Nel vasto universo delle trasposizioni cinematografiche tratte dai fumetti Marvel, pochi personaggi hanno avuto una storia tanto tormentata quanto quella dei Fantastici Quattro. Nati nel 1961 dalla fantasia di Stan Lee e Jack Kirby, questo gruppo di supereroi – formato dal brillante scienziato Reed Richards (Mr. Fantastic), dalla invisibile e tenace Sue Storm, dall'irruente e infuocato Johnny Storm e dal roccioso e malinconico Ben Grimm (La Cosa) – ha rappresentato per decenni il cuore pulsante della Marvel. Eppure, portare questi personaggi sul Grande Schermo si è rivelato un compito più arduo del previsto. Dietro ogni tentativo, una storia di ambizioni, compromessi, fallimenti e rinascite alla quale non è mancato l’apporto della questione dei diritti sulle trasposizioni cinematografiche dei personaggi.
Il cammino dei diritti cinematografici dei personaggi della Casa delle Idee somiglia a una saga fumettistica a sé stante: fatta di vendite, accordi incrociati e, finalmente, un ritorno a casa. Nei primi anni Novanta, in grave crisi finanziaria, la Marvel decise di vendere o licenziare alcuni dei suoi personaggi più forti per evitare il fallimento. Così, 20th Century Fox si aggiudicò i diritti di X-Men, Fantastici Quattro e Daredevil, mentre Sony ottenne Spider‑Man e ambientazioni correlate, e altri personaggi come Hulk finirono nelle mani di Universal o New Line Cinema. Va tenuto presente che, per mantenere i diritti dei personaggi, l’accordo prevedeva che il detentore dovesse produrre almeno un film ogni 5-7 anni.
Grazie al successo di film come X-Men (2000) e Spider‑Man (2002), Fox e Sony costruirono franchise milionari. Marvel, intanto, creò Marvel Studios sotto Kevin Feige, puntando sul progetto di un universo condiviso con personaggi di propria produzione: Iron Man, Thor, Captain America e compagni. Ma la precedente frammentazione impedì possibili crossover e utilizzi di antagonisti (famosa la sostituzione in Avengers dei Chitauri al posto degli Skrull, che erano ancora proprietà della Fox). Il momento cruciale arrivò nel 2019, quando Disney acquisì per circa $71 miliardi la divisione entertainment di 21th Century Fox, riavendo i diritti su X-Men, Fantastici Quattro e Deadpool aprendo le porte all’integrazione definitiva di questi eroi nell’MCU, anche in future saghe come Secret Wars o Avengers vs X-Men.
Ma la situazione non è ancora del tutto appianata: per esempio, i diritti legali di Hulk restano ancora con Universal per la distribuzione cinematografica, impedendo la produzione di un film solista sotto l’egida Disney/Marvel, perché, a quanto pare, non è stato possibile negoziare un accordo “illuminato”, come quello riguardante Spider‑Man di cui Sony continua a detenere i diritti cinematografici, pur permettendo al personaggio di apparire nell’MCU.
L’importante, comunque, è che la Marvel abbia ripreso i diritti dei Fantastici Quattro, il quartetto di eroi con le vicende più alterne viste al cinema.
Partiamo dal film perduto del 1994: un’opera mai nata eppure mai morta. La prima vera incarnazione cinematografica dei Fantastici Quattro risale agli inizi degli anni '90, ma si trattò di un progetto anomalo, quasi clandestino. Diretto da Oley Sassone e prodotto da Roger Corman (celebre per i suoi film a basso costo), The Fantastic Four (1994) è un film realizzato unicamente per conservare i diritti di sfruttamento cinematografico da parte della Neue Constantin Film, che rischiava di perderli se non avesse realizzato una pellicola entro una certa data. Girato in fretta, con un budget di appena 1 milione di dollari, il film venne realizzato senza alcuna reale intenzione di distribuirlo, nonostante una campagna promozionale iniziale che illuse cast e troupe. Le interpretazioni di Alex Hyde-White (Reed), Rebecca Staab (Sue), Jay Underwood (Johnny) e Michael Bailey Smith (Ben), affiancati da un dottor Destino particolarmente teatrale interpretato da Joseph Culp, riflettevano la genuina passione degli attori, ma anche le evidenti limitazioni tecniche e narrative del progetto.
Nel corso degli anni, questo film divenne oggetto di culto tra appassionati e collezionisti, diffondendosi attraverso copie pirata e proiezioni underground. Col tempo, è stato riscoperto non solo come oggetto kitsch, ma anche come testimonianza emblematica delle logiche industriali che dominavano le produzioni fumettistiche prima dell’epoca dei cinecomic di massa. Il documentario Doomed! The Untold Story of Roger Corman’s The Fantastic Four (2015) ha ricostruito con precisione la vicenda, restituendo dignità a un’opera che, pur nella sua modestia, rappresenta il primo vero tentativo di tradurre l’essenza del Quartetto sullo schermo.
