- Ma allora... perché non l'hai fatto, se davvero puoi fermarmi? Se quello che dici è vero...

- Non desidero fermarti.

- Come?

- L'hai sentito. Voglio lasciarti passare e voglio sentirti tornare. Solo allora, infatti, potrò finalmente sapere.

- Sapere cosa?

- Be'... quello che anche tu vuoi sapere.

Il Viaggiatore era sinceramente e profondamente stupito.

- Anche tu dunque, anche tu semplice ombra, anche tu...

- Anch'io - concluse l'ombra per lui - voglio sapere. Conoscere ciò che tu sai.

Il Viaggiatore esitò, sospeso nell'aria. Poi disse quella parola:

- L'aurora?

- L'aurora.

Tacquero a lungo, entrambi: il Viaggiatore per la meraviglia, l'ombra per l'attesa. Poi:

- Vuoi dunque che ti riferisca - disse il Viaggiatore - quando tornerò passando per questa gola?

- Esatto... Se tornerai, naturalmente.

- Ma come puoi essere sicuro che io stia andando davvero a cercare l'aurora? Come puoi?

- Chi passa di qui, cerca solo l'aurora. Chi torna di qui, ha trovato solo l'aurora.

- Dunque... altri sono già tornati?

- Passati, sì. Tornati, mai.

Di nuovo ci fu silenzio tra loro. Poi il Viaggiatore scese lievemente, senza avere più paura dell'ombra che l'attendeva.

- Se vuoi sapere - domandò il Viaggiatore - perché non vieni anche tu?

- Ho sete di sapere, certo - disse l'ombra. - Ma è una sete non più forte di quella della vita, alla cui fonte desidero abbeverarmi per molto tempo ancora. Perciò sarai tu solo ad andare, e a riferire... se tornerai.

- Tornerò.

- In molti hanno detto questa parola. Ma non l'hanno mai mantenuta.

Il Viaggiatore non conosceva più la paura, dopo un viaggio che già era stato tanto lungo.

- Troverò l'aurora che si erge oltre questa gola.

- Può darsi che un'altra gola ti attenda oltre questa, e poi un'altra ancora. Nessuno sa dove sia l'aurora.

- Nessuno sa neppure che cosa sia, l'aurora - convenne il Viaggiatore. -- Tu, per esempio: come te l'immagini?

- Per me è solo un nome. Ma certe leggende... dicono che l'aurora sia un fuoco così grande da diradare le tenebre e la notte, una fiamma tanto forte che può restare accesa e dare calore.

- Tutte le genti hanno in comune questa leggenda - disse il Viaggiatore. - Quindi qualcosa di vero dev'esserci.

L'ombra disse: - La mia gente vive a guardia di questa gola dal tempo dei padri dei padri dei padri. Che cosa guardiamo nessuno lo sa, ma tutti rispondono: l'aurora. E continuiamo a vegliare sulla gola. Aurora è una parola che può voler dire molte cose, ma essa sola è l'aurora.

Il Viaggiatore era d'accordo. - Noi usiamo le ali - disse - per vegliare sui grandi fanghi e impedire che le creature blasfeme si spingano oltre le terre che scivolano da sole. E anche noi vegliamo da un tempo senza tempo, e su che cosa vegliamo nessuno bene lo sa, ma tutti rispondono: sull'aurora!

- La notte che ci avvolge ha mille occhi - disse l'ombra - ma tutti questi occhi sono fissi su una cosa sola, l'aurora, e nessuno finora può voltarsi a raccontare come l'ha vista.

- Ciò che dici è vero - rispose il Viaggiatore. - Per venire fin qui ho incontrato genti e creature di cui ignoravo tutto, perfino l'esistenza. Ho superato esseri che ti avvolgono nelle spire lungo i sentieri tra le masse vegetali, e grandi aquile di metallo dagli artigli possenti e dalla testa di leone, aquile che calano su chi si spinge troppo oltre per i passi ammantati di neve, e ho evitato i mostri squamosi che emergono ringhiando dalle acque eterne per ghermire chi cerca di guardarle, e ho conosciuto altre e altre creature ancora, e tutte sono intente a vegliare su qualcosa, e nessuna sa esattamente su che cosa, ma tutte rispondono: l'aurora, l'aurora.

- Una bella parola.

- Una parola di cui io ti rivelerò ogni cosa - concluse il Viaggiatore - quando l'avrò incontrata e tornerò volando per questa gola.

L'ombra sorrise e si ritirò fino alle propaggini della notte, lasciandosene lentamente riassorbire.

- Passa pure, Viaggiatore. Ma attento: il tuo cammino non è concluso. Incontrerai altra gente che veglia anch'essa sull'aurora.

- Supererò queste nuove genti come ho superato te e mille altri ostacoli ancora, e finalmente i miei sensi abbracceranno l'aurora.

- Vai, dunque - lo salutò l'ombra svanendo nella notte. - Non fare attendere l'aurora.

Il Viaggiatore rimase solo.

Guizzò via, nell'aria, e si inoltrò nella gola.

* * *