Il suo sguardo di odio le invase l'anima.

Poi, improvvisamente, lui scoppiò in una risata. - So che è ancora vivo.

Sorella Lorena si contrasse nel terrore.

Lui si guardò intorno, annusando l'aria. - Avverto la sua frequenza vitale.

Lei indietreggiò terrorizzata.

- Ma non è più in questo corpo senza vita. E' dentro di te.

La donna si portò istintivamente le mani alla bocca.

Lui allungò una mano, indicando con la punta dell'artiglio la bocca di lei. - Quel piercing che porti sulla lingua.

Lei crollò in ginocchio.

- Perché?

- La sua coscienza è qui, al sicuro in questo chip, in un mondo virtuale.

- E' questo l'incubo che hai scelto per nostro figlio?

- Lui non sa nulla. Pensa di essere ancora... vivo.

- Bene - disse lui, pensieroso. - Molto bene. Da oggi a lui penserò io. - Poi rivolse su di lei uno sguardo di supplica. - Lorena, non voglio farti del male.

E lei avvertì, quando quel mostro proferì quelle parole così assurde, che non mentiva. Lui non voleva farle del male.

- E' innestato nei miei nervi vitali. Non puoi averlo senza uccidermi.

Un ombra cupa attraversò per un lungo istante il viso di lui. Poi le si avvicinò, e lei capì che la decisione era stata presa.

- Aspetta. Prima di morire voglio sapere una cosa.

Lui si immobilizzò. - Dimmi.

- Nel tuo futuro... io... - e lunghe lacrime le solcarono impietose il bel viso, - ero riuscita a proteggere mio figlio?

Lui la fissò incantato. E poi rise, rise. Rise pensando alla Lorena del futuro, alla donna che aveva scelto liberamente di restargli accanto, che aveva accettato il suo ruolo della Profezia... che aveva cresciuto loro figlio alla devozione per i Vermi Oscuri. La donna per cui aveva rischiato la vita innumerevoli volte. La donna che in tutti quegli anni lo aveva spinto a non arrendersi, a combattere le sorelle della Furia Lucente e il loro falso Dio. La donna così diversa dalla fragile Lorena del passato che aveva davanti.

- Figlio...

- Padre... sei tu!

- Sì, figliolo.

- Io non verrò mai via con te.

- Ne parleremo, c'è tempo.

- Voglio mia madre.

- Lo so. E l'avrai.

- Madre, dove sei?

- Qui, accanto a te.

- Sì... sì!... intravedo finalmente qualcuno in questa nebbia.

- Sono accanto a te.

- Madre, ti vedo!... madre!

Le statue che aveva creato con i corpi dilaniati delle puttane sacre purtroppo non sarebbero durate a lungo, in quel crima tropicale. Le aveva sterminato tutte, ma si nutrì solo di Lorena. Indugiò a lungo nel succhiare il delizioso midollo da ogni sua singola ossa. Aveva sempre amato possederla totalmente.

Le lunghe zanne morsero infine nervosamente il piercing che si era appena innestato sulla lingua. Lì suo figlio sarebbe stato al sicuro, pensò. Insieme a sua madre. Col tempo li avrebbe fatti tornare entrambi alla vita, studiando le tecnologie per innestare nuovamente la loro coscienza in altri corpi. Col tempo avrebbe rivelato loro la Profezia. Col tempo sarebbero tornati ad essere una famiglia, come nel ricordo del futuro che gli palpitava dolcemente nel cuore.