Problemi di opinione pubblica naturalmente non ce n'erano dato che avevamo dalla nostra parte l'appoggio dei mass-media, che sono certamente un'ottima invenzione. Ed anche il governo non ci rompeva troppo le scatole in quanto, benché la nostra attività fosse costituzionalmente ancora leggermente illegale, avevamo stipulato con esso una oculata nonché segreta convenzione economica per cui tributavamo allo stato una grassa percentuale sugli utili (utili invero obesi, oserei dire, affatto intaccati dal pur grasso obolo fiscale). Era comunque già agli studi un lungimirante progetto di messa in regola del nostro settore, al quale fine amici politici avevano assunto i migliori esperti di Circonlocuzioni Demagogiche per elucubrare una formulazione migliore della nostra attività, non priva un sound più civile; così infine da venire legittimati anche giuridicamente ed inseriti a pieno diritto anche formalmente nel vario tessuto della società umana.

Dato che eravamo pienamente accettati dall'opinione pubblica, stimati dagli industriali e rispettati dai politici, quando ne discutevo con gli amici non avevo remore a definire il mio lavoro morale nonché una missione di grande spessore ed utilità sociale.

Tutti erano con noi e di conseguenza noi eravamo morali per forza. O, se non altro, etici.

A maggior ragione, quindi, mi sentivo sempre più vicino alla prospettiva del Paradiso. Non a caso mi mancavano solo mille azioni della DIO S.r.l. per il Passaporto Celeste. E se tutto fosse andato bene le avrei guadagnate in pochi mesi. O forse anche meno. Ma in quei giorni era scaduto il quinquennio virtuale del Papa. Un Papa troppo ostico. Rischiavo molto e, infatti, di lì a poco la situazione sarebbe per me precipitata irrimediabilmente. Ma io non me ne sarei accorto che quando sarebbe stato ormai troppo tardi.

La Vatican Valley si trovava in California, situata a metà tra la Silicon Valley VIII e la Silicon Valley IX.

La Santa Sede (SS) era stata importata lì poco prima che l'Europa scomparisse in uno dei momenti più roventi della Guerra Fredda II tra gli USA ed Il Resto Del Mondo. Era però stata una fortuna per il patrimonio culturale della razza umana che proprio pochi anni prima il gruppo economico delle Sette Sorelle avesse comprato e trasferito in America la Tour Eiffel, il Colosseo ed il lago di Ginevra (più che altro per lo spruzzo). A questo modo un pochettino di Europa continua a vivere a tutt'oggi in tutti i cuori di noi americani. Ma questo è un altro discorso.

Mi trovavo, allora, un soleggiato e frizzante mattino d'ottobre, nella Vatican Valley, in mezzo agli altri fedeli, proprio al centro della piazza San Petrus (l'apparente storpiatura del nome è in realtà la conseguenza di un'ardita sponsorizzazione di una ditta di digestivi).

Intorno a me si accalcava sudaticcia una gran massa di fedeli. Qua e là gruppi di fedelissimi agitavano bandiere e crocefissi suonando trombette del giudizio di plastica. Davanti a tutti, naturalmente, gli ultras in canottiera della Fossa dei Gesuiti rullavano i loro tamburi scandendo cori oltraggiosi per le religioni concorrenti.

Tutti attendevano il Papa. - The pope - .

Si fece attendere parecchio. Come sempre. Un po' d'attesa scaldava i fans-fedeli. E lui lo sapeva. Infine apparve dal balcone blindato e con vetri antiproiettile benedicendo con ampi gesti la folla sotto di lui secondo Rito. L'ovazione fu totale.

Era la prima volta che lo vedevo in carne ed ossa. Papa Nick Esposito - detto - John Paul XV mi apparve più o meno come nelle foto che si vedevano in giro e sui depliant. Con i suoi quarant'anni suonati era il più anziano degli ultimi cinque papi, ma portava bene i suoi anni. Aveva un viso un po' spigoloso ma regolare, capelli corti e mori, pelle vagamente olivastra e una nera barba ispida di due giorni. Naturalmente indossava la sua classica tuta mimetica. E una papalina verde cupo. Notai che era un po' malfermo sulle gambe. Di primo mattino era già ubriaco. Come al solito. Correva voce che una cirrosi galoppante gli rodesse il fegato. Ma se tutto fosse andato come doveva non avrebbe avuto tempo di morire di essa. Quindi il Papa parlò.