Olatunde Adem Nduwaele percorre le vie del centro di Firenze sovraccariche di turisti, le rondini intrecciano azzardi di voli nel caldo del primo pomeriggio, bottegai e figuranti vestiti in costumi rinascimentali rivolgono sorrisi e inviti ai passanti.

Raggiunge il tavolino della gelateria, individua la pelata del Colonnello e gli arriva alle spalle. – Salve.

– Siediti, Ola – il Colonnello gli porge un cucchiaino pulito e indica il gelato che ha davanti. – Assaggialo, è ottimo.

Olatunde mangia avidamente apprezzando il sapore rinfrescante.

– Molto buono.

– I rastrellamenti di Ghawar, ricordi?

Olatunde annuisce.

– Ti propongo una missione di caccia ed eliminazione come allora – prosegue l'uomo.

Olatunde continua a gustare il gelato in silenzio.

– L’altroieri sera il senatore Valentino Venturi, che da qualche settimana dava segni di evidente instabilità, ha provocato un esplosione a bordo del Neptunus durante la cena ufficiale organizzata dal console Giuli in onore della delegazione della Cindia ed è fuggito tuffandosi nelle acque della laguna padana. Ero presente ma, purtroppo, non sono riuscito a fermarlo. Ora ho bisogno di un uomo non legato alla Gens Italica che lo trovi e lo elimini. Qui hai tutta la documentazione.» gli passa una microsim.

Olatunde si pulisce la bocca, appoggia il tovagliolo sul tavolino, mette in tasca la microsim e risponde. – Compenso?

– Mezzo milione off shore.

– Ci sto.

Il Colonnello si alza e inforca gli occhiali da sole. – Contattami solo ad incarico concluso.

Olatunde lo guarda sparire nella folla di Piazza della Signoria che inizia a rumoreggiare e muoversi indicando la fontana del Nettuno.

Al volto del colosso di marmo si sovrappone l’ologramma del viso di un maiale di colore rosso e un fumetto sul quale si legge: Meglio Porci Che Pecore in caratteri lampeggianti. I Porci Rossi ne stanno facendo una delle loro.

Centinaia di turisti riprendono la scena e la condividono.

– Salve, cugino, cosa ti spinge a contattare la Famiglia Nera?

Il sorriso di Robert è di un bianco accecante anche in ologramma. Olatunde si sistema meglio sulla poltroncina poi appoggia la microsim sul pad davanti a lui.

– Lo conosci?

– Valentino Venturi. Senatore e star dei social, pare non goda di buona salute a giudicare dai post degli ultimi due giorni.

– I profili sono sotto il controllo della Gilda Spin – spiega Olatunde, regolando le luci della stanza d’albergo dalla quale sta parlando. – S’è messo contro il Console e devo eliminarlo. Ma non c’è più traccia della sua biosim.

– Capito, te lo rintracciamo noi.

Non c’è altro da dire, Olatunde chiude la comunicazione, prende una Stoney ghiacciata dal frigo e va a berla in balcone. Socchiude gli occhi e si lascia riscaldare dal sole che tramonta sui tetti di Firenze.

L’avviso di chiamata lo fa rientrare.

– Venturi è in viaggio per il Sochallenge di Bologna, la sua biosim ufficiale è disattivata ma ne ha altre due non registrate, su una ha acquistato un biglietto per la manifestazione, ti mando i tracker – il sorriso di Robert è sempre rassicurante. Olatunde sorride a sua volta.

– Bene, ti trasferisco il compenso.

– Hai bisogno di un guardaspalle? Il Sochallenge può essere una bolgia.

– No, grazie.

– È sempre un piacere, cugino.

La folla davanti ai cancelli della zona fieristica di Bologna bivacca già da un paio di giorni, Olatunde si mescola a loro, vestito con indumenti usati e dai colori incerti, la divisa dei due terzi della popolazione.

