Le due torri in attacco

(di J.R.R. Tolkien?)

Trappo Trapattins, il nostro piccolo Hobbit, si trovava adesso in un bell'imbroglio, credete a me! Come ricorderete (e se non ricordate correte a rileggervi La compagnia del bordello, pagani, prima che vi scateni contro il Balrog!) il Wunderteam di Rudy Elrond conduceva alla fine del primo tempo per uno a zero, grazie al rigore vilmente concesso dal mostruoso arbitro Gollum Moreno e impietosamente trasformato dal bomber elfico Kloselas.

Dai gremitissimi spalti dello stadio, il pubblico di casa festeggiava zompettando a piedi uniti e intonando un canto iperboreo-elfico che, tradotto dall'alfabeto feanoriano, suonava pressappoco così:

Alè alè!

Chi non salta

Hobbit è!

Alè alè!

Durante l'intervallo, Gollum Moreno impedì perfidamente ai giocatori della Contea di rientrare negli spogliatoi, costringendoli invece a eseguire millecinquecento flessioni in ginocchio sui ceci. Furibondo, Trappo tentò di protestare con i guardialinee Ray Charles e Mister Magoo, ma costoro erano impegnati in un torneo di mosca cieca con i commissari della Federazione Andrea Bocelli e Omero, ragionpercui nessuno gli diede retta.

Quando Gollum Moreno fischiò (dall'orifizio posteriore, ovviamente) l'avvio del secondo tempo, la squadra hobbit, stremata, si dispose mestamente in difesa, non prima che l'arbitro espellesse altri due giocatori con la motivazione che avevano le unghie dei piedi sporche.

Con un Balrog per capello, Trappo afferrò lo svenuto Carraralf e lo schiaffeggiò violentemente.

- Svegliati, Strunz, avanti!

Ma il mago non diede segno di riprendersi. Ah, degli stregoni non bisogna mai fidarsi, ve lo dico io!

- Per la barba del vecchio Tuc, adesso è veramente troppo! - il piccolo hobbit infilò la mano nella tasca del panciotto e la strinse intorno alla sua arma segreta, la boccetta d'acqua santa. All'istante diventò invisibile: l'aria si fece oscura e pesante, il mondo prese a vorticargli intorno come quando (credete a me!) si esce dal pub "Il pitone in frac" di Cumber Street con venticinque Guinness doppio malto in corpo.

In quella dimensione irreale Trappo, completamente celato ai sensi del pubblico, entrò in campo e si accostò a Gollum Moreno. Ignaro del pericolo, l'arbitro si apprestava a fischiare altri settantadue rigori consecutivi a favore della squadra di casa, il che gli avrebbe consentito di ricevere dagli elfi un compenso tale da acquistare tre reti televisive, entrare in politica, essere eletto capo del governo con una maggioranza schiacciante e infine promulgare una legge ad hoc per depenalizzare il reato di corruzione in gara sportiva.

- Rigor... - Gollum Moreno non riuscì a terminare la sua esclamazione, perché Trappo gli infilò perentoriamente il cappello a punta di Carraralf a mo' di anal-intruder. Il mostruoso arbitro sussultò appena, evidentemente abituato a ben altro.

Dovete sapere però che il cappello a punta dello stregone, dono del suo antico maestro e mentore Craxauron, era dotato di poteri magici. In particolare si diceva che, infilato in tal guisa nel corpo di un individuo, permettesse di soggiogarne le passioni e di dominarne la volontà. Il buon Trappo, durante vicende che ora non ho tempo di raccontarvi, aveva sentito diverse voci a tal riguardo, e aveva deciso che il momento imponeva di verificare la leggenda.

- Ora tu mi obbedirai, grande Strunz! - sussurrò all'orecchio dell'arbitro.

- Certo che sssssi, tessssoro mio. - replicò Gollum Moreno, con voce fattasi improvvisamente mite come il belato di un agnellino.

- Fischia un rigore per gli hobbit!

- Ssssubito!

Il pubblico non gradì il cambiamento di direzione arbitrale, ve lo dico io! In un uragano di fischi e uno sventolare di cappi si procedette comunque all'esecuzione del Penalty. Tra gli hobbit avanzò Delpierbolin del Clan della Zebra. Mise la sfera sul dischetto, prese la rincorsa e infilò il portiere elfico Khanlass con un preciso sinistro sotto la traversa.