- Le Origini: Dai “Challengers of the Unknown” ai Fantastici Quattro
- 1961: la nascita dei Fantastici Quattro e la rivoluzione della Silver Age
- La Run Fondativa: Stan Lee e Jack Kirby (1961–1970)
- Dopo Kirby: gli anni '70 e '80 – Evoluzione e rielaborazione
- Gli Anni '90: crisi d'identità e rinnovamento
- Il ritorno alle radici: dal 2000 a Hickman
- L’importanza di Franklin Richards
Le Origini: Dai “Challengers of the Unknown” ai Fantastici Quattro
Per comprendere appieno l'importanza dei Fantastici Quattro nel panorama dei fumetti, bisogna partire da una tappa poco nota ma fondamentale del percorso creativo di Jack Kirby. Prima di unirsi alla Marvel e co-creare il gruppo con Stan Lee, Kirby aveva realizzato per la DC Comics un team chiamato Challengers of the Unknown, pubblicato nel 1957. I Challengers erano un gruppo di avventurieri senza superpoteri, sopravvissuti a un disastro aereo, che si dedicavano a missioni pericolose e straordinarie. Il loro spirito pionieristico e il tono fantascientifico delle loro avventure costituirono una sorta di prototipo per quello che, pochi anni dopo, sarebbe diventato il concept dei Fantastici Quattro: un gruppo coeso non solo da uno scopo, ma da legami personali profondi e da una curiosità insaziabile per l'ignoto.
1961: la nascita dei Fantastici Quattro e la rivoluzione della Silver Age
Nel novembre del 1961 esce Fantastic Four #1, segnando non solo l’inizio di una nuova serie, ma l’alba di un’epoca completamente diversa per il fumetto americano: la Silver Age. Stan Lee, allora sceneggiatore di punta della Marvel, e Jack Kirby, artista visionario, uniscono le forze per creare un nuovo tipo di supereroe. In un momento in cui i superuomini impeccabili come Superman dominavano il mercato, Lee e Kirby decidono di proporre qualcosa di radicalmente diverso.
Reed Richards, brillante scienziato, convince il suo amico Ben Grimm, la sua fidanzata Sue Storm e il fratello minore di lei Johnny a lanciarsi in una missione spaziale non autorizzata. Durante il volo, un'esposizione a una tempesta di raggi cosmici altera il loro DNA, conferendo loro abilità straordinarie: Reed diventa elastico, Sue acquisisce il potere dell'invisibilità e di creare campi di forza, Johnny si trasforma nella Torcia Umana e Ben si muta in un essere roccioso dotato di forza sovrumana, diventando La Cosa.
Ma ciò che rende i Fantastici Quattro unici non è solo l’origine dei poteri, bensì la loro natura di “famiglia”. Diversamente dai supereroi classici, non portano maschere, non operano nell’ombra, vivono litigi, riconciliazioni, drammi domestici e successi pubblici. Sono esseri umani con poteri, non semidei infallibili. Questa umanità rende il lettore partecipe della loro vita.
La Run Fondativa: Stan Lee e Jack Kirby (1961–1970)
Il periodo in cui Stan Lee e Jack Kirby lavorano insieme su Fantastic Four è considerato uno dei cicli più influenti e rivoluzionari nella storia del fumetto. In oltre un centinaio di numeri, il duo non solo costruisce l'identità del gruppo, ma definisce le basi dell’intero universo Marvel.
Kirby, con la sua arte dinamica e innovativa, inventa nuovi mondi e razze aliene: l’Atlantide di Namor il Sub Mariner, gli Inumani, i Kree, gli Skrull, il pianeta Wakanda e il suo sovrano Black Panther. Introduce personaggi semidivini come Galactus e il suo araldo Silver Surfer, ampliando l’ambito delle storie dai semplici scontri supereroistici alle epopee cosmiche. Stan Lee, da parte sua, dota questi racconti di una voce umana, ironica e profonda. I personaggi non sono infallibili: litigano, si pongono domande morali, soffrono e sbagliano.
Il Dottor Destino, creato in Fantastic Four #5, diventa il nemico simbolico della serie: un uomo di scienza e magia, ossessionato dal potere e dalla superiorità, che rappresenta la nemesi perfetta di Reed Richards. Destino non è solo un cattivo: è una visione alternativa del mondo, un intellettuale tirannico che cerca ordine assoluto laddove Reed cerca comprensione.
Durante questi anni, i Fantastici Quattro si trasformano in esploratori dell’ignoto, avventurieri scientifici e pionieri dello spazio e del tempo. La loro base, il Baxter Building, diventa un’icona della Marvel: una torre piena di laboratori, portali dimensionali e segreti tecnologici. In questo periodo nasce anche il concetto moderno di “continuity”, con eventi che si influenzano a vicenda da serie a serie. Viene esplorato anche il lato sitcom con il rapporto tra Ben Grimm/la Cosa e Jhonny Storm/Torcia Umana oltre al lato soap rappresentato dal triangolo Sue/Reed /Namor, dove il principe di Atlantide manifesta quello che oggi verrebbe definito Supercrush nei confronti della Donna Invisibile.
