Goebbels ebbe un momento di sconforto, ma gli durò poco.

- In realtà, durante i giochi Olimpici di Berlino i servizi segreti americani riuscirono a infiltrare, solo durante le competizioni, un "essere" del tutto simile all'atleta americano.

- Interessante. Un'abile azione di sostituzione... e, mio dio, che perfezione tecnologica!

- Sembrerebbe di sì, ministro. Vede, è chiaro che qualcuno dell'organizzazione dei giochi Olimpici sapesse di questo piano permettendo di operare lo scambio nel momento più adatto.

- Vuole dire che a fine gara, durante i controlli, il vero Owens, risbucava fuori per le analisi e i controlli?

- Esatto. Ma la cosa ancora più oscura è che dalle informazioni che ho ottenuto pare che lo stesso Owens non sia al corrente di ciò che gli è accaduto.

- Cosa significa, che per lui i record stabiliti sono sacrosanti?

- Sì! Ho fatto intervistare l'atleta da persone fidate e il risultato pare sia proprio questo.

- E cioè?

- Insomma, è come se gli avessero impiantato nel cervello dei ricordi riferiti alle corse che ha effettuato l'Owens-macchina al suo posto. Lui ricorda perfettamente le gare, ma non le ha mai corse. Non sospetta assolutamente di nulla. Si sente realmente un recordman.

Goebbels assisté sbalordito alla spiegazione. - Possiamo provare qualcosa, tangibilmente?

- Purtroppo no. Qualche settimana fa, non siamo riusciti a capire se i russi o qualche altro gruppo, hanno ucciso l'inventore e distrutto il laboratorio per paura che gli Americani creassero un esercito di Owens... Questa volta, però, non con lo spirito dell'atleta, ma del soldato.

- Un esercito di uomini-macchina pronti a conquistare il mondo... Un mondo non ancora pronto a controbatterli con la stessa tecnologia, giusto?

- Vedo che siamo in sintonia, ministro.

- Ma perché non rubare i disegni, invece che distruggere tutto? - domandò Goebbels, mostrando un certo acume tattico.

- Perché li avevo già sottratti io. Loro non li hanno trovati e hanno fatto esplodere il laboratorio, sperando che andassero distrutti, in qualsiasi antro segreto del palazzo si fossero trovati. E assieme ai disegni anche i vari prototipi.

Goebbels sobbalzò dalla poltrona: - Abbiamo gli schemi dell'uomo-macchina?

- Non esattamente.

- Cosa vuol dire, non esattamente?

La spia parve tesa e preoccupata. Si rese conto che quello che stava raccontando era poco credibile. - Nel cercare di tornare in Germania ho dovuto passare attraverso pericoli d'ogni genere. Sul confine francese sono stato individuato e hanno colpito la mia Jeep. Sono solo riuscito a scaraventarmi fuori prima che essa esplodesse e a scappare via prima che le fiamme mi avvolgessero...

- ... e i disegni sono rimasti sulla Jeep - concluse con un nodo in gola Goebbels.

- Sì, ministro. Tutto bruciato, cenere.

- Incredibile - commentò con un sospiro lo scheletrico uomo di Hitler, allungando all'ospite una tazza di the caldo. - E mi dica, cos'era quell'altra informativa "bomba" di cui accennava all'inizio?

La spia portò la tazza alle labbra e bevve un sorso. - Questa cosa è davvero delicata e importantissima. Mi ascolti con attenzione. La Military Intelligence sta da anni cercando di decifrare le comunicazioni di Enigma. Ricorda il sistema di crittografia di cui abbiamo parlato durante il nostro primo incontro?

Goebbels fece un cenno d'assenso con la testa.

- Noi in questi anni, grazie a Enigma, abbiamo organizzato il Terzo Reich, lo abbiamo riarmato lontano da orecchie indiscrete.