Affondiamo in un magma cedevole, umido, filante, tiepido, a tratti bollente, rigurgitante, ridondante di sentori fortissimi estremi e che quasi ci fagocita. La nostra passione sale a vertici irraggiungibili! Sento l’odore di lei (è obbligata a non lavarsi per accrescere il valore dei test), ci rotoliamo, comincio a leccarla tutta, ci accendiamo come torce, stiamo per esplodere insieme in una fiammata…

Mi squilla il microcellulare negli orecchi.

Cerco di ignorarlo, mi pare la voce il dottor Arcidiacono, gracchia che è urgentissimo, parla-parla-parla vammorì ammazzato!

Ci ricomponiamo. Ci scrolliamo un po’ inutilmente per ripulirci, asciugarci, avviandoci mano nella mano in silenzio.

– E’ stato stupendo – alita Marzia sognante.

– Ho una notizia – dico.

Mi guarda speranzosa. Magari crede che le chiederò di sposarla, o di convivere.

– Mentre noi… insomma proprio in quel momento... ha chiamato Arcidiacono. Diceva che… – Inghiotto. Esito a proseguire.

– Ha chiamato anche me qualche giorno fa, il mio contratto di lavoro non sarà rinnovato alla scadenza – dice Marzia.

– Davvero? – Di questo, a me nessuno ha detto nulla. – E quindi?

– Dovrò dire addio a questo schifo di lavoro – aggiunge stizzita. – Perfino una cavia delle multinazionali farmaceutiche è soggetta a capricci e mafie. Un lavoro merdoso come nessun altro, ma un lavoro.

Testare lo strepitoso-antitutto-multiplo che difende da cancri e virus è un lavoro da benefattori dell’umanità, è per questo che ci danno quattro soldi: ci fanno un favore. Dobbiamo solo calarci 24 ore al giorno in ogni sterco immaginabile. “Lavoriamo nella cacca ma dobbiamo essere felici perché salviamo il mondo!” Mi accorgo che ho urlato l’ultima frase. Marzia si scosta.

– Che ti succede – esclama contrariata, – isteria post-coitale?

Avanzo di qualche passo lasciandola indietro. Guardo in giro. Dentro ho un buco nero, improvvisamente le collinette e il profluvio di sentori non significano più nulla per me. Detesto la discarica. Fa schifo! Questo cesso è lo specchio segreto di quanto c’è fuori di qui: una città-fogna, fetidi produttori, lucratori di veleni, marci governanti, lurido universo! Una camicia di forza che non potremo mai toglierci… Torno indietro e in un impeto abbraccio Marzia, ma la sento rigida. Dico:

– Scusa… Arcidiacono… sì, ha detto qualcosa anche a me, ha detto… insomma dobbiamo troncare immediatamente per il nostro bene. Capisci? Tutti! Smettere di essere cavie. Ormai assodato: l’Onnivaccino Multiplex che ci propinano è efficacissimo, distrugge cancri e virus ma… Sì, ha riferito così, Arcidiacono. A sua volta l'Onnivaccino è… da evitare. Cancerogeno! Il peggiore, sissignori. Ti riduce a brandelli sanguinolenti fetidi fra dolori atroci e non ha rimedio: per definizione. Nulla può uccidere il cancro prodotto da un onnivaccino anticancro!

Resto sfiatato, senza parole. Svuotato.

– Noi – sussurra Marzia – lo stiamo assumendo da sei mesi...

C’è nella sua voce una nota implorante, disperata, da anima dannata. Quel suo dolore allo stomaco… Ha il viso incrostato e rigato da viscidume. Le sue labbra sono avvelenate. Il suo ventre è letale.

Ma i suoi occhi sono irresistibili.

– Ti amo – dico.