La carta di Piri Reis
La carta di Piri Reis
Le citazioni, dunque. Vediamone alcuni campioni, scelti aprendo quasi a caso i libri di PK, tanto è facile trovarne, tanto sono parte fondamentale dello scheletro delle sue opere. Ad esempio, da Fiori di Luna, ecco un accenno alla descrizione delle terre oltre le Colonne d'Ercole "trasmessaci da Diodoro Siculo e risalente forse al navigatore greco Pitea di Marsiglia...che descrisse in un libro, Oceano, andato purtroppo perduto". Oppure un riferimento all'opera di tale Lissner, il quale ci informa che "dovrebbe essere stato scoperto un enigmatico documento scritto in una lingua non identificata, sul quale riferì l'olandese J. Mees nel 1901", con il seguente commento di PK: "Questa testimonianza è andata putroppo smarrita, ma i sovietici sono tutt'altro che scettici in proposito...". E naturalmente una cronaca su alberi da cui spunterebbero facce di uomini e bambini, alberi antropomorfi, citata da un testo cinese del 751, il T'hung-tien di Tu Yu! In Non è terrestre, il professor Konstantin Flerov del Museo di Paleontologia di Mosca è convinto che esploratori spaziali andavano a caccia di bisonti nella Siberia preistorica. Il Northern Neighbors, periodico canadese, giura che il Profeta Elia è salito al cielo con un'astronave. Lo studioso Maharshi Bharadaja è sicuro che in India galoppavano dischi volanti per i cieli, come scrive nel suo Aeronautica del Passato Preistorico, e PK così chiude il paragrafo: "Mura, mobili, esseri umani vetrificati...quali tremendi segreti si celano fra le righe del Mahabharata e del Drona Parva?", una chiusa degna del migliore Eugene Sue. Si cita anche il Flores Historiarum del benedettino Roger di Wendover, che descrive globi volteggianti nel cielo inglese nel 796, e similari avvenimenti narrati da San Beda nell'Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum. Ancora: in Terra senza tempo, il naturalista Ossendovski el'orientalista Nicholas Rorick ci parlano del sotterraneo regno di Shambala. L'archeologo Harold Wilkings è certo che gli incas salvarono il loro tesoro dalle grinfie di Pizarro nascondendolo "in gallerie più sicure che fortezze scavate nel cuore delle montagne e sigillate da misteriosi geroglifici che offrono l' Apriti Sesamo!, e di cui solo un incas per generazione conosce il significato; in sotterranei costruiti migliaia e migliaia di anni or sono da una civilissima razza scomparsa". Piri Reis, pirata turco, elabora nel 1513 una carta che rappresenta, stando a studiosi di glaciologia, la Terra così com'era circa diecimila anni fa, subito dopo il grande cataclisma che l'aveva sconvolta. L'ingegnere americano H. Mallery non mostra dubbi: "Gli antichi geografi dovevano operare con mezzi aerei!" - sì, perché, come dice PK, "qualcuno formula l'ipotesi che l'ammiraglio abbia avuto accesso alle biblioteche segrete egiziane".

Citazioni nidificate, da libri che riportano a loro volta accenni ad autori perduti, oppure dovute a esperti studiosi, ingegneri, archeologi, orientalisti, o infine presi da testi sacri di tutte le religioni e di tutti i continenti, in un aggrovigliamento di si dice, qualcuno formula l'ipotesi che, secondo lo studioso X, insomma un nastro di Moebius o una cascata disegnata da Escher, che attraverso un percorso tortuoso giunge esattamente al punto di partenza. Un "metodo", quello di Kolosimo, che somiglia al pericoloso gioco dei protagonisti del Pendolo di Foucault: "Nel nostro gioco non incrociavamo parole, ma concetti". E, a differenza di un cruciverba in cui le regole dell'incrocio sono dettate dallo schema, quando si incrociano concetti le regole si fanno molto più sfumate, i livelli cambiano in continuazione, perché "i concetti si collegano per analogia, e non ci sono regole per decidere all'inizio se un'analogia sia buona o cattiva, perché qualsiasi cosa è simile a qualsiasi altra sotto un certo aspetto". Dunque una testa stilizzata può ben essere un casco spaziale, una leggenda può esser presa alla lettera e il Profeta Elia, santo cielo!, come potrebbe esser salito al cielo senza un'astronave?