Claudio Cordella scrive narrativa e saggistica, ha partecipato a diversi progetti antologici, ha collaborato con alcune riviste ed è stato il vice direttore del web magazine Fantasy Planet (La Corte Editore). Il suo ultimo saggio è L'occhio di Hal, uscito nella collana NerdZone per Delos Digital.Leggiamo cosa racconta di se stesso.

Raccontati in un racconto

Lo confesso con un po' di timore, questa per me è una domanda assai difficile. Dubito di esser in grado di plasmare un racconto incentrato su di me. Cercherò comunque di fare del mio meglio. Posso dire che il trasferimento della mia famiglia da Milano alla provincia padovana, avvenuto nel corso della mia infanzia, per me è stato traumatico. Seppur al tempo stesso, oggi come oggi, non credo che riuscirei mai a ritornare a vivere in una megalopoli. La modalità “sofferenza cronica” della mia esistenza si acuì nel corso delle medie, per poi trasformarsi alle superiori in una “sindrome da alieno caduto sulla Terra”. L'università invece è stato un periodo lungo quanto bizzarro, ho conseguito due lauree (prima in filosofia e di seguito in storia) e poi un master. Ho svolto persino il servizio civile in ambito universitario. Sempre però con la sensazione persistente di non essere mai nel posto giusto. In seguito ho iniziato a scrivere. Altro degno di menzione nella mia esistenza, peculiare quanto un anime in bianco e nero, non credo ci sia.

Racconta il tuo viaggio con Delos

Inizialmente pubblicavo con Imperium, una realtà indipendente che in seguitò confluì in Delos. Al tempo fui tra quegli autori del catalogo Imperium che accettarono quel passaggio, personalmente per me tutto avvenne in modo molto naturale e senza alcun contraccolpo negativo. Anzi, trasbordai felicemente in questi nuovi lidi pieno di speranze. Nel corso degli anni son sempre stato seguito con attenzione, sollecitudine, professionalità e pazienza. Sono perfettamente consapevole di essere uno scrittore problematico sotto diversi punti di vista; ad esempio, ho il timore che l'editing dei miei testi non sia mai stato un lavoro semplice e che abbia sempre fatto sudare le proverbiali sette camice a chi di dovere. Quindi non posso che esser grato a chi, nel corso degli anni, ha svolto quest'indispensabile lavoro di revisione del testo. Mi sento ormai a casa da tempo e confido che questo viaggio, quest'odissea fantascientifica, possa continuare ancora a lungo.

Racconta cosa prevede il tuo futuro da scrittore

Non riesco ad avere sogni o speranze particolari, anzi ho la curiosa tendenza a pensare che averli possa rappresentare un'autentica calamita per le sventure, capace di attirare catastrofi al cui confronto il Second Impact di Neon Genesis Evangelion potrebbe sembrare una bazzecola. Però vorrei riuscire, se possibile, a ritornare a scrivere narrativa per tentare nuovamente, così come avevo già cercato di fare in passato, di fondere tra loro le suggestioni provenienti dalle “leggende del futuro”, simboliche ed esistenzialiste, dei racconti di Cordwainer Smith con quelle, estetizzanti e barocche, provenienti dalle tavole del manga The Five Star Stories di Mamoru Nagano. Vorrei esser in grado di trovare la strada giusta, anzi la storia adatta, che mi consenta di cimentarmi ancora una volta con un'impresa del genere.