Qualcuno ha organizzato dei posti di ristoro a prezzi scontatissimi, lui li passa in rassegna poi decide per uno spiedo di sintocarne fritta e una pinta di birra leggera. Quando finisce di scolarla si lascia andare ad un rutto soddisfatto sedendosi con la schiena appoggiata ad una delle transenne della zona pedoni.

– Ma non ti fa schifo quella roba? – gli chiede un tipo con capelli verde bottiglia e un occhio dorato.

– Bah, sopportabile.

– Laggiù distribuiscono gratuitamente lo starter pack da venti giorni della nuova nutribag, una volta entrati si possono provare tutte le varianti, di sicuro meno tossiche del cibo che hai appena mangiato.

– Ci penserò.

– Cosa ti preoccupa, che possono mettere qualcosa per controllarti nel fluido o nelle nanoessenze? Non dirmi che ti illudi di essere libero. La biosim, la capsula lifeleasing, perfino lo smartelet, sono tutti attrezzi con i quali rinunciamo ad essere liberi, e allora approfittiamone, almeno viviamo alla grande e…

– Falla finita – dice Olatunde e si tira il cappuccio sul volto chiudendo la chiacchierata.

Sa bene che per la maggior parte dei presenti vivere alla grande coincide con i nanopiaceri della nutribag, unico sfogo ad una vita di lavoro sottopagato a sedici ore al giorno. Non capiscono che vivere alla grande vuol dire alzare lo sguardo verso il cielo, verso lo spazio. L'anello orbitale, il progetto Visana, quelli sono i nuovi simboli di una vita da privilegiati. È per questo che lui continua a svolgere missioni coperte per il Colonnello, per poter avere un posto tra i coloni del Visana o magari tra i custodi dell'anello orbitale.

Un’ esplosione di suoni e luci lo riporta alla realtà.

– SOCHALLENGE – l'ologramma della parola trascritta nelle principali ortografie mondiali piove dall'alto, si divide in mille rivoli e poi in gocce che scintillano sulla folla radunata attorno al centro fieristico di Bologna, le gocce toccano terra e, come minuscole fate alate, risalgono a comporre infiniti giochi di luce e danza fino a ricompattarsi nella scritta per poi ricominciare con sfumature di colore sempre diverse.

Una musica angelica accompagna queste evoluzioni finché la scritta stessa esplode per ricostituirsi come logo fiammeggiante, solo a quel punto vengono aperti i cancelli e la folla sciama attraversando i controlli di sicurezza, accompagnata da una musica martellante.

Gli agenti della Guardia Civile sono in piena attività alle postazioni di controllo. Sulle loro teste fluttuano gli oloproiettori che scandiscono l'attesa trasmettendo social news e pubblicità, ogni sette minuti passano le schede biografiche dei partecipanti: i trentadue influencer più seguiti dei social che si sfideranno attraverso prove di abilità, cultura, social management e VRbattleroyale per potersi fregiare del titolo triennale di Master of Social.

Il pubblico indossa gadget e colori del proprio beniamino pronti a sovraccaricare le proprie biosim e smartelet per fornire ai concorrente più riserve per affrontare le prove, sperando di essere poi tra i nominati a condividere l'amministrazione dei profili.

Su novantamila spettatori solo cinque di loro verranno ammessi a lavorare con il vincitore per un contratto di tre anni, ma l'esigua probabilità non scoraggia nessuno.

Basta il fantasma di un sogno, riflette Olatunde, poi lo smartelet blippa mostrandogli la posizione di Venturi che si sta muovendo all'interno dell'arena.

Il console Giuli, vestito in blu scuro, appare nel posto d'onore della tribuna VIP accompagnato dalle note di “Nessun Dorma” e dall'applauso della folla. Il suo volto viene rimandato da ogni oloschermo così che tutti possano trovare accoglienza nello sguardo paterno che da quattro mandati veglia sull’Italia.