Dopo Kirby: gli anni '70 e '80 – Evoluzione e rielaborazione
Dopo l’abbandono di Kirby nel 1970, diversi autori cercano di proseguire la serie, mantenendo lo spirito originario. Roy Thomas e Gerry Conway introducono nuovi personaggi e cercano di mantenere vivo il tono classico, mentre George Pérez, con il suo tratto dinamico e barocco, inizia a lasciare un segno visivo importante. È questo il periodo anche dei Buscema e di una delle saghe più famose e perennemente nel cuore degli appassionati: quella di Galactus, il divoratore di Mondi, del suo araldo Silver Surfer e dell’Osservatore (personaggio che diverrà centrale nella cosmogonia galattica dei comics Marvel).
È poi la volta di John Byrne, con una run (1981–1986) che viene ancora oggi considerata tra le migliori. Byrne, sia sceneggiatore che disegnatore, ha un approccio molto personale: riformula le origini del gruppo, rafforza la personalità di Sue (che smette di essere “la ragazza invisibile” per diventare una “donna” con volontà propria), restituisce centralità a Ben Grimm e fa evolvere la dinamica familiare. Sotto la sua guida, Reed diventa meno distante e più empatico, Johnny più maturo, mentre il rapporto tra Reed e Sue attraversa crisi e riconciliazioni che mostrano una profondità rara nei comics del tempo.
Walt Simonson, che subentra nel 1989, infonde nuove energie alla serie, mescolando mitologia, viaggi temporali e uno stile visivo potente. Le sue storie sono ambiziose e visionarie, spesso sperimentali.
Gli Anni '90: crisi d'identità e rinnovamento
Il decennio vede un'alternanza di qualità e approcci. Tom DeFalco e Paul Ryan guidano una lunga gestione che cerca di conciliare l’eredità classica con le esigenze di un pubblico giovane. Tuttavia, la serie spesso fatica a trovare un'identità coerente. Franklin Richards inizia a emergere come figura centrale, rivelando poteri cosmici in grado di alterare la realtà. È questo il periodo in cui talvolta il quartetto viene sostituito da quattro eroi “random”. È, comunque, il periodo in cui la testata viene forse curata di meno perché i divi del decennio sono i Mutanti con tutte le loro X-Testate.
Verso la fine degli anni '90, la serie entra nel progetto Heroes Reborn, con una reinvenzione temporanea da parte di Jim Lee e Brandon Choi. Sebbene controversa, questa fase mostra l’interesse della Marvel nel rinnovare il team con una sensibilità più moderna, anche se non sempre con successo. Anche questi ultimi autori abbandoneranno la testata, e la Marvel, per dare origine alla Image Comics.
Il ritorno alle radici: dal 2000 a Hickman
Negli anni 2000, Mark Waid e Mike Wieringo riportano il senso di meraviglia scientifica al centro delle storie. Le loro trame sono caratterizzate da avventure brillanti e momenti emotivi sinceri, con particolare attenzione alla figura paterna di Reed e all’introspezione dei personaggi.
Ma è Jonathan Hickman (2009–2012) a cambiare radicalmente le regole del gioco. Il suo ciclo, costruito con precisione architettonica, introduce temi come il determinismo scientifico, l’evoluzione della coscienza e la responsabilità morale del sapere. Sono sue le idee della creazione del Consiglio dei Reed (una congrega di Reed Richards provenienti da diversi universi che cercano di “riparare tutto” sacrificando affetti personali) una delle intuizioni narrative più profonde dell’intera saga. Hickman porta il gruppo a confrontarsi con dilemmi cosmici, guerre multiversali, morte e rinascita. L’introduzione della Future Foundation (una scuola per giovani geni guidata da Reed, Sue, Dragon Man e altri) arricchisce ulteriormente l’universo narrativo.
L’importanza di Franklin Richards
Franklin è uno dei personaggi più enigmatici e potenti dell’universo Marvel. Nato come un bambino normale, sviluppa poteri mutanti che lo rendono in grado di creare interi universi. Durante eventi come Onslaught e Heroes Reborn, è Franklin a salvare gli eroi creando una realtà alternativa. Nei racconti di Hickman, viene mostrato come un essere quasi divino, al punto da collaborare con Celestiali e entità cosmiche. Il suo percorso riflette il potenziale distruttivo e creativo dell’infanzia e dell’immaginazione, incarnando il concetto di “potere oltre la comprensione”, ma guidato da un cuore umano. Quasi a contrapporsi/bilanciare suo padre Reed, uno dei personaggi più difficili da gestire. Il suo ruolo di scienziato e leader spesso lo porta a sacrificare l’empatia per l’efficienza. La sua relazione con Sue è complessa: l’amore è autentico, ma messo costantemente alla prova dalla sua mente iper-razionale. Nelle interpretazioni più moderne, Reed è diventato una figura quasi messianica: un costruttore di mondi, un esploratore del tutto. Ma ciò che lo distingue da altri geni (come Destino) è la sua volontà di restare umano, imperfetto e legato alla sua famiglia.
