Innanzitutto, parlaci un po' del romanzo vincitore, Mater Maxima: di che cosa si tratta?

Immaginate un mondo del futuro non tanto lontano retto dalle AssiBanche, che già ora comandano la politica nazionale e internazionale per interposta persona, un mondo nel quale tutti sono catalogati e individuabili in qualsiasi momento e ovunque e la propria importanza è legata a quanto si riesce a far guadagnare alla propria banca, immaginate un mondo nel quale l'omologazione è norma e la vita non può uscire da precisi binari, in questo mondo vi è un gruppo di individui, i Sognatori, che sono fuori da ogni schema e che è difficile controllare. Sarebbero certamente messi al bando se non fosse per la loro qualità straordinaria di concretizzare visivamente nell'aria, in qualsiasi punto, i sogni, una straordinaria manifestazione esteriore di qualcosa che nell'individuo "normale" ha perso del tutto. Tra i Sognatori vi sono anche delle gare che richiamano una folla enorme di gente. Uno dei migliori Sognatori, forse il migliore perciò detto il Primo è Gabriel, che ha seri problemi con la sua ex moglie e con le banche per la propria sopravvivenza.

Poi un giorno ha una insolita richiesta, quella di gareggiare per una satellitare. Intorno alla terra vi sono alcuni satelliti artificiali retti da famiglie originarie della terra. E' gente ricchissima in quanto sfrutta le risorse dello spazio, e piuttosto distante dai problemi terrestri. Gabriel rimane sorpreso dalla richiesta che è economicamente molto vantaggiosa, ma rifiuta perché odia le gabbie anche se d'oro. Eppure finirà con l'accettare e partecipare alla gara. In un susseguirsi di colpi di scena e di avvenimenti sorprendenti lui capisce che la gara è un pretesto, e quando riesce a scoprire cosa c'è sotto si accorge che il mistero è per nulla dipanato, anzi... finché non ha a che fare col computer MM003 chiamato Mater Maxima che governa la vita del satellite. E che a sua volta conserva un... sogno.

E' difficilissimo essere più sintetici, ma ci tengo a dire una cosa. Chi conosce il mio modo di scrivere, apprezzandolo o meno, sa che amo spolverare le mie storie con la poesia - naturalmente non si tratta di versi - e che in qualsiasi luogo o tempo si svolgano le mie storie, al centro di esse c'è sempre l'essere umano, con i suoi problemi e i suoi spesso sopiti sogni.

Non si tratta, insomma, di una storia di pura evasione.

Come è nato il progetto per il romanzo? Lo hai scritto già pensando al premio Urania oppure la decisione di partecipare al concorso è venuta dopo? Quanto tempo è stato necessario per completarlo?

Prima di tutto sai bene che io non ho mai scritto romanzi. Ho provato a scriverne uno anni fa ma ne sono profondamente insoddisfatto tant'è che l'ho abbandonato in un cassetto in attesa di revisione. Riguardo Mater Maxima - il titolo iniziale era Il Sognatore - avevo un'idea da molto tempo, ma la lasciavo stare perché non tutto quadrava. Poi, quando non ce l'ho fatta più, ho cominciato a scrivere la storia pensando di realizzare il mio consueto racconto, magari un po' più lungo, tenuto conto che quasi mai ho superato le 60 cartelle standard - il "respiro" più adatto a me sono le 30-40 cartelle - Quando ho finito la prima stesura e mi sono accorto d'essere arrivato a 180 cartelle ho pensato che stesse nascendo il mio primo vero romanzo. L'ho poi ripreso più volte, lavorandosi sopra come faccio di solito e alla fine mi sono accorto che con altre 30 o 40 cartelle sarei rientrato nei limiti del premio Urania. A cui non mi sarei mai sognato di poter partecipare. Diciamo che ci sono voluti un paio d'anni, nei quali ho però anche scritto altro. Il resto è storia...