Buona la terza

Lanfranco Fabriani nel 1997
Lanfranco Fabriani nel 1997
Quest'anno hai partecipato al premio Urania con una versione rivista di un romanzo col quale avevi partecipato un paio d'anni fa. Che tipo di lavoro hai fatto?

Mi sono stati dati dei suggerimenti su cosa non era piaciuto alla giuria. Intendiamoci: non mi sono stati indicati dei punti specifici da cambiare, essendo un concorso non sarebbe stato corretto. Diciamo che la carta da parati non era piaciuta. Visto che questo non toccava in alcun modo la disposizione delle stanze, la sostanza di quanto avevo scritto, e non era quindi un sacrificio, ho provveduto a cambiare carta, e giacché c'ero ho asciugato alcune sbrodolature di autocompiacimento che sono uno dei miei difetti principali.

Dunque le critiche che ti sono state fatte ti sono state utili... Sei fra quelli convinti che buoni autori si diventa, anche con l'aiuto altrui, o fra gli altri, quelli che pensano che o si nasce scrittori o non c'è verso?

Dividiamo le cose. Io non so, se "tutti" possono diventare autori. E' probabile che nasciamo tutti uguali e che all'uscita dalla culla siamo già un po' diversi e che finite le elementari siamo già molto diversi.

Forse qualcuno di noi ha una capacità di raccontare storie, o scrivere poesia che altri non hanno. Io ad esempio non so se so scrivere, altri dicono di sì, ma so che non riuscirei a mettere insieme due versi decenti neppure per salvarmi l'anima. Una volta stabilito che forse c'è qualcuno che, per usare una brutta espressione, "è più dotato" di altri, questo non significa che sia in grado di scrivere una storia senza conoscere la grammatica e il vocabolario. Ed esistono anche la grammatica e il vocabolario della narrativa. Stabilito inoltre che penso non esista il genio in grado di scrivere senza aver molto letto, perché l'autore non dovrebbe usufruire dei consigli di chi c'è passato prima anziché sbagliare per anni da solo? Unicamente un vero genio è in grado di riconoscere da solo i propri difetti come tali e superarli e sicuramente io non lo sono. Non dimenticherò mai che Angelo De Ceglie mi fece riscrivere quattro volte un racconto solamente per la pubblicazione su Vox Futura, o che Vittorio Catani un racconto per THX-1138 me lo fece asciugare in più riprese di dodici cartelle. Entrambi avevano perfettamente ragione, anche se all'epoca, quando non c'erano i word processor, significava ribattere tutto sull'Olivetti e qualche accidente deve essermi scappato. Forse non avrò superato i miei difetti, ma loro me li hanno mostrati.

Se poi ti riferisci allo specifico la cosa è molto diversa. La giuria del Premio Urania, come il curatore di una collana o di una rivista, non da consigli. O meglio, i suoi sono consigli fino a un certo punto. E' lui che tira fuori i soldi (o li fa tirare fuori all'editore), compera un prodotto, e stiamo parlando di fantascienza, non della "Divina Commedia". Se lui dice cambia, se il cambiamento non ti sembra sostanziale, lo fai, se ti sembra sostanziale, cerchi di discuterne e raggiungere un accordo. Se non puoi raggiungere un accordo che rispetta quello che senti di aver scritto o se non vuoi discuterne, cerchi un altro editore. Il curatore è quello che conosce il pubblico della casa editrice meglio di te, sa cosa può piacergli e cosa no, che sappia fare il suo lavoro è un altro conto, ma non cambia la sostanza. E' inutile fare i geni incompresi, si cambia editore, e chissà che l'editore successivo non sia della stessa opinione.

Rovesciando l'esempio: Se vuoi comperare una [***spazio a disposizione dello sponsor***] rossa, vai dal concessionario, se questo ce l'ha in pronta consegna unicamente blu hai una scelta: o in realtà il colore non è essenziale e allora la prendi blu, e magari ne approfitti per farti scontare qualche Euro mostrando che la prendi controvoglia, oppure il colore è per te importante e allora cambi concessionario. Se e quando diventerai King allora non riceverai più suggerimenti dal curatore, ma forse, se sei diventato King è anche perché non ne hai più bisogno.