Ai Fantastici Quattro, però, va attribuito il merito di essere uno dei gruppi più “seminali” dei comics, tanto da aver ispirato epigoni e (ovviamente) versioni alternative. Ne citiamo due.
In Astro City di Kurt Busiek, la First Family è un chiaro omaggio ai FF, un gruppo unito da vincoli di sangue e da un’eredità eroica, impegnato in avventure fantascientifiche che richiamano direttamente il tono delle storie classiche della run Lee/Kirby
In Planetary di Warren Ellis e John Cassaday, i Four sono l’inverso oscuro dei Fantastici Quattro: esseri spietati che hanno scoperto i segreti dell’universo, ma scelgono di tenerli per sé, distruggendo ogni alternativa. Un perfetto esempio di come l’idea originaria sia stata scomposta, reinterpretata e infine reintegrata nella cultura fumettistica contemporanea.
I Fantastici Quattro non sono semplicemente supereroi: sono esploratori, pionieri, una famiglia imperfetta ma coesa. Rappresentano l’anelito umano alla scoperta, alla comprensione del cosmo e di se stessi. La loro influenza si estende ben oltre le pagine dei fumetti: sono archetipi di un’umanità che cresce, sbaglia, ama e sogna.
E, come dicevamo, in un ideale cerchio che si chiude, tornano alle origini DC non solo come fonte di ispirazione, ma come simbolo della contaminazione creativa tra editori, autori e visioni del mondo. Un mito moderno che continua a evolversi.
Bibliografia Essenziale dei Fantastici Quattro
Grazie all’uscita del film MCU la Panini ha rimpinguato il magazzino di edizioni Masterworks e Omnibus, anche Planetary è facilmente reperibile, Astro City, invece, non ha ancora goduto di una ristampa.
Silver Age e Run Fondativa (1961–1970)
Fantastic Four #1–102 – Stan Lee & Jack Kirby
La run originale che ha definito il team e l’universo Marvel stesso. Da non perdere FF #48–50 (La Trilogia di Galactus) e FF #5 (prima apparizione di Doctor Doom).
John Byrne Era (1981–1986)
Fantastic Four #232–295 – John Byrne
Rilancio moderno e profondo, con uno sguardo più maturo ai rapporti familiari e al ruolo di Sue come personaggio forte e centrale.
Walt Simonson Run (1989–1990)
Fantastic Four #334–354 – Walt Simonson
Una fase ricca di idee cosmiche e storytelling sperimentale. Si distingue per l’ambizione e lo stile visivo potente.
Heroes Reborn e Ritorno (1996–1998)
Fantastic Four (Vol. 2) #1–12 – Jim Lee & Brandon Choi
Una versione alternativa ambientata in un universo parallelo, parte dell’esperimento Heroes Reborn.
Fantastic Four (Vol. 3) #1–35 – Chris Claremont, Carlos Pacheco
Ritorno all’universo classico con un tono più epico e meno familiare.
Mark Waid & Mike Wieringo (2002–2005)
Fantastic Four (Vol. 3) #60–70, #500–524
Ritorno al cuore emotivo e scientifico del gruppo, con grande bilanciamento tra avventura, umorismo e cuore. Da segnalare la saga con Doctor Doom che usa la magia e il confronto tra Reed e il proprio senso di colpa.
Jonathan Hickman Era (2009–2012)
Fantastic Four #570–611
FF (Future Foundation) #1–23
Run epica e cerebrale che ridefinisce Reed, Franklin e il concetto di famiglia. Include il Consiglio dei Reed e saghe cosmiche fondamentali per il Marvel Universe moderno.
Dan Slott Run (2018–2022)
Fantastic Four (Vol. 6) #1–46
Ritorno alla leggerezza e allo spirito d’avventura, con molte storie che esplorano le dinamiche familiari. Introduzione di nuovi status quo e celebrazione del mito classico.
Altri Volumi Consigliati (Raccolte, Miniserie e One-shot)
Marvel Masterworks: Fantastic Four – Ristampe cronologiche in volumi pregiati della Silver Age.
Fantastic Four: Life Story – Rilettura storica della saga, decennio per decennio, con invecchiamento realistico dei personaggi.
Fantastic Four: Season One – Una rivisitazione moderna delle origini.
Fantastic Four: Full Circle – Graphic novel di Alex Ross che omaggia lo stile e l’energia della Silver Age.
Serie Ispirate o Derivate da FF
Astro City: Family Album – Kurt Busiek & Brent Anderson
Contiene storie sulla First Family, parallelo narrativo dei Fantastici Quattro.
Planetary #1–27 – Warren Ellis & John Cassaday
Include i Four, riflesso oscuro dei FF: un’opera di decostruzione e celebrazione del genere supereroico.














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