“Bryan è un cineasta straordinario”, dice il produttore Gilbert Adler. “Deve il suo successo alla innata capacità di raccontare. Bryan racconta una storia affascinante sia che si trovi al tavolo di un bar che sul grande schermo. E’ un maestro!”.Per il ragazzino che indossa il mantello e il costume di Superman, per l’appassionato collezionista di fumetti fino allo spettatore che ha aspettato vent’anni per credere ancora una volta che un uomo può volare, il momento di Superman è tornato.“La società e il mondo sono cambiati drasticamente nei trent’anni o quasi che sono passati dal film di Richard Donner”, dice Frank Langella, nel cast del film, “ma credo che il ritorno di Superman ora sia una cosa magnifica. Torna nel momento in cui la gente ha veramente bisogno, credo, di sedersi per un paio d’ore con una quantità di popcorn e una bibita e lasciarsi travolgere dallo spettacolo”.
La storia e i protagonisti
Non c’è voluto molto invece per trovare l’attore che interpretasse la diabolica e brillante nemesi di Superman. Singer aveva già diretto Kevin Spacey, che aveva ottenuto così il suo primo Oscar (come miglior attore non protagonista), in I soliti sospetti. “Abbiamo scritto il personaggio con Kevin in mente”, dice Singer. “Cercavamo da tempo qualcosa da fare insieme e lui era perfetto per il ruolo. Possiede quel mix di humor e cinismo e poi è un attore semplicemente fantastico”.
Per Spacey la difficoltà maggiore è stata quella di trovare il tempo, impegnato com’è in teatro a Londra. “Per il suo incarico all’Old Vic, siamo stati costretti a ridurre al minimo la sua permanenza in Australia”, dice Singer. “Avevamo solo sei settimane per girare tutto quello di cui avevamo bisogno e permettergli di tornare a lavorare al suo progetto a Londra”.
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