Viene avanti e con le due braccia alzate saluta con la frase di rito. – Gens Faber Fortunae Suae – scandita in risposta da tutti i presenti. Si inchina alla folla poi va a salutare i delegati della Trimurti, Choi per la Cindia, Matveev per la Russia e Castillo per l'America. Lo scambio di saluti è cordiale, Giuli fissa uno ad uno i suoi ospiti e trova nei loro occhi l'appoggio di cui ha bisogno, quello che si concretizzerà entro quarantotto ore al Summit Sanità di Roma.

Galvanizzato dall'idea si appoggia alla balaustra e inizia il discorso. – Gens Italica, è un onore, per me…

Olatunde è nell'arena, dodici livelli sopra la posizione di Venturi e si lascia portare dal flusso della folla valutando le alternative su come uccidere il senatore senza danni collaterali.

Giuli finisce il discorso e parte la prima prova del Sochallenge, tutti i concorrenti sono connessi e lanciano i propri avatar.

Dopo il setup iniziale lo scenario cambia improvvisamente con la comparsa nell'arena virtuale di un plotone di aviatori in tute multicolori e con rosse facce di maiale. I loro avatar clandestini iniziano a sterminare con le armi più fantasiose gli avatar dei concorrenti.

La folla rumoreggia, poi ride, poi applaude scandendo “Porci Rossi, Porci Rossi!”

I concorrenti cercano di reagire ma scoprono di essere inermi.

Olatunde scende lungo le scale tenendo d'occhio il segnale di Venturi e lo aggancia dopo due piani. Il senatore ha rasato quasi a zero la sua famosa chioma bionda ed è vestito in modo comune, lo accompagna una vecchia dai lunghi capelli grigioferro raccolti in dreadlock. Allo scan biosim la donna è rumore bianco. Li lascia scendere poi si mette alle sue spalle.

Nell'arena virtuale è finita la mattanza e si alzano in volo minuscoli e antichi biplani multicolori guidati da maialini rossi che sorreggono striscioni luminosi con tre frasi: “Meglio porci che pecore”, “Gli ultimi sono ultimi se i primi sono irraggiungibili”, “Abbatti il muro!”.

Nei ranghi della Guardia Civile e dei tecnici della sicurezza il caos è totale.

Olatunde è alle spalle di Venturi e della donna, decide di colpire, accelera il passo e si prepara a sferrare il colpo, poi cala il buio totale.

Nell'arena virtuale il faccione di un maiale aviatore saluta tutti i presenti. – Appuntamento a Roma! – Giuli deve sopportare le occhiatine ironiche dei delegati mentre finalmente Guardia Civile e tecnici ristabiliscono il controllo e danno ufficialmente inizio alle gare.

– Sa che quello è il protagonista di un film di animazione giapponese? – chiede Matveev riferendosi al maiale aviatore.

– Conosco i film di Miyazaki – risponde Giuli, cercando di trattenere la rabbia.

Olatunde riapre gli occhi sulla branda di una delle postazioni della Guardia Civile, il Colonnello lo osserva incuriosito.

– Cosa è successo?

– Avevo Venturi davanti poi tutto è diventato buio.

– Una neuroscarica.

Lui si sente un enorme stupido. – Ho sottovalutato la situazione. Venturi non è solo, lo accompagna una vecchia e di sicuro ha qualcuno che gli copre le spalle.

Il Colonnello gli risponde in tono tranquillo.

– In questo momento la priorità del Console sono i Porci Rossi, dobbiamo approfittarne. Puoi continuare la tua caccia.

Olatunde sente ancora tutti i muscoli intorpiditi e formicolanti ma il carico di rabbia e adrenalina è più potente e si mette in piedi ugualmente.

– Sissignore.

Fuori i giochi del Sochallenge tornano al regolare svolgimento.

Mentre rientra nella zona dell'arena Olatunde riceve sullo smartelet una richiesta di incontro da parte di un membro della Famiglia Nera e lo accetta.