Dopo anni di gestazione, nel 2005 fu la 20th Century Fox a riportare in vita i Fantastici Quattro, in un momento in cui i supereroi stavano ritrovando slancio grazie ai successi di Spider-Man e X-Men. La regia fu affidata a Tim Story, autore con un passato nella commedia e nella pubblicità, e la sceneggiatura seguiva fedelmente lo spirito fumettistico originario, puntando su un tono brillante e familiare, in netto contrasto con le atmosfere cupe che avrebbero poi caratterizzato il genere supereroistico.
Nel primo film, intitolato semplicemente Fantastic Four, il pubblico incontrava una squadra ancora agli inizi. Il cast era composto da attori che sarebbero poi diventati volti noti: Ioan Gruffudd come Reed Richards, Jessica Alba come Sue Storm, Chris Evans (futuro Captain America) come Johnny Storm e Michael Chiklis, truccato con protesi anziché effetti digitali, nei panni de La Cosa. Il villain era un Doctor Doom reinterpretato in chiave industriale, con volto e carisma di Julian McMahon.
Il film, uscito nell’estate del 2005, fu accolto da critiche tiepide, che lamentavano un approccio eccessivamente adolescenziale e una trama prevedibile. Tuttavia, ottenne buoni risultati al botteghino (oltre 330 milioni di dollari a fronte di un budget di circa 100), convincendo la Fox a realizzare un seguito.
Nel 2007 arrivò Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer, con l’aggiunta del Silver Surfer, una delle figure più iconiche dell’universo Marvel. Il personaggio, fisicamente interpretato da Doug Jones e doppiato da Laurence Fishburne, si impose per la sua resa visiva affascinante e misteriosa, anche se fu controversa la scelta di rappresentare Galactus come una “entità cosmica informe”, anziché nel suo classico aspetto umanoide. Il secondo capitolo ottenne risultati inferiori al primo, sia in termini di critica che di incassi, e la Fox decise di non proseguire con un terzo episodio, lasciando nuovamente in sospeso il destino della famiglia più famosa della Marvel.
Nel 2015, in piena esplosione del Marvel Cinematic Universe, la Fox tentò nuovamente il rilancio del franchise con un’impostazione radicalmente diversa. Affidato a Josh Trank, giovane regista rivelazione di Chronicle, il nuovo Fantastic Four si propose come un reboot cupo e realistico, con forti influenze horror e fantascientifiche. Una scelta ambiziosa che si scontrò violentemente con le aspettative del pubblico e con i vincoli di produzione. Il cast comprendeva Miles Teller (Reed), Kate Mara (Sue), Michael B. Jordan (Johnny) e Jamie Bell (Ben), mentre Toby Kebbell dava vita a un Doctor Doom lontanissimo dalla sua versione classica. Ma il vero problema fu la tormentata lavorazione: conflitti tra regista e studio, continue riscritture della sceneggiatura, pesanti interventi nella post-produzione. Lo stesso Trank, pochi giorni prima dell’uscita, dichiarò pubblicamente su Twitter che il film in sala non rappresentava la sua visione originaria, aggiungendo un ulteriore strato di discredito. Il risultato fu un film privo di identità, caratterizzato da uno sviluppo narrativo caotico e personaggi inconsistenti. Fant4stic fu stroncato dalla critica (9% su Rotten Tomatoes) e ignorato dal pubblico: con un budget compreso tra i 120 e i 150 milioni di dollari, il film ne incassò solo 167 a livello globale, diventando uno dei flop più imbarazzanti del decennio e seppellendo qualsiasi piano di espansione futura del franchise.
Come anticipato, la svolta decisiva arriva nel 2019, quando The Walt Disney Company acquisisce la 20th Century Fox, riportando i diritti cinematografici dei Fantastici Quattro sotto l’egida dei Marvel Studios. La notizia fu accolta con entusiasmo dai fan, che da anni sognavano di vedere il Quartetto al fianco degli Avengers. Nel 2020, Kevin Feige annuncia ufficialmente che i Fantastici Quattro entreranno nell’MCU, con un film diretto inizialmente da Jon Watts (regista della trilogia di Spider-Man con Tom Holland), poi sostituito da Matt Shakman, già apprezzato per il lavoro sulla serie WandaVision. Va detto, per onor di verità, che la lunga attesa del film, che ha coinciso con il calo di qualità produttiva delle Fasi Quattro e Cinque del MCU, ha forse un po’ congelato l’hype degli appassionati.
La storia cinematografica dei Fantastici Quattro è la cronaca di un potenziale spesso frainteso. Da un film mai distribuito a blockbuster imperfetti, passando per disastri produttivi e visioni artistiche mutilate, ogni tentativo ha contribuito, in modo diretto o indiretto, a mantenere viva l’idea che il Quartetto meritasse il proprio posto nel pantheon dei supereroi del grande schermo.
Se il film del 2025 riuscirà a centrare il bersaglio, non sarà solo un nuovo inizio: sarà anche una celebrazione tardiva ma necessaria di quattro personaggi che, nonostante tutto, sono rimasti nel cuore dei lettori per oltre sessant’anni. In fondo, sono sempre stati “la prima famiglia della Marvel”.















Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID