La tua storia è tratta da leggenda o è tutto frutto della tua fantasia?

No, si tratta tutto di pura invenzione. Naturalmente l’isola che sorge dal mare porta alla mente l’isola ferdinandea, ma non c’è alcun nesso né riferimento con questa.

Chi è il protagonista di L’Isola scolpita?

Quello apparente è il giovane. L’ho accennato, ma il vero protagonista è un’ombra che appare e scompare, quella di qualcuno che in qualche modo protegge il ragazzo e l’aiuta a compiere il suo destino. Un’ombra che alla fine lo scioccherà.

Con L’Isola scolpita siamo nei dintorni della fiaba, con venature horror e fantasy. Con Sinfonia per l’Imperatore sia a metà strada tra il romanzo storico e la fantascienza. Presumo ti piaccia molto contaminare i cosiddetti generi letterari?

Da morire. Io adoro la commistione di generi, non soltanto nella fantascienza. In alcune opere ho anche utilizzato il giallo, in altre l’erotismo. Insomma, se cerchi in quello che scrivo soltanto un genere dovrai faticare molto e andare forse ai miei ‘antichi’ racconti.Noi tutti commettiamo un errore quando vogliamo incapsulare la narrativa di genere. La mettiamo in una bella boccetta con una altrettanto bella etichetta e la vogliamo vendere. Io sono orgoglioso di scrivere ‘roba’ del genere, ma sono certo che dobbiamo abbandonare le etichette. Se proponiamo buona narrativa la gente la leggerà senza storcere il muso. Un trucco per far leggere fantascienza è contaminarla col gallo e con l’horror, non lo scopro certo io. Quindi queste sono operazioni che vanno avanti da Shelley e continueranno nel futuro, sino al completo assorbimento della nostra narrativa di nicchia nel calderone onnicomprensivo della Narrativa e basta.