- Hey! - urlò al microfono.

- H E Y! - rispose in coro la folla.

- Hey! Hey! - salmodiò il Papa.

- H E Y! H E Y! - gli fecero eco i fedeli.

- Okay.

Il Papa vacillò sulle gambe, sfrugugnandosi il naso col dorso di una mano. Un cardinale biondo, dai lunghi capelli serici, lo sostenne amorevolmente.

- Sua Santità, - offrì - Si appoggi pure a me!

- Ancora...? - biascicò il pontefice. Poi giunse un altro cardinale con un vassoio in mano. Il Papa si servì lentamente una tazza di caffè, la rimirò per un po' con aria interrogativa, poi osservò la sterminata folla in attesa del Verbo, riguardò la tazzina, la sollevò verso il Cielo e disse:

- Il sangue di Cristo!

I cardinali si misero le mani nei capelli ma i fans-fedeli proruppero in un boato d'approvazione. Quindi egli si comunicò con il caffè espresso.

Io intanto mi stavo spremendo il cervello per trovare una soluzione a quella maledetta faccenda. Erano due settimane che la mia organizzazione sguinzagliava invano impresari - reclutatori - nella Vatican Valley alla ricerca di una falla nei sistemi di sicurezza del Papa. Avevano ora deciso di mobilitare anche noi talent-scout nella speranza che qualcuno avesse il colpo di fortuna di riuscire dove gli specialisti stavano fallendo. Ma io in quella mansione proprio non mi ci raccapezzavo e me ne stavo schiacciato da tutti i lati nella morsa dei fedeli senza sapere che pesci prendere.

Il Papa Nick Esposito si stava intanto accingendo a commettere un'eucarestia solida.

- Il corpo di Cristo! - salmodiò rocamente, elevando verso il Cielo un hamburger zeppo di cetrioli e intriso di ketchup. Quindi si comunicò di nuovo con evidente appetito.

Sembra incredibile, ma i papi avevano davvero sempre una gran paura a morire. John Paul XV ne stava escogitando una più del diavolo pur di non finire ammazzato. Aveva imbastito un sistema di protezioni tale da battere abbondantemente ogni record di durata rispetto ai suoi predecessori. Stava resistendo già da due settimane ed il primato precedente, di Papa Smith I, era stato di soli sei giorni. Eh sì, il gesto di morire, così esaltato ed idealizzato per tutta la carriera, quando ad affrontarlo toccherebbe a loro cessa di godere delle loro simpatie. I papi temporeggiano e fanno carte false pur di allungare di qualche giorno la loro stolida esistenza terrena.

E a noi, incolpevoli interpreti dei gusti televisivi della popolazione, tocca sperperare più soldi e vite umane per adempiere al Concordato. Questo papa recalcitrante ci era già costato sette reclutatori. E moltissimi soldi. Ma i nostri fedeli volevano il Papa tutto per loro nell'intimità delle loro alcove e noi non potevamo deluderli. Non sarebbe stato giusto. Né conveniente. Né morale.

- Miei cari fratelli teofagi... - stava intanto dicendo Papa Nick Esposito ai fedeli - Ricordatevi sempre di mortificare la carne e al venerdì il pesce. Ed ora, ancora un po' di sangue di Cristo... - noi tutti lo vedemmo attaccarsi al collo di quella che molto più probabilmente era grappa - ...distillato!

Stava delirando, era ovvio. Lo giudicai alle soglie del delirium tremens, e se era vero che al posto del fegato aveva ormai una frittata anche il cervello doveva essere ridotto a non meglio di un budino.

E nonostante tutto il vecchio resisteva, caparbio, e non si lasciava accoppare. Se non fosse stato patetico sarebbe certamente stato romantico.

La professione di papa non era più tutta rose e fiore come un tempo. La ferrea legge economica permetteva meno che mai privilegi gratuiti e tutto aveva sempre più il suo prezzo. Bastava essere in grado di pagare a sufficienza e davvero nulla era impossibile. E questo valeva per tutti.