A Gene Roddenberry, il creatore della saga di Star Trek, probabilmente sarebbe piaciuto molto Star Trek: Strange New Worlds, l’ultima trasposizione della saga fanta-televisiva, e per almeno un paio di motivi. Il primo è che incarna esattamente lo spirito con cui lui aveva creato negli anni Sessanta uno spettacolo televisivo formato da un gruppo di umani e un alieno, a bordo di un’astronave a zonzo per la galassia, ma che fosse anche l’espressione non di una sola nazione, ma di tutta l’umanità, con l’asiatico signor Sulu, il russo Chekov, l’europeo Scotty, l’africana Uhura e gli americani McCoy, il dottore, e Kirk, il capitano. Senza dimenticare il signor Spock, unico alieno su un equipaggio di oltre 400 persone a bordo dell’astronave Enterprise. Sull’omonima astronave di Star Trek: Strange New Worlds ritroviamo una squadra più o meno multi-etcnica, ci sono Spock e Uhura, ma anche la Numero Uno, il secondo ufficiale che è una Illyriana, La'an Noonien-Singh di Alpha 1, il dottor M’Benga, anche lui africano, l’ingegnere Pelia, che è una Lanthanitiana e gli umani capitano Pike, l’infermiera Chapel, il timoniere Ortegas. Il secondo motivo sono gli effetti speciali. Roddenberry aveva creato la sua serie TV negli anni Sessanta e alla fine di quel decennio andò in onda, con tutti i limiti che la televisione dell’epoca poteva avere nel rappresentare universi alieni e tecnologie spettacolari. Oggi, invece, Star Trek: Strange New Worlds è da questo punto di vista probabilmente la serie che il creatore originale della saga avrebbe voluto realizzare, con effetti speciali all’avanguardia, grandiosi set e costumi all’altezza di uno show del Terzo Millennio.

Ma, aggiungiamo noi, c’è almeno un terzo elemento che Gene Roddenberry avrebbe amato: la qualità della scrittura dei singoli episodi. Nella serie classica, lo show runner americano chiamò a scrivere molti dei singoli episodi alcuni dei più brillanti scrittori di fantascienza dell’epoca, tra gli altri Theodore Sturgeon, James Blish, Norman Spinrad, Harlan Ellison, Richard Matheson, Robert Block. E, come gli appassionati hanno potuto appurare, le storie della nuova serie sono quanto di meglio la fantascienza possa offrire: avventura e azione, ma anche grandi tematiche attuali, per riflettere – oggi come ieri- si chi siamo, cosa vogliamo e dove vogliamo andare. In ultima sintesi, questo è Star Trek.

Ora è arrivata sugli schermi di Paramount+ la terza stagione di Strange New Worlds, che sembra essere la perfetta sintesi di ciò che Roddenberry ha creato.

Nella terza stagione, racconta la sinossi, l'equipaggio della Uss Enterprise è ancora sotto il comando del capitano Pike e sta affrontando la conclusione dell'agghiacciante incontro della seconda stagione con il Gorn. Ma lo attendono nuove vite e civiltà, tra cui un cattivo che metterà alla prova la determinazione dei nostri personaggi. La terza stagione si tuffa in avventure emozionanti di fede, dovere, romanticismo, commedia e mistero, con una varietà di generi diversi mai visti prima in qualsiasi altro Star Trek.

La serie è sempre interpretata da Anson Mount, Rebecca Romijn, Ethan Peck, Jess Bush, Christina Chong, Celia Rose Gooding, Melissa Navia, Babs Olusanmokun e Martin Quinn, insieme ad alcune guest stars come Rhys Darby, Patton Oswalt, Cillian O’Sullivan, Melanie Scrofano e Carol Kane, oltre alla speciale guest star Paul Wesley.

Cosa troveremo in questa terza stagione? Se non volete conoscere in anteprima qualche dettaglio, allora saltate il resto dell’articolo.

Si parte dall’ultimo episodio della seconda stagione, dove i nostri eroi erano alle prese con i Gorn. Poi, molti vorranno sapere come andrà a finire l’idillio romantico tra l’infermiera Chapel e il signor Spock e… be’, vi diciamo solo che nel mezzo ci sarà il dottor Korby, che come sa bene chi ha seguito la serie classica è stato un grande amore della Chapel.

Un episodio sarà molto retrò e riguarderà una serie televisiva in stile anni ’50 del Novecento, come dire una parodia di Star Trek, qualcosa di simile al Capitan Proton di Star Trek: Voyager, che vedeva coinvolti sul ponte ologrammi Tom Paris e Harry Kim. Poi, ritroveremo anche un “nuovo” e allo stesso tempo “vecchio” personaggio della serie classica, un essere poteente e alieno che assomiglia molto al personaggio di Trelane, che si prende gioco dell’equipaggio dell’Enterprise nell’episodio classico Il cavaliere di Gothos e che potrebbe essere, per altri versi, un antesignano di Q della serie The Next Generation.

Un altro episodio sarà un vero e proprio giallo classico, con tanto di omicidio e investigazioni, mentre su un lontano avamposto ai confini dello spazio tra Federazione e Impero Klingon il capitano Pike e il dottor M’Benga incontreranno dei Kinglone Zombie molto letali.

E, ciliegina sulla torta, ritroveremo il capitano Kirk che incrocerà nientemeno che Scotty e fra i due scoccherà un “colpo di fulmine” professionale, suggellato dalla battuta: “Sa, noi due formiamo un’ottima squadra”, che il tenente James T. Kirk dirà a Scotty mentre stando brindando.

E a proposito di Kirk, nel 2026 la saga di Roddenberry festeggerà 60 anni e allora qualcuno ha insinuato che potrebbe essere un buon momento per annunciare una “nuova”, si fa per dire, serie: Star Trek, ovvero la riedizione della show originale con gli iconici personaggi che tutti gli appassionati ben conoscono, ma per l’appunto con storie, scenografie, effetti speciali e quant’altro aggiornati. Siamo sicuri che Gene Roddenberry apprezzerebbe.