Perché il trucco c'era. Ovvio. Vuoi vedere che un'azienda di prodotti alimentari si mette a regalare giornalini, tessere, distintivi e tutto l'armamentario gratis? Naa. Non che io abbia alcunché da obiettare al concetto. La Buitoni-Perugina mise in commercio la linea di prodotti Astrotau, che erano poi caramelle e cioccolato. Sulle confezioni si trovavano i punti col fatidico marchio del club, una specie di lettera alfa un po' deformata. Più punti raccoglievi, più cose potevi combinare: salire di grado come ho già detto, procurarti la bandiera del club (io la avevo: missile rampante su fondo blu, stoffa tipo sacco di iuta), la foto con autografo di Astrotau (l'avevo), e poi ricevere a casa regali futuribili che andavano dal mio umile robot a pompetta (pochi punti) alla pistola e al casco spaziale (parecchi punti) fino all'incredibile, mai vista, completa tuta spaziale (troppi punti). In quegli anni di periclitante euforia da dopoguerra, la prassi era molto diffusa. Si trovavano punti per grandi raccolte con magnifici doni in tutto: nei detersivi, nei dadi da brodo, nel chewing gum, probabilmente anche nei preservativi, per quanto questo io lo possa solo immaginare, visto che il mio uso del prodotto era scarso. I punti premio ti davano l'eccitante sensazione di ricevere qualcosa in cambio di niente, anche se in realtà pagavi, oh se pagavi, ma non te ne rendevi conto. D'altronde, la prassi è in auge ancora oggi, magari per articoli più raffinati come il traffico telefonico o i viaggi in aereo, e quindi si vede che funziona.

La grande differenza è che la Buitoni-Perugina puntò sulla fantascienza per accaparrarsi un pubblico di giovani consumatori di dolciumi, segno evidente che la sf era considerata un fattore trainante, e leviamoci il cappello di fronte a tanta classe. Dai. Si partiva dalla modesta confezione di caramelle da 50 lire (un punto) per arrivare alla lussuosa barra di cioccolato da 200 lire (quattro punti), con vari gradi intermedi. So che queste cifre oggi fanno ridere, e poi stiamo per entrare nell'euro, figuriamoci; ma io ricordo ancora i giorni in cui comperavo un cono gelato con 5 lire, e un cono da 20 lire era considerato de luxe... Se c'è chi vuole spanciarsi dalle risate, prego, ma prima o poi capita a tutti. Inevitabile.

Qual era il mio grave problema? Il fatto di vivere a Morfasso, il paesello eccetera eccetera. Ne ho parlato troppe volte per ripetermi. Dato che l'iscrizione al club non costava niente, francobollo a parte, avevo fatto diventare Arditi dello Spazio praticamente tutti i pargoli locali; e io, essendo il figlio del segretario comunale, ero l'inevitabile capoccia (mio fratello, più giovane di me, era il vice). Però a Morfasso le caramelle e il cioccolato di Astrotau non si trovavano! Non erano in vendita! Tragedia. E io come faccio a passare di grado? Come mi procuro i regali? Be', sono sempre stato un tipino dotato d'iniziativa. Prendo carta e penna (biro, credo) e scrivo al fatidico indirizzo di Milano (via Torino 51): "Caro Astrotau, non posso comperare le tue fulgide caramelle..."

Così, un pomeriggio, mentre me ne sto a giocare per i fatti miei, mi arriva un altro Ardito dello Spazio a dirmi che mio padre mi vuole vedere IMMEDIATAMENTE! al bar di Michino. Questo Michino era un tipo simpaticissimo, somigliava molto a Fred Buscaglione, e aveva il bar più alla moda di Morfasso. Corro giù con un certo qual turbamento e scopro l'accaduto: da Milano si era avventurato sin lì un uomo di Astrotau, che per la verità aveva un'aria molto normale, molto tranquilla e poco fantascientifica, e del resto era solo un commesso viaggiatore della Buitoni-Perugina, no? Incredibile a dirsi, la mia letterina infantile aveva prodotto cotanto effetto. Mio padre mi diede all'inizio una notevole lavata di testa, anche se in definitiva io proprio non capivo cosa avessi fatto di male; Michino, più comprensivo, mi chiese rassicurazioni, e io gli garantii che tutta l'infanzia indigena avrebbe comperato gli straordinari dolciumi di Astrotau, onde accumulare punti & guadagnare incredibili regali; e insomma, andò a finire che si calmarono tutti e la Buitoni-Perugina concluse il suo affare, e da allora caramelle e cioccolato di Astrotau furono sempre in vendita in quel bar, e ragazzi se ne abbiamo mangiati! Tutti noi, tutti i bambini di Morfasso, accumulavamo le 5 e le 10 lire per arrivare alle 50 o ai multipli, e tesaurizzare a fini di regalie. Che sensazione bellissima, impagabile, a ripensarci adesso. Cose che non si possono nemmeno immaginare. Cose fantascientifiche. Del primitivo, ma quanto godereccio, universo parallelo nel quale ho vissuto i miei anni giovanili.