Giovanna Repetto, nata a Genova e residente a Roma, esercita la professione di psicologa. Per Delos Digital ha pubblicato Il Nastro di Sanchez, finalista al premio Urania, a cui sono seguiti Il figlio di Nergal e Tequiero La stagione dei mostri. Con il romanzo L'arte di non muoversi ha vinto il premio Odissea nel 2022.

Raccontati in un racconto 

Mia madre mi raccontava storie fin da quando ero piccina. Spesso erano racconti tratti dalla mitologia greca o aneddoti storici. Mio padre mi portava nei boschi e sulle montagne, a insegnarmi i nomi degli alberi e delle stelle. Una vecchia prozia mi raccontava le fiabe popolari e mi faceva divertire con filastrocche e giochi di parole. Questa fu la mia prima scuola.

Cominciai a inventare storie prima ancora di imparare a scrivere. Mi improvvisavo protagonista di avventure nel teatro della mente. Amavo le storie a lieto fine, ma non disdegnavo l’orrido e il mistero. Ero figlia unica, iperprotetta, abituata a giocare da sola. I miei familiari mi vedevano parlare con amici immaginari, o disegnare ragni orribili per spaventarmi e fuggire urlando. Se mi avessero presa per pazza sarei diventata pazza. Invece pensarono che fossi una persona creativa, e fu quello che diventai.

Avevo forse otto anni quando vidi per la prima volta il film di Robert Wise “Ultimatum alla Terra”. Fu un evento indimenticabile per tutta la famiglia. Per parecchi giorni continuammo a rivolgerci sguardi di intesa dicendo “Klaatu barada nicto”. Poco tempo dopo, in quarta elementare, tentai di scrivere il mio primo romanzo di fantascienza. 

Racconta il tuo viaggio con Delos 

Mi trovavo a transitare per una via di Roma che frequento di rado e che per me rimane il luogo del miracolo. Non ricordo se prima vidi i messaggi che mi stavano arrivando o se prima ancora mi capitò di alzare gli occhi e accorgermi che la strada era tutta pavesata a festa. Comunque sia, le due cose mi parvero allora misteriosamente intrecciate. Il quartiere era in festa per un palio ed esibiva, stesi in alto fra un palazzo e l’altro, gli stendardi con i simboli delle contrade. Nello stesso tempo apprendevo che un mio romanzo era in finale al Premio Urania. Me lo dicevano i messaggi di congratulazioni che arrivavano da scrittori, editori e giornalisti che mi accoglievano così nella vivace famiglia della fantascienza italiana. Era il 23 maggio 2016 e uno di quei messaggi era di Silvio Sosio, editore Delos. Tra i finalisti di quell’anno c’erano grandi nomi e il mio testo non raggiunse il podio della pubblicazione. Si trattava del romanzo “Il Nastro di Sanchez”, che trovò poi alla Delos Digital un’ottima accoglienza. Nel frattempo i miei personaggi, animati da una vitalità tutta loro, mi avevano chiesto di vivere altre storie, e Delos diede spazio all’intera trilogia. Cominciò così un rapporto prezioso e per me stimolante. Diversi curatori della casa editrice mi hanno chiesto e mi chiedono di scrivere racconti per antologie a tema: ogni volta è una sfida e un’occasione per avventurarmi in territori nuovi. Fra tante emozioni, una delle soddisfazioni più grandi è stata quella di vincere il Premio Odissea con “L’arte di non muoversi” nel 2022. Ogni anno faccio le valigie per Milano, in autunno, per partecipare a Stranimondi. Lì fra incontri, abbracci e chiacchiere mi sento a casa. È un’occasione per scambiare idee e dare inizio a progetti. È la grande famiglia a cui, da quel 23 maggio, continuo ad appartenere. 

Racconta cosa prevede il tuo futuro da scrittore (progetti, pubblicazioni e anche sogni e desideri del tuo io scrittore) 

C’è molta carne al fuoco. Ho contratti con diverse case editrici, che hanno già pubblicato miei lavori e con cui prevedo di pubblicare ancora. Un romanzo giallo è già sulla rampa di lancio, pronto a decollare. Un graphic novel, tratto da un altro romanzo, è invece ancora in cerca di casa. Con Delos è in preparazione una raccolta di racconti, e un altro racconto dovrebbe uscire in un’antologia della collana Fantascienza Resistente. Altri lavori sono all’esame di curatori e giurie. E la penna, poiché la prima stesura è sempre a mano, continua a scorrere sul foglio.