Pensiero stocastico

Pensiero stocastico

Il contenuto di questo libro è vera e propria ricerca: ricerca dell'uscita, l'uscita dal luogo comune, dal modo normale di vedere le cose, l'uscita dai preconcetti, dai modelli di ragionamento imposti dalla cultura o dai media. Un flusso libero di pensieri che seguono le linee della speculazione più tipica della migliore fantascienza, conditi col gusto per il bizzarro e il curioso.

Alcuni passi possono far rabbrividire o scandalizzare. Nulla di strano; il gioco è quello di uscire dagli schemi, di cercare di porsi da punti di vista diversi, da prospettive nuove, quasi aliene. E guardare cosa ne viene fuori.

E spesso, attraverso divagazioni e ragionamenti strani e a volte apparentemente inconcludenti, salta fuori la gemma, l'idea illuminante, quella trovata che ti fa rileggere la frase per capirla meglio, sollevare gli occhi dal libro e dire: "wow!".

Questo libro raccoglie ventuno fra i primi articoli pubblicati sulla rivista Delos nella rubrica Pensiero Stocastico. Leggerlo può essere un'ottima occasione per cambiare la propria visione del mondo.

Secondo Robert Sheckley, per troppo tempo ormai Roberto Quaglia non è stato famoso. E' il momento di cambiare questo stato di cose.

Con una prefazione di Silvio Sosio.

Pensatore, scrittore eclettico, ha pubblicato diversi romanzi pubblicati in alcuni paesi europei. Da molti anni cura su Delos la rubrica Pensiero Stocastico. E' attualmente vicepresidente della Società Europea di Science Fiction.

- La scheda su LiberSapiens

La moralità è ciò che, pur non essendo osceno, offende grossolanamente il mio senso del pudore.

Karl Kraus

Il cinico è un mascalzone che, a causa di un difetto della vista, vede le cose come realmente sono, anziché come dovrebbero essere. Di qui l'abitudine diffusa tra gli Sciiti di strappare gli occhi al cinico per migliorarne la visione.

Ambrose Bierce

1.

Beh, ragazzi, voi forse non ci crederete, ma io adesso so come è fatto Dio.

Immagino però che una descrizione di poche righe non vi basterebbe. Temo che siate dei curiosoni. Vorrete sapere tutto! Ed io tutto vi racconterò e dall'inizio, o meglio - non esageriamo - vi racconterò qualcosa da un certo momento in poi.

La storia comincia nell'Oregon, dove vivevo in una piccola megalopoli e lì mi guadagnavo onestamente il pane, l'acqua frizzante ed anche altre cose.

Raccoglievo ormai da dieci anni azioni della DIO S.r.l. e si può dire che mi fossi quasi meritato il Paradiso. Ne avevo già messe da parte novemila e me ne mancavano solo mille per il Passaporto Celeste. Ero, in questo senso, fortunato rispetto alla media; a soli trent'anni mi trovavo in procinto di garantirmi il Regno dei Cieli mentre c'era gente - la maggior parte - che a stento ci riusciva nell'arco di tutta la vita. Non avevo però, a tal proposito, alcun senso di colpa nei confronti di questi: la storia del mondo insegna che nelle cose c'è sempre chi arriva per primo e chi per ultimo. Ed al Traguardo Celeste io stavo per giungere per primo poiché avevo saputo scegliere il lavoro giusto al momento giusto e l'avevo svolto con coscienziosa meticolosità per dieci lunghi anni.

Il più ero un uomo particolarmente mite e dolce, che non aveva mai fatto male ad una mosca ed anche con gli esseri umani c'ero sempre andato piano; non avevo mai ammazzato un uomo tranne una dozzina che mi ci costrinsero e possedevo un robot molto pio che pregava tutte le sere al posto mio.

Insomma, se il Paradiso mi attendeva, ne avevo tutto il merito solo io, che avevo saputo meritarmelo, in un modo o nell'altro.

Di professione facevo il talent-scout per una grande casa cinematografica, praticamente l'ultima: tutte le concorrenti erano ormai state assorbite. Era un lavoro serio e di grande responsabilità. La mia mansione specifica era relativa alla scoperta di nuovi attori non professionisti da ingaggiare per ruoli - particolari - in film super-hard-core a luce nera.

Penso che non vi sia alcuno tra di voi che non abbia avuto occasione di vedere almeno una volta - per caso, per diletto, da un amico o in un bar - un film - a luce nera - . Saprete quindi tutti che si tratta di filmetti iperrealisti molto graziosi e di buona fattura tecnica, in cui tutto ciò che si vede è rigorosamente e garantitamente vero e senza trucchi. Anche e specialmente le persone, gli animali ed i bambini uccisi e squartati per esigenze di copione in modo sempre differente, per lo più nel contesto di situazioni drammaticamente sessuali.

Ebbene, il mio delicato e specialistico mestiere stava proprio nella selezione e scelta di questo genere di attori che, come potrete ben immaginare, era solitamente restio a compiere spontaneamente il grande passo ed intraprendere questo tipo particolarmente breve ma fulminante di carriera artistica.

Una volta effettuate le mie scelte le comunicavo così agli impresari - reclutatori - che provvedevano ad ingaggiare coi loro infallibili metodi le persone da me indicate.

Il mio era quindi solo un lavoro di esclusiva indole artistica; sceglievo e consacravo a mio capriccio gli artisti del domani e anche del dopodomani (raramente duravano più di due giorni).