- E' così terribile?

- Dipende.

- Non è per tutti uguale?

- Certo che no! Solo il Nulla potrebbe essere per tutti uguale. Solo che il Nulla non esiste mentre il Paradiso sì. E per me il Paradiso era decisamente brutto. Dovevo fare il drogato.

- Oh beh, insomma...

- Aspetta! Il drogato d'idrocarburi. E' un po' peggio!

- Eh?

- Idrocarburi endovena. Cinque volte al dì. Uno schifo che non ti dico. Capisci bene perché ho preferito l'Inferno.

- Io credevo che in Paradiso si fosse felici... - Il Regno Dei Cieli - ...

- Tutti lo credono. La pubblicità, eh? Non c'è differenza oggettiva tra qui e là, tranne che Satana, qui, si arricchisce solo alle spalle del nostro lavoro, mentre Dio, là, intasca anche le 50.000 azioni DIO S.r.l. che gli portano tutti gli illusi più ricchi oltre al Passaporto Celeste.

- Incredibile! - pensai e dissi io. - E come mai tu dovevi bucarti gli idrocarburi?

- Sia qui che là siamo tutti assoggettati alle trame e finalità dei nostri padroni. Se io ero costretto a bucare vuol dire che anche gli idrocarburidipendenti erano di una qualche utilità economico-sociale.

- Ma quale?

- Ah, non lo so, non m'interessa. Se è per questo non so neanche di che utilità possa essere che io ora passi il tempo a girare bulloni.

- Il tempo non esiste più. - gli feci notare.

- Non per questo girare bulloni ha più senso.

- Se la metti su questo piano, neanche essere felici ha un senso!

- Infatti. Non ha nessun senso. Però deve essere molto divertente.

Gli dovetti dare ragione. Non che avere ragione avesse in quel frangente un gran senso.

Appresi poi che il papa a cui avevo dato la caccia, Nick Esposito, era stato ucciso due settimane dopo di me e, forte delle sue 300.000 azioni DIO S.r.l., era asceso in Paradiso. Lì, però era stato messo a manovrare un tornio.

Successivamente venni a conoscenza della sorte occorsa ad altri personaggi che da vivi avevano fatto clamore. Hitler, come tutti gli abbienti, era finito in Paradiso dove era stato rimesso a fare l'imbianchino. Ronald Reagan era stato misteriosamente apprezzato da Dio ed aveva finito per fargli da ambasciatore all'Inferno. Giulio Cesare aveva intrapreso un destino da idraulico, Liz Taylor anche. L'unico a cui era toccato fare sé stesso era un certo Sylvester Stallone, il quale non seppe trarne alcuna convenienza.

Beh, ragazzi, avevo promesso di raccontarvi qualcosa da un certo punto in poi e mi sembra di avere sufficientemente assolto al mio proposito. Ora ne sapete di più su Dio, sul Paradiso e anche sull'Inferno. Non so a che cosa possa servirvi.

Mi dicono che forse ci starebbe bene una morale. Ma vi ho già preso in giro abbastanza.

Se mai vi dovesse capitare di morire - e ciò vi accadrà, statene pure certi! - potrete fare un salto da me e raccontarmi una storia. Così saremo pari. Anche qui, infatti, ci si annoia parecchio.

Una notizia dell'ultima ora, dall'Inferno, ve la devo però ancora passare. A furia di essere morti, noi dannati stiamo infatti inevitabilmente evolvendo una Weltanschauung tanatocentrica. Pare che la stessa cosa stia accadendo anche tra i beati del Paradiso. In parole povere tendiamo tutti sempre più ad avere una visione del mondo dal punto di vista di noi morti.

La conseguenza logica è che si stanno sviluppando filosofie sostenenti che non è necessario essere stati vivi per essere morti. La vita antemortem sta quindi diventando una mera questione di Fede e chi crede in essa si raccoglie in sette dagli strani riti misticheggianti.

Ciò che meglio riassume i segni del nostro - tempo - è quello che un giorno ebbe a dirmi il mio amico tanatosofo Giosafat. Era israeliano... o svizzero, non ricordo.

- Giosafat, - mi disse (in quel tempo ci chiamavamo un po' tutti Giosafat) - ti ricordi di Giosafat?

- Sì, Giosafat. - risposi. La cosa parve finire lì. Ma un altro bel giorno - credo - accadde che approfondimmo la questione.

- Giosafat! - stavolta fui io a dirlo a lui - Cosa ne pensi della Vita?

- Non c'è Vita prima della Morte. - enunciò lui.