferma, come suo solito: "Ma non si può proprio dire che lo scrittore americano sia ricorso in tutto e per tutto all'immaginazione". E via!, con una girandola di ritrovamenti impossibili, come una vite nel cuore di una roccia di millenni fa o bisonti ancestrali dal cranio trapassato da una pallottola. Nello stesso libro, i misteri dell'Antardide sono introdotti nientemeno che da Lovecraft e il suo Le montagne della follia, dove si narra della scoperta, nella terra di ghiaccio, di una orrida metropoli edificata milioni di anni fa da un popolo venuto dalle stelle. Ecco PK: "Ed il mondo antartico porta davvero l'impronta, invisibile ma non per questo meno grandiosa e terrificante, che lo scrittore americano, pur non avendovi mai messo piede, ha saputo sorprendentemente cogliere".

In Fratelli dell'infinito, tocca al Pianeta dimenticato di Murray Leinster introdurre il tema dei seminatori spaziali di vita. E come poteva PK iniziare il suo Odissea stellare, che porta come sottotitolo programmatico Atomiche e robot nell'epopea omerica, senza ricorrere a L'odissea di Glystra di Jack Vance, affrettandosi subito a precisare: "E' un bel romanzo di fantascienza che sfiora l'epopea, quello di Jack Vance. Ma non è soltanto un romanzo". E, ne I misteri dell'universo, tocca a Wells e al Fredric Brown di Assurdo universo spiegarci i misteri delle dimensioni superiori, nelle quali ci si può muovere solo wyxando, proprio così!

Insomma, qui non stiamo parlando di verosimiglianza, di plausibilità, di obiettività. Non è questo che ci interessa, dei saggi-romanzo di PK. E' l'anarchica e abilissima commistione di realtà e fantasia, di scienza e mitologia, di passato e futuro, di naturale e artificiale: libri cyborg, per così dire. Vorremmo arrivare a dire che i libri di Kolosimo sono libri artistici: non arte, ma artistici. Ci viene in mente quel meraviglioso cumulo di bugie e verità che Orson Welles ha saputo miscelare nel suo F for Fake, fino a farci girare la testa, felici come bambini sulle montagne russe: "Che cos'è l'arte? E' una forma di magia, di illusionismo, forse un trucco, certo un insieme di verità e menzogna, di vero e di falso".