Dal dispensatore della Centraal Station presi a nolo una bicicletta in lega e istradai la spesa sull’account della ReStore. Oltre a pagarmi l’affitto del monoculo, il mio contratto da co-work, quell’anno prevedeva un premio finale se avessi dimostrato di utilizzare per 180 giorni dei mezzi di trasporto a bassa dispersione di calore. Pedalavo nervoso, a ritmo sovraurbano, evitando i ciclisti che si lagnavano delle mie evoluzioni acrobatiche. 

- Godverdomme![2]  

Quasi si divertivano a lanciare offese e altre imprecazioni all’indirizzo della mia sagoma sfuggente in mezzo al traffico mattutino. 

La densità degli ostacoli lungo il percorso mi costrinse a saltare sui cordoli, a infilarmi tra coppie di studentesse che cicloveleggiavano a passeggio. Io, invece, avevo una gran fretta.  

Artigliai un tram col magnete da rimorchio per non perdere una frazione, seppure minima, di velocità.  

Loro non potevano sapere dell’appuntamento. Dopo giorni e giorni di attesa, avevo finalmente un trasogno da vivere insieme a Yumiko. Avrei voluto che tutti quanti sparissero o per lo meno che si levassero dalla mia corsia preferenziale. 

Era probabile che Yumiko mi stesse già aspettando. Anche il suo turno di notte era finito e il nostro meeting stava per cominciare così come il nuovo giorno.  

Quello era il primo trasogno che avremmo fatto insieme. I nostri avatar erano nati sulla stessa casella del calendario. Festa di mezza estate, più doppio compleanno. Ci meritavamo un trattamento di lusso in una data così speciale

Yumiko ed io lavoravamo da sei mesi sullo stesso canale aziendale, quello del marketing virale. Non avevamo rapporti fisici. Lei lavorava alla sede di Sloterdijk, io in quella centrale. Il nostro compito consisteva nello spedire un certo numero di “bombe logiche” all’ora e poi farle esplodere dentro agli indirizzi email di milioni di potenziali clienti. Forse esplodere è un verbo troppo carico. Diciamo pure innescare una promo. Poi, sulla base delle preferenze del consumatore, controllavamo l’orario migliore, settavamo le combinazioni a corredo e alla fine ce la battevamo in ritirata. 

C’è chi pensa che questo sia un lavoro inutile.  

Tuttavia certe campagne molto precise e ficcanti, possono rendere jack-pot di crediti alla ReStore.  

L’unica condizione spiacevole era che se ci avessero beccato in flagrante, se cioè qualcuno fosse risalito ai nostri indirizzi IP, i capi erano tenuti a ignorare le nostre identità. E noi avevamo accettato un contratto per cui non dovevamo sapere chi ci fornisse le informazioni.