Il luogo è vicino ai padiglioni del merchandising, lui si muove velocemente, il contatto è una ragazza scura come l'ebano, vestita come tutti gli altri, che indossa occhiali multifunzione e gli fa un cenno.

Olatunde si avvicina veloce. – Avevo detto a Robert che non mi serviva un appoggio, ma forse mi sbagliavo.

– Sono d'accordo, ti sei sbagliato alla grande – sorride lei.

E per Olatunde le luci si spengono ancora.

Ha la sabbia in gola. La sabbia finissima e bianca della zona dei pozzi dell'Arabia Saudita. È l'autunno della Guerra Araba e insieme al suo plotone stanno rastrellando tutte le installazioni. Non ce ne sarebbe bisogno, perché entro dodici ore le zone dei pozzi verranno nuclearizzate e con esse l'intera popolazione. Ma l'intelligence ha scoperto che gli emiri e le loro famiglie sono rintanate nei lussuosissimi rifugi sotterranei occultati dagli stabilimenti, e a loro è arrivato l'ordine di cercare e uccidere.

Per nessuno di loro si tratta di un semplice ordine, è la vendetta che gli avevano promesso i generali. Possono marciare sui patrimoni da sempre ostentati davanti ai loro occhi e farne scempio, prendere ciò che vogliono: ricchezze, tecnologia, donne, ragazzi, tutto quello che vogliono, Possono razziare e distruggere.

Sono la Jeshi Nyeusi, l'esercito unito degli stati africani incaricato dall'ONU di punire una volta e per sempre le genti e gli stati della penisola più ricca del mondo, colpevoli di continuare a finanziare il terrorismo mondiale senza volersi adattare ai nuovi equilibri.

La sensazione di potere, la soddisfazione di essere giudici e boia insieme è incomparabile.

Ora la scena cambia: il plotone è a bordo di un blindato lanciato a tutta velocità verso il punto di raccolta, Olatunde ha bisogno di bere, la sabbia in gola diventa sempre più secca, si sente strozzare.

E si sveglia.

– Ciao, cugino.

Olatunde prova a muoversi, ma è ben assicurato alla poltroncina di un minivan che percorre velocemente le strade di Roma.

Mette a fuoco gli altri occupanti. Oltre a Robert ci sono la ragazza del Sochallenge, Venturi e la vecchia grigia con i dreadlock.

– Cosa cazzo… perché sono legato? – si agita tendendo le fasce che lo legano.

– Stammi a sentire. Qui l'unico che ti vuole vivo sono io, per favore non farmi pentire della decisione. Sono quasi due giorni che stai dormendo – Robert gli mostra la placca dell’inibitore che ha tra le mani.

Olatunde cerca di trattenersi.

– Faccio le presentazioni – prosegue Robert. – Il senatore Venturi lo conosci, lei è Manuela, un soldato della nostra Famiglia, e lei è la dottoressa Bardai, biotecnologa – specifica indicando prima la ragazza e poi la vecchia.

– Sorridi, sergente Olatunde, hai l’occasione di conoscere alcuni membri dei Porci Rossi – specifica Venturi.

– E sareste voi? – la voce di Olatunde suona scettica.

– Noi siamo una cellula. Ce ne sono parecchie altre come questa in tutta Italia.

Mentre il senatore risponde Manuela e la dottoressa sono impegnate a lavorare su due oloterminali.

– Liberami – Olatunde si rivolge a Robert.

– Quando avremo finito sarai libero di fare quello che vuoi.

Il minivan arriva fino al parcheggio della terrazza di Monte Mario, il lussuoso hotel poco più avanti è la sede del Summit Sanità. Il dispiegamento di sicurezza della Guardia Civile è ampio e minaccioso. Nonostante questo più di un migliaio di uomini e donne di mezza età sono radunate in maniera pacifica insieme ai loro olomanifesti e messaggi registrati sui droni.

– Cosa volete fare? Un altro dei vostri giochetti con gli anime giapponesi?

