Il confronto tra l'uomo e le sue tecnologiche creazioni non è tuttavia a senso unico, siamo molto lontani dai robot ribelli di tante storie passate, spesso gli straordinari congegni senzienti che popolano le storie di Tonani cercano semplicemente di sopravvivere o obbediscono alla loro programmazione. Nel racconto Rigetto i crab, macchine costruite per edificare grattacieli alti più di 700 metri, cercano di evitare l'estinzione innestandosi parti prelevate da riluttanti donatori umani, mentre i paguri di Le polverose conchiglie del mattino travolgono tutto al loro passaggio, ma lo fanno inconsciamente, spinti a migrare da una necessità assoluta.

Quattro racconti, un terzo della raccolta, ampliano l'universo narrativo di Infect@, una ghiotta occasione per gli appassionati di una delle più immaginifiche e rutilanti creazioni della fantascienza, il mondo dell'Agoverso. In questo ormai consistente corpus narrativo Tonani descrive una società futura sempre più anarchica e folle, dove i cartoni animati sono reali e convivono con gli umani, in una Italia ancora più incarognita (se possibile) di quella attuale, ma rutilante di suggestioni e colori.

Mekong è un titolo che non lascia molti dubbi sulla passione di Alberto Cola per l'oriente: dal Tibet al mar cinese meridionale la lunghissima vena liquida di questo fiume unisce sei paesi, rappresentando il simbolo della complessità e del fascino dell'oriente.

Tuttavia sbaglierebbe chi si aspettasse una serie di storie ambientate in Giappone e in Cina, magari in metropoli rutilanti di luci e magari un po' anonime, farcite di tecnologia e netrunner, spesso le vicende narrate non hanno una precisa collocazione spaziale, e anche quando Cola precisa l'ambientazione rifugge comunque dagli stereotipi, si veda ne Il funerale delle rose l'immagine corrotta e spietata di Ho Chi Minh City, la vecchia Saigon, città dimenticata da un occidente distratto e con poca memoria.

Ambientato in Giappone è invece Mishima Boulevard, il racconto che è alla base del romanzo Lazarus, vincitore del Premio Urania 2009, ma anche qui i cimiteri e i villaggi dei pescatori sono lontani dall'immagine ipertecnologica che abbiamo del paese del sol levante. Per Cola la tecnologia in sé stessa non sembra essere necessariamente nemica, anche se a volte i suoi effetti possono essere devastanti, in Dumpin' Jack il progresso emargina e riduce in miseria intere categorie di lavoratori, ma poi basta un piccolo evento inaspettato per mettere in crisi sofisticati e costosi apparati, quasi che la natura stessa voglia mettere rimedio agli scempi umani. Naturalmente non è sempre così facile, in Haceldama, folgorante racconto basato principalmente su dialoghi serrati e drammatici, il protagonista soccombe ai suoi torturatori, ma forse anche qui la tecnologia ha mostrato una piccola crepa.

Chi ha letto e apprezzato Ultima pelle sarà contento di ritrovare i Costrutti, cloni umani creati per essere schiavi, ma che hanno mostrato di avere più risorse del previsto, tanto da suscitare amore o da lottare per la vita e la libertà.

Tre antologie di alto livello di tre scrittori a cui non mancano certo le idee, e che riescono a mettere nelle loro opere meraviglia a profusione. Quello che mi ha più impressionato leggendo di seguito le tre raccolte è stato vedere le diverse personalità degli autori emergere con prepotenza, ciascuno con la propria chiave di lettura per decifrare quello che attende l'umanità. Più classico e ottimista (ma non troppo) Fabriani, più concentrato su un futuro distropico e disperato Tonani, mentre Cola si pone come ago della bilancia e sembra dirci che il mondo che ci aspetta non sarà un posto piacevole dove vivere, ma che possiamo farcela.