– Ora basta – dice Robert, regola il settaggio dell’inibitore e glielo applica sulla tempia sinistra. Olatunde non riesce più a parlare.

– Ok, Valentino, puoi andare – dice Manuela.

Venturi guarda la vecchia. – Dottoressa?

– Pronta.

Venturi indossa una maschera da maiale di colore rosso, Manuela attiva un minidrone olocamera su di lui.

– Salve a tutti, per quelli che non mi conoscono mi presento: sono un Porco Rosso – Venturi scende dal minivan e si mostra alla folla che rumoreggia.

L'olocamera ritrasmette la sua immagine sospesa in aria.

– So che siete qui per un flashmob di protesta nella speranza che il Console e i suoi amici della Trimurti, insieme ai vertici delle industrie farmaceutiche riuniti dentro l'albergo, tengano conto delle vostre misere esigenze. Beh, siete degli illusi.

La Guardia Civile prova a muoversi, ma Manuela interferisce sul loro sistema di comunicazione.

– Non sono solo, con me ci sono tanti amici – dice Venturi mentre alla sua immagine si uniscono piccoli biplani pilotati da maiali rossi. – Conoscete tutti il nostro motto: Meglio Porci che Pecore. Forse, però, non sapete che quello originale era: Meglio Porci che Fascisti. Purtroppo da una ventina di anni il vocabolo Fascismo è scomparso da tutti i dizionari per convincerci che non sia mai esistito quando invece detiene stabilmente il potere con il nome di Gens Italica. E ve lo posso testimoniare perché ho fatto parte di loro – Venturi si toglie la maschera.

Nella folla serpeggiano applausi, fischi, sbigottimento, la Guardia Civile cerca di organizzarsi.

– Sapete cosa stanno decidendo lì dentro? L’argomento è il nuovo utilizzo della capsula lifeleasing, quella che tutti noi sopra i cinquant'anni abbiamo e che ci garantisce la buona salute. Noi italiani l'amiamo da sempre, vero? Siamo stati i primi nel mondo a farcela impiantare dopo il periodo delle epidemie. Beh, lì dentro stanno decidendo di usarla per sfoltire la sovrappopolazione, perché, sapete, noi esseri umani ci riproduciamo ancora a un ritmo troppo elevato, nonostante le malattie e le guerre. E indovinate chi saranno i primi a morire? Noi over cinquanta, i parassiti che dovrebbero ricevere assistenza dallo stato. E voi pensate che si faranno fermare da un corteo di protesta, dalle petizioni sui social o da una infinita serie di pacifici dibattiti? No, quella è gente priva di scrupoli e capisce un solo linguaggio.

Improvvisamente la folla si zittisce. – Ora gli dimostreremo che non siamo dei parassiti, non siamo spazzatura da buttare via, ma che serviamo ancora a qualcosa e per questo ci devono temere. A lei, dottoressa!

All'interno del minivan la dottoressa e Manuela lanciano alcune applicazioni.

Olatunde guarda affascinato dal parabrezza.

Piccoli capannelli di convenuti iniziano a comportarsi in maniera strana, in preda a violenti spasmi muscolari che li percorrono a ondate.

– E ora, branco di vecchi parassiti, apprezzate la sensazione di rabbia e potenza incontrollata che la dottoressa vi sta regalando attraverso l'hackeraggio delle vostre capsule e andiamo a rompere il culo a quei figli di puttana! – Venturi si lancia per primo mentre i gruppi confluiscono in una sola marea di persone che lo segue travolgendo cose e persone. La Guardia Civile reagisce ma chi viene abbattuto o stordito si rialza e continua, ancora più aggressivo e incontrollato.

Olatunde anche se potesse parlare non saprebbe cosa dire. Riconosce in quelle persone la stessa rabbia vendicatrice del suo esercito, con l’unica differenza che questi vecchi parassiti, come li ha chiamati Venturi, non si fermano nemmeno dopo morti, ed è con profonda incredulità che si rende conto di assistere ad una vera apocalisse zombie.